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      Caporalato con discriminazione razza, reazioni e commenti

       

       

      Caporalato con discriminazione razza, reazioni e commenti

      22 set 17 "Quanto scoperto in Calabria lascia sgomenti: lo sfruttamento del lavoro con l'aggravante della discriminazione razziale è intollerabile sotto ogni punto di vista": lo dice il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, dopo gli arresti di questa mattina a Paola, in Calabria. "Ringrazio le forze dell'ordine - aggiunge - per il forte lavoro di contrasto all'inaccettabile piaga del caporalato in agricoltura. Casi come questo dimostrano ancora una volta quanto fosse necessaria la nostra legge per tutelare ovunque e prima di tutto la dignità e i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori agricoli"

      ''Siamo tristemente abituati a vicende che hanno a che fare con il caporalato, ma gli atti in provincia di Cosenza sono assolutamente vergognosi e infami; l'aggravante razzista è una pratica rispetto alla quale ci ribelliamo se si può ancora di più''. Così Pietro Minelli, presidente della Unione Generale Coltivatori Cisl, commentando l'arresto di due persone che gestivano un'azienda agricola mediante lo sfruttamento del lavoro e la discriminazione razziale. ''Chiediamo l'applicazione certa della pena per i responsabili che si sono macchiati di un reato gravissimo - aggiunge Minelli - mettendo peraltro in cattiva luce un settore in Calabria come nel resto del Paese, che non ha nulla a che fare con questi fatti, così come non sono agricoltori gli aguzzini che nel 2017 danno ancora vita alla schiavitù''. La Ugc, nell'apprezzare l'operato dei Carabinieri, rinnova la propria collaborazione con il monitoraggio su tutto il territorio italiano.

      "Ancora un'operazione delle forze dell'ordine, questa volta in Calabria, che ha portato agli arresti domiciliari due fratelli di Amantea per lo sfruttamento vergognoso di lavoratori, aggravato da una intollerabile discriminazione razziale". Lo afferma in una nota Nicodemo Oliverio, capogruppo Pd in commissione agricoltura. "Ringraziamo i carabinieri della Compagnia di Paola - prosegue - per questa brillante operazione finalizzata al contrasto dello sfruttamento dei rifugiati ospitati nei centri di accoglienza - e al contempo voglio sottolineare quanto sia stata fondamentale l'approvazione durante questa legislatura della legge contro il caporalato, legge di cui ci sentiamo orgogliosi e soddisfatti. Dopo anni e anni di indifferenza nei confronti di questo sistema di sfruttamento disumano dei lavoratori, immigrati o non, e del mondo criminale che c'è dietro, il problema del caporalato è finalmente sotto l'occhio vigile delle istituzioni preposte a contrastarlo". "Oggi - conclude Oliverio ci sono gli strumenti idonei messi a disposizione della legge e la volontà politica di arrivare a sconfiggere questa piaga vergognosa".

      "Il business sui migranti non arretra e lo dimostrano gli odierni arresti avvenuti ad Amantea che hanno portato alla luce l'ennesimo caso di caporalato e sfruttamento dei migranti ospitati nei centri d'accoglienza". È quanto dichiarano Laura Ferrara, eurodeputata del MoVimento 5 Stelle, Francesca Menichino e Francesca Sicoli consigliere M5S nel Comune di Amantea, dopo gli arresti e le misure cautelari eseguite nelle scorse ore ad Amantea in un'operazione condotta dai carabinieri della cittadina tirrenica. "Dalle notizie emerse - proseguono - i migranti venivano prelevati in prossimità del centro di accoglienza 'Ninfa Marina' e sfruttati per lavorare nei campi con una paga 'differenziata': 25 euro al giorno i neri e 35 i bianchi. L'era dello schiavismo non è finita e le criticità che appaiono emergere oggi dalle indagini - continuano la Ferrara e la Menichino - le avevamo già segnalate in un'apposita relazione/esposto inviato alla Procura di Paola nell'Aprile del 2016". "Da tempo - afferma Laura Ferrara - denuncio la scarsa trasparenza e la mancanza di controllo nella gestione dei migranti e dei centri di accoglienza. Anche nei mesi scorsi, a seguito di una mia ispezione a Spezzano della Sila segnalavo alla Prefettura di Cosenza le stesse criticità". "Lucrare sulla pelle e la dignità di queste persone, con l'aggravante della discriminazione razziale -concludono le tre portavoci M5S - è intollerabile. Si intensifichino i controlli ed il monitoraggio dei vari centri di accoglienza al fine di contrastare al meglio la dura piaga del caporalato".

      "Una storia che ha dell'incredibile e che dimostra, nella sua drammaticità, quanto certe aree del malaffare continuino a perpetrare il più bieco sfruttamento, accanendosi in particolare sulle fasce più deboli del lavoro migrante. Bisogna dare una svolta a una lotta che resterà impari senza un adeguato investimento sulla prevenzione". Lo afferma, in una nota, Luigi Sbarra, segretario generale della Fai Cisl. "Gli arresti - aggiunge - sono l'ennesimo e importante segnale che lanciamo agli aguzzini grazie alla conquista della Legge 199, voluta dal sindacato e costruita insieme al Governo e al Parlamento. Però, le stesse catture di questi mesi, dimostrano come la piaga sia ancora grave e come questi sfruttatori continuino ad operare pensandosi intoccabili. Bisogna operare anche a monte del fatto criminale, puntare sulla prevenzione, dare forma alla seconda gamba della Legge: quella che valorizza il coinvolgimento delle Parti sociali agricole e del loro presidio sui territori mediante la Cabina di Regia e la Rete di Qualità". "La sfida - sostiene Sbarra - si vince anche realizzando un investimento sul versante culturale e puntando sulla costruzione di una grande alleanza sociale sui territori che rilanci un sistema di relazioni sindacali maggiormente partecipativo e valorizzi la risorsa della contrattazione di secondo livello e della bilateralità. Dobbiamo mettere in piedi una controffensiva partecipata: il Governo, che tanto ha fatto su questa materia, non esiti a compiere l'ultimo miglio".

      "I prodotti dell'agricoltura italiana passano nelle mani dei lavoratori stranieri che rappresentano circa il 25 per cento del numero complessivo di giornate di occupazione del settore e rappresentano quindi una componente indispensabile per garantire i primati del Made in Italy alimentare nel mondo". E' quanto afferma la Coldiretti "nel condannare il grave episodio di caporalato con discriminazione razziale sgominato dai carabinieri della Compagnia di Paola in Calabria". "Con 340mila stranieri assunti regolarmente in agricoltura - sottolinea Coldiretti - interi distretti produttivi di eccellenza del Made in Italy possono sopravvivere solo grazie al lavoro degli immigrati, dalle stalle del nord dove si munge il latte per il Parmigiano Reggiano alla raccolta delle mele della Val di Non, dal pomodoro del Meridione alle grandi uve del Piemonte". "Una grande risorsa dell'agricoltura italiana - conclude Coldiretti - che va valorizzata e difesa da inquietanti fenomeni malavitosi che umiliano gli uomini e il proprio lavoro e gettano un' ombra su un settore che ha scelto con decisione la strada dell'attenzione alla sicurezza alimentare e ambientale".

      "Il ministro dell'Agricoltura Maurizio Martina non può limitarsi a parole impotenti e di pura circostanza". Lo afferma, in una nota, il deputato M5s Paolo Parentela, a proposito del commento del ministro sui recenti arresti ad Amantea per sfruttamento di rifugiati, provenienti soprattutto da Nigeria, Gambia, Senegal e Guinea Bissau, che secondo la Procura di Paola venivano prelevati nei pressi del Centro di accoglienza "Ninfa Marina" e poi sfruttati come braccianti agricoli. "Con il collega 5stelle Massimiliano Bernini - aggiunge - nell'aprile scorso avevamo presentato una specifica interrogazione, chiedendo anche al ministro dell'Agricoltura quali iniziative concrete fossero state assunte per migliorare l'accoglienza dei braccianti stranieri e per potenziare i centri per l'impiego pubblici in ordine a domanda e offerta di lavoro in agricoltura. Avevamo peraltro chiesto se fosse operativo e con quali risultati il gruppo di coordinamento e controllo in materia di lotta al caporalato, previsto da un protocollo sperimentale sottoscritto da Martina e dall'allora ministro dell'Interno, Angelino Alfano, nonché i risultati della legge, dell'ottobre 2016, sullo sfruttamento del lavoro in agricoltura e sul riallineamento retributivo". "È dunque posticcio - conclude il deputato 5stelle - lo sgomento di Martina per quei migranti sfruttati ad Amantea, dal momento che sono pressoché ferme le politiche per il lavoro dei rifugiati".

      "I fatti di Cosenza sono inquietanti e drammatici. La legge sul caporalato c'è ed è una conquista di civiltà per cui ci siamo battuti con tutte le nostre energie per anni. Ma non basta: dobbiamo applicarla e implementarla soprattutto nelle parti dove la collaborazione fra istituzioni organizzazioni sindacali e associazioni di impresa può generare azioni virtuose di prevenzione". Così Luciano Silvestri, responsabile Legalità della Cgil nazionale, in seguito all'operazione dei Carabinieri contro lo sfruttamento dei rifugiati ospitati nei centri di accoglienza. "Ma è proprio su questa collaborazione - sottolinea Silvestri - che gli atteggiamenti delle imprese sono troppi tiepidi e vanificano gli sforzi necessari per sconfiggere una piaga che soffoca il Paese, lo rende non competitivo e lo indebolisce sul piano dei diritti e della democrazia. Perché l'impresa malata, mafiosa e illegale scaccia quella sana". Per il dirigente sindacale "caporalato e sfruttamento degli immigrati spesso sono le due facce della stessa medaglia. La rete di qualità del lavoro agricolo non può essere un optional, al contrario - conclude Silvestri - è il punto qualificante della legge che, purtroppo, fino ad oggi è stato scarsamente partecipato dal sistema produttivo. È ora di applicare con forza questa parte importante della norma".

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