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    Accesa la lampada votiva a Paola per i festeggiamenti a San Francesco

     

    Accesa la lampada votiva a Paola per i festeggiamenti a San Francesco

    02 mag 17 Il presidente della Regione Mario Oliverio ha presenziato nel Santuario di Paola alla solenne concelebrazione in onore di San Francesco di Paola, Patrono della Calabria, presieduta dal correttore generale dell'Ordine dei Minimi padre Francesco Marinelli, accendendo, a nome di tutti calabresi, la Lampada votiva. La lampada arde alimentata dall'olio offerto quest'anno dai Sindaci di San Sosti, Platania e Pazzano, accompagnati da rappresentanti di categorie della società civile e militare. "Si rinnova e si compie nella città natale di San Francesco - ha detto Oliverio parlando ai fedeli - in questo Santuario che è meta e punto di riferimento per milioni di pellegrini e devoti nel mondo, grazie all'opera dei Frati Minimi, questo momento emozionante e carico di significato che la Calabria vive. E' l'evento solenne in cui i calabresi possono sentirsi spinti a riflettere sull'essere una grande comunità, avvertirsi uniti nell'appartenenza alla terra che in Francesco vede un esempio, ancora così tanto attuale negli insegnamenti che vengono dalla sua prodigiosa esistenza, dalla sua instancabile azione; un faro che illumina con la sua eredità spirituale, con la sua stessa straordinaria vita, chiunque voglia ricorrere alla sua luce. E' un giorno che riporta alle nostre radici, alla nostra identità, che fa memoria del passato, attraversando il presente su cui si edifica il tempo futuro. Siamo qui, vicini anche ai milioni di conterranei che vivono all'estero, la cui devozione al Santo è viva e vivificata da tante iniziative. Sono qui le città che offrono l'olio che, di volta in volta, rappresentano con i loro Sindaci la Calabria, portando ognuna una parte della bellezza della sua natura, della storia, delle tradizioni, dei prodotti, dei valori. Natura, storia, cultura, persistenze, vestigia, produzioni che sono assoluto patrimonio da tutelare, difendere, valorizzare. Valori cui sempre dobbiamo guardare e fare riferimento, come ha indicato proprio San Francesco. Tra questi, la carità come la misericordia che avvicinano agli ultimi, l'umiltà come la tenacia che aiuta a costruire, l'attenzione all'altro; la responsabilità nell'agire di ognuno. Ed ancora, l'attenzione ai bisogni, alle esigenze, alle aspirazioni, alla costruzione di opportunità; la difesa della libertà, della giustizia, della dignità, attraverso azioni concrete. Fasi difficili attraversate dalla nostra regione, come dal Paese e dall'Europa, che hanno frenato la crescita e lo sviluppo, ancora pesano sul presente. Permangono problemi gravi, profondo disagio; preoccupa una nuova povertà, la mancanza di lavoro e soprattutto l'avvenire dei giovani e delle ragazze. Ciò che possiamo affermare con la forza che viene dalla consapevolezza della profondità di questa difficoltà, ma anche dai fatti, è che verso il mutamento di queste condizioni vanno, devono andare, tutto il nostro impegno e le nostre azioni, un lavoro intenso che non deve risparmiarci nel tempo e nelle energie. Sono molti i semi nuovi che stiamo cercando di piantare e che sono sicuro porteranno frutti che giungeranno a maturazione. Nessuno può essere in grado di rovesciare in un tempo breve situazioni che si sono accumulate in un lungo periodo, situazioni drammatiche. In questo quadro, tuttavia, dobbiamo saper riconoscere i segni di un cambiamento che è già in atto e che è testimoniato anche da chi osserva quanto oggi in Calabria sta incominciando a muoversi, emerge, si afferma. La Calabria non è, e non appare più, regione distante, chiusa, in colpevole affanno. E' una regione che sta cercando la strada del riscatto, che sta lottando per rovesciare stereotipi e negative rappresentazioni, che sta affermando le sue tantissime realtà migliori, che crede e pratica il confronto per vincere non una, ma le tante sfide che il mondo della globalizzazione impone, sul terreno di una smisurata competizione a più livelli. E' una regione che guarda all'innovazione, che vuole essere risorsa per il Paese, in Europa e nel bacino del Mediterraneo. Quel Mediterraneo, mare che 'unisce le terre che separa', caro a Francesco da Paola che l'ha più volte solcato e attraversato. San Francesco Patrono anche della gente che per esso va, vorremmo fosse un mare di pace e non di migrazioni, spesso tragiche. Ci stiamo battendo anche su questo fronte, usando ciò che i calabresi posseggono e praticano da sempre: la solidarietà, l'accoglienza, valori non sempre affermati anche nel vecchio continente, nel continente europeo segnato da civiltà nella sua storia. Abbiamo il dovere di accogliere, prestare soccorso, dare sollievo; un dovere che sentono tantissime persone che si prodigano senza cedere alla fatica, aiutando chi arriva. Dietro ogni uomo, ogni donna, ogni bambino ci sono indicibili sofferenze e lacerazioni, terrore e paura, insanabili strappi, c'è l'ignoto. Abbiamo il dovere di riconoscere e rispettare la dignità di migliaia e migliaia di esseri umani che fuggono da fame, violenza, dittature, anche nella morte. E' per questo che, nella simbolica occasione della ricorrenza del 25 aprile, abbiamo dato formalmente avvio alla realizzazione di un Cimitero Internazionale dei Migranti, proprio nella nostra terra, a Tarsia. Dare avvio e portare a realizzazione quello che sarà un Memoriale in cui riposeranno le vittime dei naufragi, senza distinzioni di cultura, razza o religiose, significherà ridare dignità, non solo quella della sepoltura, a tanti esseri umani che ne sono stati privati. E' un messaggio di speranza che vogliamo lanciare al mondo. Dobbiamo nutrire la speranza, alimentarla, in questa come in altre circostanze. E dobbiamo alla speranza anche legare la fiducia, operando per il bene comune. Sono queste condizioni che permettono di pensare un futuro in cui il cambiamento possa affermarsi anche nella nostra terra, imponendo i suoi effetti positivi su di una regione che è determinata a raggiungere questa meta. Sono sicuro che con l'insegnamento di Francesco da Paola riusciremo a realizzare questo obiettivo che è un anelito per tutti i calabresi: riscattare la Calabria, metterla al passo con i cambiamenti che segnano l'Europa e il mondo".

    Il correttore generale dei Minimi saluta Oliverio

    Ancora una volta nel partecipare a questa solenne celebrazione entrata ormai da tempo immemorabile nel cuore di tutti i calabresi, una regione intera si raduna attorno al proprio protettore. Quest'anno però probabilmente le emozioni sono ancora più particolari ed intense perché abbiamo vissuto la straordinaria esperienza della ricorrenza del VI centenario della nascita di San Francesco conclusosi il 27 marzo scorso. È stato davvero un anno intenso, emozionante, di condivisione, di partecipazione, di collaborazione. Non è stato semplice da principio ideare il percorso ottimale per affrontare un percorso solenne come questo, per elaborare un cammino congiunto tra le diverse componenti e tra le istituzioni e insieme con i Minimi per affrontare uno dei più importanti momenti della storia della nostra regione. Dovevamo interpretare nel modo più consono il nostro ruolo al fine di ricordare innanzitutto a noi stessi che si trattava di celebrare uno dei giganti della chiesa cristiana ed il più nobile di tutti i calabresi. Dovevamo pure trovare le occasioni giuste per approfondire e diffondere gli insegnamenti che Egli ci ha lasciato divulgando, specie tra i giovani, gli altissimi valori universali trasmessi all'umanità da ogni sua azione, da ogni suo pensiero, da ogni sua parola, da ogni suo gesto. Il primo piccolo miracolo è stato quello della immediata convergenza tra le istituzioni e della immediata sinergia sviluppatasi, dalla scomparsa di ogni indugio ed esitazione per dare vita ad una serie di momenti di approfondimento e divulgazione della vita, delle opere e del pensiero del Santo, di grande spessore culturale, sociale, artistico. Tra tutte mi piace ricordare il maestoso concerto INSIEME PER SAN FRANCESCO tenutosi nel sagrato di questa splendida Basilica con la partecipazione di 300 musicisti provenienti da ogni parte della Regione. L'evento che giustamente è stato di recente trasmesso dal principale canale culturale nazionale Rai proprio in occasione del 27 di marzo e quindi della celebrazione della nascita del nostro Santo, ha rappresentato il culmine del VI Centenario rilanciando un messaggio di carità ma anche di fratellanza di amore e di pace. In perfetta sintonia con il pensiero di Papa Francesco in merito al dialogo interreligioso, al dialogo sincero tra uomini e donne di religioni differenti. Ciò è stato possibile grazie alla collaborazione con la Regione Calabria ed i Minimi per cui rivolgo un ulteriore particolare ringraziamento al Presidente della Giunta regionale che al Padre Generale e al Padre Provinciale nonché al delegato del presidente della Regione onorevole Giuseppe AIETA perché insieme abbiamo lavorato gomito a gomito per la perfetta riuscita di una occasione tanto importante. Credo di poter sostenere che anche in tempi moderni, anzi mai come oggi, la Calabria ha ancora bisogno di San Francesco il più illustre tra i calabresi. Quello che ci siamo sforzati di realizzare per Lui non rappresenta neanche l’infinitesima frazione di ciò che lui ha fatto per tutti noi e dell'immenso patrimonio spirituale culturale che ci ha lasciato. La Calabria ancora stenta a scrollarsi di dosso le sue ataviche difficoltà, le sue piaghe storiche, prima tra tutte la criminalità organizzata, la disoccupazione, le larghe sacche di povertà esistenti, la migrazione dei giovani. È per questo che non potrebbe esserci errore più grande che lasciarsi annebbiare dai fasti spesso solo apparenti dell'era supertecnologica in cui viviamo per mettere da parte l’esempio di virtù che abbiamo in casa. Non esiste modernità, né progresso, né sviluppo, senza avere a mente quali sono i capisaldi della nostra esistenza e che lui ci ha indicato. Il suo esempio di vita e oggi quanto mai attuale anzi è più che mai attuale e travalica i confini della nostra Città, della nostra regione ed anche della nostra nazione. Un messaggio universale appunto. Per questo mi sento orgoglioso per aver per quanto ho potuto contribuire come sindaco di questa meravigliosa città ad un progetto tanto alto quanto eccezionalmente significativo. Lui può ancora indicarci la strada, non bisogna essere necessariamente frati o sacerdoti e per certi aspetti neanche credenti come noi per individuare nelle sue indicazioni un percorso certo e sicuro che specie noi rappresentanti delle istituzioni dobbiamo tenere sempre in mente. San Francesco rappresenta anche come uomo il migliore esempio, la migliore espressione della Calabria. Da qui è partito povero di oro ma immensamente ricco di spirito per divenire uno degli uomini più ascoltati dell'Europa del suo tempo. Per questo il percorso non deve arrestarsi ma avere un'accelerazione verso il 2019, V centenario della sua canonizzazione. Abbiamo per questo pensato in comune accordo con presidente del Comitato Regionale, di proseguire idealmente verso la Francia e così riscoprire, approfondire, studiare divulgare con maggiore forza e volontà le gesta di San Francesco di Paola oltre i confini d'Italia, possibilmente con la collaborazione delle università e dare a Lui il giusto risalto al suo ruolo internazionale come gigante della Chiesa ma anche personaggio storico di immensa statura che merita adeguata collocazione anche tra i libri di storia. Probabilmente il 2019 è l'occasione giusta affinché attraverso questo progetto si possa immaginare San Francesco di Paola patrono d'Europa perché vi sono tutti presupposti. Il più grande messaggio di speranza e di salvezza è forse contenuto proprio nel suo viaggio in quel suo voltarsi verso la Calabria prima di allontanarsi per sempre. Ogni calabrese puoi immaginare di farcela. Partendo da Paola San Francesco riuscì a convertire il Re di Francia e a divenire rispettato ed ascoltato in tutta Europa. Il più umile di tutti i calabresi ha cioè dimostrato che non è importante da dove si parte con quanti soldi in tasca. Nulla è impossibile: questo devono pensare tutti i calabresi soprattutto i più giovani che in particolare in questo il giorno guardano Paola e a lui si rivolgono ricolmi di speranza.

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