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    Una barca con migranti per le vie di Reggio, provocazione del MigrArtes

     

     

    Una barca con migranti per le vie di Reggio, provocazione del MigrArtes

    28 apr 17 Una barca di legno di otto metri, con ruote, albero maestro e vela, sfilerà domani, sabato, su corso Garibaldi, a Reggio Calabria, come simbolo, dicono gli organizzatori, "di un'altra visione possibile delle migrazioni dei popoli". L'iniziativa, una performance di teatro multidisciplinare di strada, rientra nel penultimo appuntamento del Festival MigrArtes. Ha lo scopo di ribaltare la prospettiva sulle migrazioni e raccoglie gli esiti dei laboratori gratuiti di teatro d'attore, scenografia, costruzione oggetti scenici e composizione musicale, che in questa settimana hanno coinvolto circa 50 allievi al Miramare e quello che riassume la filosofia che sta dietro a MigrArtes: un festival che ha scelto come filo conduttore le contaminazioni tra arti, culture e persone, per illuminare l'altra faccia delle migrazioni, quella che coinvolge le potenzialità culturali dei paesi affacciati sul Mediterraneo e dell'area dello Stretto in particolare. "Da qui - scrivono gli organizzatori in una nota - l'idea di portare una barca nel cuore della città, sotto gli occhi dei passanti. Di farle solcare l'asfalto. Di affidare a giovani attori che interpretano i migranti il compito di consegnare dei doni ai cittadini. Di dare la possibilità ai partecipanti ai laboratori di scrivere i loro desideri sul futuro della città in delle valigie di cartone realizzate e colorate dai migranti non accompagnati inseriti nei progetti dell'Arci provinciale di Reggio Calabria 'Sprar Approdi Mediterranei' e 'Associazione Abakhi - Casa Anawim Centro di accoglienza per minori stranieri non accompagnati'". La barca ed il suo contenuto sarà poi regalata al Comune di Reggio "come simbolo di un'altra visione possibile delle migrazioni dei popoli". "Ormai le barche che affondano vicino le nostre coste, nonostante le immagini rimandate quasi quotidianamente dalle tv, non ci colpiscono più - sottolineano i responsabili dei laboratori Salvatore Arena e Massimo Barilla per Mana Chuma Teatro, Aldo Zucco, Maria Grazia Bono e Caterina Morano per Teatro Le Rane, e Luigi Polimeni per Fondazione Horcynus Orca - per cui abbiamo deciso di portare una barca dentro la città, sotto gli occhi della gente, sostituire l'asfalto al mare e ribaltare le prospettive. Non è la città ad offrire qualcosa (vestiti, cibo, soccorso) ma sono i migranti, rappresentati dai giovani attori. Non si tratta solo di una performance teatrale: insieme all'Arci abbiamo coinvolto i minori migranti non accompagnati nella realizzazione di oggetti scenici e delle valigie in cui raccoglieremo i desideri degli attori e dei cittadini sulla città".

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