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      Gratteri: Legalizzare droghe leggere non serve a lotta mafie

       

       

      Gratteri: Legalizzare droghe leggere non serve a lotta mafie

      31 ago 17 "Si sta discutendo in Parlamento sulla legalizzazione delle droghe leggere. Importanti magistrati sono per la legalizzazione, io pubblico ministero di campagna non sono d'accordo". A dirlo il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, intervistato, a Nicotera da Alberto Romagnoli, corrispondente Rai da Bruxelles sul suo ultimo libro "L'inganno della mafia" scritto insieme ad Antonio Nicaso. All'incontro, promosso dal gruppo "Dopo le 22,00" hanno partecipato, fra gli altri, il prefetto di Vibo Valentia Guido Nicolò Longo, il questore Filippo Bonfiglio, il comandante provinciale dei carabinieri Gianfilippo Magro, il commissario straordinario del Comune di Nicotera Nicola Auricchio e il deputato Dalila Nesci. "Ritengo di poter dire la mia - ha aggiunto Gratteri - perché da 30 anni contrasto la mafia che introduce l'80% di droga in Italia. Gente sopra le nostre teste che non sa nulla di droga parla di legalizzazione. Non accetto questi slogan che pompati mediaticamente diventano credibili e questo è un guaio. Se noi legalizziamo la marijuana, che è un principio attivo molto forte che sballa, secondo questi magistrati, le forze dell'ordine potranno dedicarsi ad altro. Però un'organizzazione criminale, se viene legalizzata una parte di droga, venderà l'altra, quella pesante. La cocaina si produce in Colombia, Bolivia e Perù dove è vietata la vendita ed è, per questo, controllata dai narcotrafficanti. Quindi l'Italia dovrebbe comprarla da loro. Scandalizza che lo Stato venda qualcosa che rende dipendenza e fa male. Stiamo attenti perché se bevo vino posso smettere prima di ubriacarmi, ma se mi faccio una canna sballo subito".

      Europa nega presenza mafie. "L'Italia ha a disposizione la migliore polizia d'Europa anche perché noi siamo preparati per contrastare le mafie più pericolose al mondo. Anche dopo la strage di Duisburg, l'Europa ancora nega la presenza della mafia nel continente. Invece, le mafie vendono cocaina e acquistano di tutto, alberghi, ristoranti, pizzerie". A dirlo il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri. "Il pericolo - ha aggiunto - è quello che se riescono ad acquistare anche i media potrebbero riuscire a banalizzare i comportamenti di correttezza, lavorando ai fianchi le basi della morale e dell'etica". L'unica arma contro la mafia, per Gratteri è la cultura. "Grazie alla cultura - ha detto - nessuno si fa prendere in giro dal mafioso di turno. Un popolo istruito si ribella e reagisce". Il magistrato, infine, ha posto la necessità di informatizzare i tribunali. "Negli armadi dei Tribunali - ha spiegato - sono fermi migliaia di fascicoli. E' necessario creare un sistema informatizzato come a Catanzaro dove sono presenti i vertici delle forze dell'ordine tra i migliori d'Italia".

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