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    La Calabria dice no alla violenza sulle donne

     

    La Calabria dice no alla violenza sulle donne

    21 ott 16 A Reggio Calabria ha sfilato il corteo della manifestazione nazionale "La Calabria contro la violenza sulle donne", promossa dalla Regione Calabria sull'onda dello sdegno suscitato dalla vicenda della tredicenne di Melito Porto Salvo sottoposta per un lungo periodo a violenze sessuali di gruppo. In testa al corteo la presidente della Camera Laura Boldrini, il ministro Maria Elena Boschi, la presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi e il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio. Alla manifestazione stanno partecipando alcune migliaia di persone. Tanti i giovani presenti e numerose le scolaresche intervenute da varie zone della regione. Molti gli striscioni di associazioni e realtà della società civile.

    "Bisogna dire no alla 'ndrangheta. Bisogna dire no anche all'indifferenza. Perché se lo diciamo tutti insieme, i ragazzi, le ragazze la società civile, le istituzioni, tutto questo ha più forza. Insieme ce la facciamo" . Lo ha detto Maria Laura Boldrini a Reggio Calabria parlando con i giornalisti nel corso della manifestazione contro la violenza alle donne organizzata dopo i fatti di Melito Porto Salvo.
    La violenza non è un fatto privato. "Questo di oggi è un segnale importante, perché a Melito Porto Salvo è accaduto qualcosa di inaccettabile, ai danni di una bambina, per due anni". Lo ha detto a Reggio Calabria, il presidente della Camera, Laura Boldrini. "Siccome la violenza sulle donne - ha aggiunto - non è un fatto privato ma una violazione dei diritti umani, lo Stato ci deve essere. E lo Stato è qui a dire tre no. No alla violenza sulle donne, no alla 'ndrangheta e no all'indifferenza. E siamo in tanti a dirli questi tre no. Abbiamo un problema a 360 gradi, ma dobbiamo riuscire a dare forza al territorio. Un territorio che si sta ribellando. Noi non possiamo lasciarlo solo". "Mi fa piacere - ha detto ancora la presidente della Camera - che il Presidente della Regione Calabria e le autorità, tutti, abbiano sentito il bisogno di fare qualcosa per rispondere a quanto è accaduto. E sarà ancora più importante gestire a livello regionale le case rifugio in modo che le donne abbiano un'alternativa alla violenza".
    "Questa è un'iniziativa che ci voleva. È un dovere delle istituzioni essere qui perché la violenza su una ragazza fa male a tutti e fa male al nostro Paese. È come se per ogni donna che subisce violenza, ognuna di noi subisse la stessa violenza. Ognuna di noi è il Paese ferito". Lo ha detto la presidente della Camera, Laura Boldrini, nel suo intervento, a Reggio Calabria, a conclusione della manifestazione contro la violenza sulle donne. "Per questo è importante - ha aggiunto - manifestare assieme a tante donne e uomini della società civile, delle associazioni, delle istituzioni. Perché la violenza sulle donne colpisce sì le donne, ma è un problema degli uomini. Lo dico a voi ragazzi: isolate i violenti. Fateli sentire indegni di essere uomini. Mettete all'angolo i violenti. Non confondetevi con loro. E ai violenti voglio mandare un segnale chiaro e forte: rassegnatevi, noi donne non rinunceremo mai, assieme a queste ragazze, alla nostra libertà e ai nostri diritti. Smettetela. Non vincerete. Rassegnatevi".

    Ministro Boschi: No a violenza. "E' bello essere qui oggi, tutti insieme, per condividere la responsabilità di dire no a qualsiasi forma di violenza". Lo ha detto il ministro Maria Elena Boschi nel suo intervento alla manifestazione promossa dalla Regione Calabria dopo le violenze di gruppo cui é stata sottoposta una tredicenne. "Voglio ricordare qui - aggiunto - la grande testimonianza civile di una giovane meridionale, siciliana, Franca Viola, che venne sequestrata dal suo pretendente, e rifiutò nonostante le minacce mafiose il matrimonio riparatore. Da quel momento in poi il reato di violenza sessuale contro le donne è diventato reato contro la persona".
    "Voglio dire anch'io grazie alla ragazza di Melito il cui gesto di denunciare quanto ha subito serve come esempio e monito a noi tutti". Ha detto, poi, nel suo intervento alla manifestazione svoltasi a Reggio Calabria, il ministro Maria Elena Boschi. "Sappiamo - ha aggiunto il Ministro - che serve coraggio a denunciare, ma vogliamo anche riattivare i centri antiviolenza e istituire in ogni scuola i centri di ascolto perché vogliamo che episodi di tale efferatezza non si debbano più ripetere. Molto spesso sentiamo espressioni del tipo 'però... ma... forse l'abbigliamento...', tesi cioé pseudogiustificazioniste. Sappiamo tutti che non esiste donna al mondo che vada in cerca di violenza"

    Bianchi: sostenere chi denuncia. "La manifestazione di Reggio Calabria dimostra che le istituzioni sono in prima linea per combattere una delle piaghe del nostro Paese: la violenza sulle donne". Lo ha detto Dorina Bianchi, sottosegretario di Stato ai Beni e alle attività culturali presente a Reggio Calabria alla manifestazione nazionale "La Calabria contro la violenza sulle donne". "Dobbiamo dare il nostro sostegno - ha aggiunto Bianchi - per far capire che chi denuncia e rompe l'isolamento, trovando il coraggio di parlare, non viene lasciato solo. Il governo, con la legge di bilancio, ha dato anche un ulteriore segnale inserendo ben 60 milioni al sostegno dell'impresa femminile oltre che al piano anti tratta e a quello contro la violenza alle donne".

    Bindi: fatto maturato in contesto ndrangheta. "A quella bambina di Melito Porto Salvo sono stati deturpati i sogni e rubata la vita". Lo ha detto la presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi nel suo intervento alla manifestazione a Reggio Calabria organizzata dopo le violenze di gruppo cui é stata sottoposta una tredicenne. "La sua vicenda - ha aggiunto Bindi - è del tutto simile a quella di tantissime donne italiane che ogni anno, e sono migliaia, subiscono violenze inaccettabili, molestie, che non sempre vengono denunciate. Non c'è più posto per l'indifferenza, né questi episodi possono essere più oltre nascosti. La violenza su quella bambina di Melito è maturata in un contesto dove forte si avverte il condizionamento della 'ndrangheta. Lì vi è un territorio intimidito, con una amministrazione comunale negli ultimissimi anni sciolta per infiltrazioni mafiose ben tre volte; c'è una omertà che insiste e addirittura spinge ad esprimere solidarietà alle 'famiglie del branco' anziché alla famiglia della bambina così duramente colpita". "La 'ndrangheta ormai - ha detto ancora Bindi - condiziona in moltissime aree l'economia del Paese e non è vero che sia un'organizzazione 'onorata' poiché prima di questo episodio di Melito Porto Salvo ha ucciso Maria Teresa Cacciola, il piccolo Dodò e Lea Garofalo. Ecco perché tutte le istituzioni vogliono essere vicine a questa terra perché ormai comprendiamo che da questa importante regione del Paese possa partire il riscatto di tutti". (

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