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    Legambiente: "Il Sud nella morsa delle ecomafie, business da 19 mld"

     

     

    Legambiente: "Il Sud nella morsa delle ecomafie, business da 19 mld"

    05 lug 16 Il sud Italia rimane nella ''morsa'' dell'ecomafia: in testa alla classifica regionale degli illeciti si piazza la Campania; il Lazio è la prima del centro Italia, la Liguria è la prima del nord. Così il rapporto Ecomafia 2016 di Legambiente presentato oggi a Roma al Senato, in cui si calcola che ''il business'' eco-criminale nel 2015 è stato di ''19,1 miliardi, quasi tre miliardi in meno rispetto all'anno precedente''. A detta del report il ''calo è dovuto principalmente alla netta contrazione degli investimenti a rischio nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa (Campania, Sicilia, Calabria, Puglia, ndr), che hanno visto nell'ultimo anno prosciugare la spesa per opere pubbliche e per la gestione dei rifiuti urbani sotto la soglia dei 7 miliardi (erano 13 l'anno precedente)''. Secondo il nuovo report di Legambiente ''la corruzione è un fenomeno dilagante: è l'altra faccia delle ecomafie''; e la Regione con il più alto numero di indagini è la Lombardia. Nonostante il calo complessivo dei reati nel 2015, cresce ''l'incidenza degli illeciti nelle quattro regioni a tradizionale insediamento mafioso; in Calabria, Campania, Puglia e Sicilia ne sono stati contati 13.388, il 48,3% del totale; in testa la Campania con 4.277 reati (il 15% a livello nazionale); seguono Sicilia (4.001), Calabria (2.673), Puglia (2.437) e Lazio (2.431). Su base provinciale ancora la Campania ha il primato: le province di Napoli e Salerno sono tra le due più colpite, rispettivamente con 1.579 e 1.303 reati, seguite da Roma (1.161), Catania (1.027) e Sassari (861). I clan eco-criminali censiti sono 326. ''La corruzione è un fenomeno sempre più dilagante - si spiega - che facilita ed esaspera il malaffare in campo ambientale in maniera formidabile. Dal 1 gennaio 2010 al 31 maggio 2016 sono state contate 302 inchieste sulla corruzione in materia ambientale, con 2.666 persone arrestate e 2.776 denunciate''. Nella classifica delle indagini in eco-corruzione, dopo la Lombardia (40) seguono Campania (39), Lazio (38), Sicilia (32) e Calabria (27).

    Nel 2015 oltre 28mila reati. I reati ambientali sono in leggera flessione ma crescono gli arresti: primi segnali frutto di una inversione di tendenza dopo l'introduzione dei delitti contro l'ambiente nel codice penale, gli eco-reati. Nel 2015 sono stati accertati 27.745 reati ambientali e 188 arresti, 24.623 le persone denunciate e 7.055 i sequestri. Questa la fotografia scattata dal nuovo rapporto Ecomafia 2016 di Legambiente, le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia (Edizioni Ambiente), presentato oggi a Roma al Senato. Secondo il report crescono gli illeciti nella filiera agro-alimentare, i reati contro gli animali e gli incendi che hanno mandato in fumo più di 37.000 ettari. In calo i reati relativi al ciclo dei rifiuti. Quanto all'abusivismo edilizio, sono stati costruiti illegalmente 18 mila immobili. Secondo i calcoli di Legambiente nel 2015 ci sono stati ''più di 76 reati al giorno, più di 3 ogni ora''. E, si osserva nel report, ''nei primi otto mesi dall'entrata in vigore della legge'' sugli eco-reati ''sono stati contestati 947 reati, con 1.185 denunce dalle forze dell'ordine e dalle Capitanerie di porto e il sequestro di 229 beni per un valore di 24 milioni di euro. Sono 118 i casi di inquinamento e 30 le contestazioni del nuovo delitto di disastro ambientale''. ''La pressione dell'abusivismo - si spiega nel report - continua senza tregua e non si ferma nemmeno davanti alla crisi del settore edilizio: nel 2015 sarebbero stati costruiti altri 18.000 immobili completamente fuori legge. Impressionanti anche i dati complessivi sul ciclo del cemento: sempre nel 2015 sono stati accertati quasi 5 mila reati, 13 al giorno, e sono stati effettuati 1.275 sequestri''; la Campania si conferma regione leader, con il 18% delle infrazioni su scala nazionale, davanti a Calabria, Lazio e Sicilia. E su scala provinciale in testa Napoli (301 reati), poi Avellino (260), Salerno (229) e Cosenza (199). Preoccupano gli illeciti legati all'agroalimentare: oltre 20 mila reati accertati e 4.214 sequestri, per un valore complessivo che ammonta a più di 586 milioni di euro. In espansione il fenomeno del caporalato. Le Ecomafie continuano i loro affari anche nel racket degli animali con 8.358 reati nel 2015. A rischio anche i beni culturali: lo scorso anno ne sono stati recuperati o sequestrati dalle forze dell'ordine per un valore che supera i 3,3 miliardi (6 volte superiore a quello registrato nell'anno precedente che era stato intorno ai 530 milioni). Per quanto riguarda i roghi, maglia nera alla Campania per il numero più alto di infrazioni (894, quasi il 20% sul totale nazionale), seguita da Calabria (692), Puglia (502), Sicilia (462) e Lazio (440).

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