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    Blitz della PS alle cosche Commisso, Ursino e Pesce, 14 arresti

     

    Blitz della PS alle cosche Commisso, Ursino e Pesce, 14 arresti. La centrale in una lavanderia

    22 gen 16 La Polizia di Stato sta eseguendo una serie di arresti e perquisizioni nei confronti di soggetti legati a cosche della 'ndrangheta operanti tra Gioiosa Ionica, Rosarno e Siderno. Sono in tutto 14 le ordinanze di custodia cautelare emesse dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Reggio Calabria: otto in carcere e sei ai domiciliari. Per tutti gli indagati l'accusa è di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di droga. Tra i destinatari dei provvedimenti scaturiti dalle indagini degli uomini del Servizio centrale operativo e dalla Squadra mobile di Reggio Calabria, figurano il boss Giuseppe Commisso - detto 'u mastru', considerato il capo dell'omonima famiglia e già detenuto per una condanna a 14 anni di reclusione per associazione mafiosa - i suoi broker di riferimento e personaggi legati ai Pesce di Rosarno e agli Ursino di Gioiosa Ionica. I dettagli dell'operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa in programma alle 11 in procura a Reggio Calabria alla presenza del procuratore antimafia e antiterrorismo Franco Roberti, del procuratore di Reggio Federico Cafiero de Raho, del procuratore aggiunto Nicola Gratteri, del questore di Reggio Raffaele Grassi, del capo della prima sezione dello Sco Andrea Grassi e del capo della Squadra mobile Francesco Rattà.

    Tra arrestati agente Ps al porto. C'è anche un poliziotto tra le persone arrestate nel corso dell'operazione. Si tratta di Gian Luca Castagna, in servizio alla Frontiera Marittima del porto di Gioia Tauro, che è stato posto ai domiciliari. L'agente è accusato di avere fornito agli affiliati della cosca informazioni riservate sulle modalità di ingresso ed uscita dei container dal porto di Gioia Tauro in modo da eludere i controlli. Inoltre avrebbe accompagnato alcuni 'ndranghetisti dagli acquirenti, tra i quali Francesco Fattoruso, ritenuto un noto esponente del clan camorristico Aquino-Annunziata di Boscoreale (Napoli) - trovato cadavere il 26 marzo 2014 nella sua auto distrutta dalle fiamme - che acquistava dai Commisso pagando con denaro consegnato, in alcuni casi allo stesso Castagna. In una conversazione intercettata, il poliziotto infedele riferiva che alcune banconote puzzavano di muffa.

    La centrale in una lavanderia. L'operazione di oggi della Polizia di Stato contro cosche di 'ndrangheta scaturisce dell'analisi delle conversazioni ambientali intercettate all'interno della lavanderia Apegreen di Siderno (Reggio Calabria), gestita da Giuseppe Commisso e ritenuta dagli investigatori la base operativa dell'organizzazione. Le microspie furono piazzate nel 2010: ore e ore di conversazioni fra gli esponenti della 'ndrangheta ionico-reggina consentirono di ricostruire le attività dei Commisso e, soprattutto, di scoprire l'esistenza di 'locali' di 'ndrangheta sia in Italia che all'estero. Indagini che portarono all'operazione 'Crimine', chiusa con oltre 300 arresti. La rilettura e l'analisi di quelle e di altre conversazioni, rimaste fuori dal procedimento principale, ha consentito di individuare il ruolo dei Commisso nel narcotraffico internazionale e ha portato all'operazione di oggi. In sostanza, l'inchiesta rappresenta l'epilogo delle indagini che hanno coinvolto la cosca dal 2009 a oggi e ha dimostrato, secondo gli investigatori, come l'organizzazione fosse operativa in Belgio, Costa d'Avorio e Venezuela.

    Procuratore De Raho: dimostrato che Commisso traffica droga. "E' un'operazione particolarmente significativa che parte da intercettazioni ambientali nella famosa lavanderia dei Commisso a Siderno e per la prima volta dimostra il coinvolgimento di questa consorteria nel traffico di stupefacenti, hascisc, marijuana e cocaina; ed evidenzia, ancora una volta, la gestione unitaria della 'ndrangheta e la capacità dei Commisso di aggregare cosche diverse come in questo caso i Pesce di Rosarno e i De Masi di Gioiosa Ionica". Così il procuratore della Reoubblica di Reggio Calabria Federico Cafiero De Raho ha sintetizzato, incontrando i giornalisti, gli esiti dell'operazione Apegreen che ha portato all'arresto di 14 persone. "Il poliziotto arrestato - ha aggiunto Cafiero De Raho - ha collaborato nell'attività di importazione degli stupefacenti attraverso il porto di Gioia Tauro. Pur tuttavia lo Stato ha i necessari anticorpi idonei per scardinare queste collaborazione che contribuiscono a determinare la forza della 'ndrangheta". Cafiero De Raho ha poi sottolineato la presenza del procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, "a dimostrazione che il sostegno che ci dà continuamente la Dna è veramente enorme". "Siamo sempre vicini alla Procura di Reggio - ha detto dal canto suo Roberti - perché vediamo i risultati di un lavoro intenso. Questa operazione si pone in linea logica e cronologica con una serie di precedenti operazioni eseguite tutte dalla Polizia di Stato. E' un'azione che continua costante sulle cosche della 'ndrangheta del territorio ionico che a me sembra veramente impressionante e meritevole della più alta considerazione grazie all'impegno dei colleghi ed in questo caso della Polizia che è stata particolarmente efficace nella propria azione investigativa"

    Gratteri: ora con chi relaziona la borghesia-Commisso? "Mi chiedo ora come si relazionerà in futuro la borghesia Ionica nei confronti di questa famiglia mafiosa". A dirlo è stato il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri, sottolineando, nel corso dell'incontro con i giornalisti, l'importanza dell'operazione Apegreen, che "sfata una leggenda, quella secondo la quale la famiglia Commisso non trafficasse in cocaina, o meglio che i Commisso non si sporcassero le mani con il traffico degli stupefacenti". "Aspetto quest'ultimo - ha aggiunto - che ha determinato in questi anni una fascinazione ed un apprezzamento da parte di certa borghesia ionica che vedeva nei Commisso la cosiddetta 'ndrangheta buona. Tuttavia è la famiglia più importante perché è anche la più ricca e quella che è entrata con maggior forza nell'imprenditoria perché nella Locride sono tutti prestanome dei Commisso, famiglia che per la prima volta becchiamo con le mani nel traffico della cocaina. E' una scoperta importante per chi studia le dinamiche di 'ndrangheta". In riferimento al collegamento con i Pesce di Rosarno, Gratteri ha spiegato che si trattava di pagare la mazzetta alla mafia che controlla il porto, serve sempre un'interfaccia. All'incontro con i giornalisti hanno partecipato anche il questore di Reggio Calabria Raffaele Grassi, il capo della prima sezione dello Sco Andrea Grassi ed il capo della squadra mobile Francesco Rattà.

    "Colpo alla cosca Commisso! Grazie agli uomini della Dda di #ReggioCalabria autori di una grande operazione. Insieme per una Calabria libera". Così, su Twitter, il deputato del Pd, Ernesto Magorno, componente della Commissione parlamentare Antimafia ha commentato l'operazione della Dda di Reggio Calabria che ha colpito la cosca Commisso.

    "Congratulazioni alla Polizia di Stato di Reggio Calabria, alla Procura distrettuale Antimafia e al Servizio Centrale Operativo per l'operazione Apegreen, che ha portato all'arresto di 14 persone accusate di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti". Lo dichiara, in una nota, Dorina Bianchi, vicepresidente dei deputati di Area popolare. "Anche oggi, grazie alle forze dell'ordine e alla magistratura, è stato inferto - conclude - un altro duro colpo al sistema mafioso. L'illegalità frena la crescita e lo sviluppo del Sud: avanti così per liberarlo".

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