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    In Calabria trasformato il 65% del paesaggio costiero

     

     

    In Calabria trasformato il 65% del paesaggio costiero

    22 lug 15 "Il 65% del paesaggio costiero calabrese è stato trasformato. Anche la morfologia della linea di costa è stata alterata, in maniera irreversibile, per ben 56 chilometri". Sono alcuni dei dati, definiti "allarmanti", presentati oggi a Reggio Calabria e ricavati dal dossier di Legambiente sul consumo di suolo delle aree costiere italiane. Alla conferenza stampa ha partecipato il vicepresidente nazionale e responsabile energia, trasporti e urbanistica di Legambiente, Edoardo Zanchini. "La Calabria ha bisogno - ha sostenuto Zanchini - di mettere finalmente al centro dell'attenzione, la tutela e valorizzazione delle aree costiere. Alla Regione chiediamo, in linea con l'obiettivo proclamato dal presidente Oliverio, di ridurre il consumo di suolo, di fissare un vincolo di inedificabilità assoluta per tutte le aree costiere ancora libere dall'edificato di almeno un chilometro dal mare, attraverso l'approvazione di un piano paesaggistico che scongiuri i rischi di cementificazione che si aprono con il silenzio-assenso introdotto dalla Legge Madia". La Calabria - è stato detto nel corso dell'incontro - ha complessivamente un totale di 798 km di coste, da Tortora Marina sul Tirreno a Rocca Imperiale sullo Jonio, che la separano dalla Basilicata. Oggi 523 chilometri (il 65%) della costa calabra sono urbanizzati e dunque trasformati da interventi antropici legali e abusivi. In particolare 56,8 chilometri risultano occupati da infrastrutture, viarie e portuali; 205,5 risultano occupati dai centri urbani principali, mentre 261 sono i chilometri trasformati da una urbanizzazione poco densa, diffusa lungo la linea di costa. Restano 'liberi', a rischio cementificazione, 119 chilometri di suoli agricoli e 156 di natura inalterata. A questa prima analisi si è aggiunta, una seconda indagine che ha riguardato la morfologia della linea di costa: sono 614 i chilometri di spiaggia, 128 quelli di costa rocciosa, mentre ben 56, sono i chilometri di costa trasformati, in maniera irreversibile, con banchine e riempimenti legati agli usi portuali. "Noi riteniamo - ha affermato Nuccio Barillà della segreteria nazionale e regionale di Legambiente - che una chiara indicazione di tutela sia la precondizione per ragionare in maniera trasparente e condivisa di interventi di riqualificazione delle parti costruite, per valorizzarne le potenzialità turistiche, attraverso interventi sulla messa in sicurezza statico, sull'efficienza energetica, sulla qualità ambientale"

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