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    Operazione AEmilia nuovi arresti, nuova misura per boss Grande Aracri

     

    Operazione AEmilia nuovi arresti, nuova misura per boss Grande Aracri

    16 lug 15 C'è anche Nicolino Grande Aracri, considerato il boss della 'ndrangheta attiva tra la Calabria e l'Emilia, tra i destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip Alberto Ziroldi nell'ambito della nuova tranche di Aemilia. Oltre che per Grande Aracri, già detenuto per altre vicende, il carcere è stato disposto anche per Alfonso Diletto e Michele Bolognino, accusati di essere tra i capi dell'organizzazione sgominata dall'ondata di arresti di gennaio, e per Giovanni Vecchi; i domiciliari per Domenico Bolognino, Jessica Diletto, Francesco Spagnolo, Patrizia Patricelli e Ibrahim Ahmed Abdelgawad. Sono indagati a vario titolo e in concorso tra loro di trasferimento fraudolento di valori con l'aggravante di aver agito per agevolare l'attività dell'associazione mafiosa. Ad Alfonso Diletto, Vecchi e Patricelli è contestato pure l'impiego di denaro, beni o utilità di illecita provenienza, anche in questo caso aggravata. Il sequestro preventivo riguarda le società Consorzio Europa con sede a Brescello (Reggio Emilia); Immobiliare BG S.r.l, con sede a Reggio Emilia Immobiliare Prestigio S.r.l. di Parma; Platino Immobiliare S.r.l.' di Modena; D.S. Costruzioni S.r.l. con sede a Brescello, tutte riconducibili a Diletto. Così come altre quattro società - SAVE Group S.r.l e SAVE Engineering S.r.l. di Montecchio Emilia, Impregeco S.r.l. di Roma, SAVE International LTD, con sede a Birzebbuga (Malta) - dove è emerso l'interesse diretto di Nicolino Grande Aracri. Sequestrata anche la discoteca 'La Para' di Parma, riconducibile a Michele Bolognino. Dalle indagini sono emersi ulteriori elementi sulla posizione apicale rivestita da Diletto, collettore di risorse economiche provenienti anche dalla cosca, che faceva confluire in diverse società operative nel settore degli appalti. Nel caso della Save International Ltd, Diletto risulta formalmente coinvolto nell'attività di gestione, forse perché convinto di potersi sottrarre all'eventuale aggressione patrimoniale da parte dell'autorità italiana. Collegamenti tra le società e la loro riferibilità ad un unico soggetto economico sono avvalorati dai significativi flussi finanziari tra SAVE Group, da un lato, e SAVE Engineering ed Impregeco, dall'altro, gestiti dai prestanome Vecchi e Patricelli, per gli investigatori a conoscenza della riferibilità delle società a Diletto e, per suo tramite, a Grande Aracri. Anche Michele Bolognino è risultato referente di attività economiche di derivazione illecita, mentre sono ritenuti prestanome Abdelgawad, Jessica Diletto e Spagnolo. Una misura di prevenzione è stata eseguita infine a carico di Palmo Vertinelli, imprenditore arrestato a gennaio: il provvedimento integra un precedente sequestro di beni per 9 milioni da parte del Ros, il 24 febbraio, e ha colpito due ulteriori aziende, 54 immobili, 12 auto e 20 tra rapporti bancari e societari. Anche in questo caso l'indagine ha accertato un illecito accumulo di ricchezze e tentativi di dissimulare disponibilità economiche, per eludere l'applicazione delle misure di prevenzione previste dalla normativa antimafia.

    Nuovi arresti nella seconda tranche dell'operazione 'Aemilia'. I carabinieri stanno eseguendo in Emilia-Romagna e Lombardia misure di custodia cautelare emesse su richiesta della Dda di Bologna nei confronti di nove persone, di cui tre esponenti della 'Ndrangheta emiliana attiva tra Reggio Emilia, Parma, Piacenza e Modena e operante anche a Verona, Mantova e Cremona. E' in corso inoltre un sequestro di società, beni e attività commerciali nella disponibilità diretta della cosca, per oltre 330 milioni. Decine sono inoltre le perquisizioni in corso sul territorio nazionale, anche a carico di liberi professionisti. Tra gli arrestati, accusati di trasferimento fraudolento di valori e reimpiego in attività economiche di denaro, beni e altre utilità provento delle attività illecite della cosca, anche insospettabili prestanome. Al centro delle indagini, condotte dai carabinieri dei comandi provinciali di Modena e Parma, oltre che dal Ros di Roma, l'infiltrazione della 'Ndrangheta emiliana, articolazione della cosca 'Grande Aracri' di Cutro (Crotone), nel tessuto economico nazionale e locale, attraverso la costituzione di varie società di capitali. Particolari sull'operazione in una conferenza stampa alle 10.30 nella Procura della Repubblica di Bologna.

    Scoperte società prestanome. La 'Ndrangheta emiliana, strutturalmente autonoma rispetto alla cosca cutrese di cui costituisce derivazione storica, aveva costituito società falsamente intestate a terzi, dove conferire ingenti somme di denaro e altre utilità derivanti dai reati fine del sodalizio, oltre a provviste illecite direttamente riconducibili al boss Nicolino Grande Aracri. E' questo lo sviluppo investigativo - in prosecuzione dell'inchiesta Aemilia che a gennaio aveva visto l'esecuzione di 117 arresti - che ha portato nella notte alla nuova operazione condotta in Emilia-Romagna, Lombardia, Calabria e Lazio da oltre 300 carabinieri dei comandi provinciali di Modena, Parma, Reggio Emilia e del Ros, supportati da elicotteri e unità cinofile. L'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del tribunale di Bologna scaturisce dall'indagine coordinata dal procuratore capo Roberto Alfonso e dai Pm Marco Mescolini e Beatrice Ronchi. La misura cautelare ha disposto anche il sequestro preventivo di nove società di capitali, alcune delle quali impegnate nella realizzazione di importanti contratti d'appalto all'estero, e di una discoteca. Gli investigatori ritengono che le condotte dei prestanome arrestati abbiano garantito alla cosca la continuità delle attività d'impresa anche dopo gli arresti eseguiti a gennaio.

    Perquisizioni a 3 legali. Le perquisizioni dei carabinieri nell'ambito della seconda ordinanza Aemilia di questa mattina hanno interessato anche tre avvocati non indagati, che hanno seguito gli affari di alcune delle persone indagate dalla Procura di Bologna. Le perquisizioni si sono svolte a Parma, presente il Pm Marco Mescolini, a Reggio Emilia (Pm Beatrice Ronchi) e a Roma, dov'era presente un magistrato della Procura locale.

    C'è da preoccuparsi. "Quando due, parlando fra di loro, uno dice all'altro 'a Reggio Emilia sono circa 7mila e 3 o 4 mila sono a Parma', io ho ragione di preoccuparmi". Lo ha detto in conferenza stampa il procuratore di Bologna, Roberto Alfonso, citando un'intercettazione della seconda tranche dell'inchiesta 'Aemilia' in cui due soggetti parlano di persone 'disponibili'. "Sto per lasciare l'ufficio e faccio il massimo fino all'ultimo giorno. Siamo riusciti a dare un segnale importante. Abbiamo aperto la strada e tracciato un percorso. Spero venga proseguito sempre anche quando non ci sarò". Ha poi detto il procuratore di Bologna, Roberto Alfonso, a margine della conferenza stampa per la seconda tranche dell'inchiesta Aemilia. Il magistrato a breve andrà infatti a Milano a presiedere la Procura generale. "Abbiamo tanti filoni ancora non completamente sviluppati e esauriti - ha aggiunto - Completata la prima parte più importante, l'ufficio si occupa dell'approfondimento di tanti altri filoni". Nei prossimi "mesi assisteremo alla loro definizione con richieste e adozioni di misure cautelari a questo tipo di attività - ha detto - Per molti anni si potrà approfondire il materiale investigativo che abbiamo e trovare ulteriori riscontri all'impianto complessivo che siamo riusciti a dare". Il primo punto sulla situazione delle infiltrazioni mafiose in Emilia-Romagna, ha poi spiegato, lo "abbiamo fatto con la prima ordinanza del processo Aemilia. Quella di oggi è la riprova di quello che avevamo detto allora. Si tratta di aziende importanti in molti settori nevralgici dell'attività economica, altroché infiltrazione, era più di un'infiltrazione...". La conversazione del 15 giugno 2013 citata dal procuratore è richiamata dal Gip Alberto Ziroldi nell'ordinanza. A parlare sono un maresciallo dei carabinieri in congedo per riforma, oggetto già di altre indagini della Dda di Roma e un avvocato. "Allora questi qua c'hanno... tutta Reggio Emilia... perché c'hanno 7000 eh... calabresi a Reggio Emilia e 3/4mila a... Parma", dice l'ex militare al legale, sottolineando, osserva il Gip, "l'importanza di non disattendere le aspettative di questi importanti clienti". Il riferimento è ad Alfonso Diletto, considerato braccio destro di Nicolino Grande Aracri.

    Accertamenti su investimenti in Africa. Gli investigatori, a quanto si apprende, stanno portando avanti accertamenti nei confronti di alcune delle imprese sotto sequestro per degli investimenti in Africa, e precisamente in Costa d'Avorio. Per il procuratore di Bologna, Roberto Alfonso, questa tranche di indagine dell'inchiesta Aemilia "è un approfondimento di un filone particolare dell'indagine che riguarda esclusivamente gli aspetti economici".

    Affari gestiti dal carcere. Nonostante gli arresti dell'operazione Aemilia dello scorso gennaio "abbiamo appurato che fino a qualche giorno fa l'attività continuava. Dal carcere continuavano a gestire affari dando disposizioni all'esterno, facendo sì che l'attività economica delle aziende continuasse in modo fruttuoso. C'era l'esigenza di interrompere anche in questo modo l'attività delittuosa che continuava nonostante le misure cautelari di gennaio". Lo ha detto in conferenza stampa il procuratore di Bologna, Roberto Alfonso, in merito alla seconda tranche dell'inchiesta 'Aemilia' che ha portato all'arresto di nove persone; 19 gli indagati a vario titolo.

    Drammatico radicamento mafie in Emilia. "Le indagini e i risultati a cui portano confermano ancora una volta il drammatico radicamento delle mafie nel nostro territorio. Per le Istituzioni locali è importante impegnarsi a tenere alta l'attenzione, operare seriamente per prevenire le infiltrazioni della criminalità organizzata e rafforzare la diffusione della cultura della legalità". Così la presidente dell'Assemblea legislativa regionale, Simonetta Saliera, ha commentato gli sviluppi dell'inchiesta Aemilia contro la 'ndrangheta. "In questi anni - ha aggiunto Saliera - la Regione Emilia-Romagna ha proseguito e rafforzato la propria attività partendo proprio dalla formazione e dal coinvolgimento dei giovani e dall'impegno per il recupero e la riconsegna alle nostre comunità dei beni confiscati alle mafie. Dobbiamo fare sempre di più ed essere all'altezza dell'attuale momento storico".

    Udienza preliminare a Bologna. L'udienza preliminare del processo Aemilia "si farà a Bologna in un padiglione della fiera". Lo ha annunciato all'ANSA il presidente del tribunale Francesco Scutellari: "E' il risultato raggiunto grazie alla concreta collaborazione della Regione Emilia-Romagna, che mi ha formalmente comunicato con una lettera la disponibilità a sostenere sul piano economico parte delle spese per permettere lo svolgimento del processo a Bologna". Inizialmente erano sorti dubbi per la mancanza di spazi adeguati. Per il presidente è un risultato importante "perché Bologna è la sede naturale" dell'udienza preliminare e perché l'inchiesta "ha coinvolto le realtà mafiose del territorio ed è giusto e doveroso che i cittadini siano messi a conoscenza del fenomeno mafioso, con un'educazione alla legalità più diretta". Scutellari ha voluto ringraziare il presidente della Regione Stefano Bonaccini e la presidente dell'assemblea legislativa Simonetta Saliera "per la sensibilità dimostrata particolarmente in quest'occasione, che si riallaccia alla preoccupazione più volte espressa dai vertici della Regione di fronte al fenomeno mafioso". Si è trattato di "un caso esemplare di collaborazione tra le istituzione che si inserisce in quella collaborazione più ampia che deve esserci per affrontare i problemi della giustizia nel nostro territorio". La maxi-udienza di criminalità organizzata dove sono attese almeno 400 persone tra imputati e avvocati (224 sono i destinatari di avvisi di fine indagini) è prevista per ottobre: "Ora mi auguro che la Procura rispetti i tempi e ci mandi al più presto le richieste di rinvio a giudizio", ha concluso il presidente.
    "Concreta collaborazione: le parole usate dal presidente del Tribunale, Francesco Scutellari, che ringrazio, sono le migliori per definire l'impegno reciproco affinchè la maxiudienza del processo Aemilia si tenga a Bologna". Così il presidente dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, ha commentato la notizia che l'udienza preliminare del processo si svolgerà nel capoluogo emiliano. "Quando la collaborazione tra istituzioni è profonda, come in questo caso - ha aggiunto - si possono raggiungere risultati concreti in tempi brevi. Sono sinceramente molto soddisfatto. Ho evitato le polemiche nei giorni scorsi, le voglio evitare anche ora: il nostro impegno per la legalità e la giustizia continuerà a essere costante e centrale nell'azione di governo".

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