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    Traffico internazionale di droga gestito dal clan Mancuso smantellato dai ROS, 44 arresti

     

    Traffico internazionale di droga gestito dal clan Mancuso smantellato dai ROS, 44 arresti

    09 lug 15 Dalle prime ore di questa mattina, i carabinieri dei Ros stanno eseguendo, in diverse località italiane ed estere, un'ordinanza di custodia cautelare, emessa su richiesta della procura distrettuale antimafia di Catanzaro, nei confronti di 44 indagati per associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. I provvedimenti sono frutto di condotte dal Ros nei confronti di un'organizzazione transnazionale, collegata alla cosca Mancuso di Limbadi (Vibo Valentia), dedita al traffico internazionale di cocaina proveniente dal Sud America e destinate ai mercati del nord Italia ed Europa. Le indagini, che si sono avvalse anche di agenti sotto copertura, hanno consentito di individuare i flussi intercontinentali del narcotraffico e, in collaborazione con la direzione centrale per i servizi antidroga, identificare le componenti colombiane, venezuelane e italiane del sodalizio. Sequestrati, in cooperazione con le autorità colombiane e spagnole, oltre 600 chili di cocaina.

    Una base composta da albanesi impiantata a Fiano Romano (Roma) era inserita nell'organizzazione di trafficanti internazionali di droga sgominata dai carabinieri del Ros con l'operazione che stamattina ha portato all'esecuzione di 44 arresti. Lo ha riferito il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo. "Il gruppo di albanesi - ha detto Lombardo - è stato il destinatario di una delle consistenti partite di droga gestite dall'organizzazione, che estendeva le sue ramificazioni in più parti della Calabria ed anche in varie zone d'Italia ed all'estero. Le aree di origine del traffico sono state individuate in Venezuela, Colombia e Cile, Paese quest'ultimo da dove c'e' stato l'ultimo tentativo d' importazione. Destinatari del traffico sono diversi soggetti in varie zone del mondo, a conferma della transnazionalità dell'organizzazione".

    62 le persone coinvolte: Aniello Ambrosio, 58 anni, di Riccione; Francesco Attisani, 66 anni di Francavilla Angitola (VV); Baco Riza, 36 anni, nato in Albania residente a Fiano Romano (Rm); Ismael Beltran Maldonado detto “Il vecchio”, 73 anni, di Palmira (Colombia); Domenico Barbieri, 47 anni, di Catanzaro; Maurizio Bruno, 39 anni, nato a Napoli residente a Castello di Cisterna (Na); Huber Antonio Calllender Jimenez, 40 anni, di Caracas (Venezuela); Carolina David Carvallo Martinez, 43 anni, di Carobobo (Venezuela); Ricardo Alfonso Castaneda Gonzales, 55 anni, nato in Guatemala, residente a Milano; Domenico Cino, 62 anni, nato a Catanzaro, residente a Spilinga (VV); Filippo Corello, 30 anni, di Vibo Valentia; Antonio Cortese, 49 anni, di San Gregorio d'Ippona (VV); Fabrizio Cortese, 43 anni, di San Gregorio d'Ippona (VV); Francesco Cortese, 46 anni di San Gregorio d'Ippona (VV); Ciro Davolo, 63 anni, di Vibo Valentia; Enrico De Angelis, 57 anni, di Priverno (LT), residente ad Aprilia; Elio Dell'Unto, 64 anni, nato a Collepardo (FR), residente ad Aprilia; Miguel Eusebio Diaz Oyola, 74 anni, nato in Colombia, residente a Panama; Agostino Di Barbora, 52 anni, di Mortegliano (UD); Claudio Di Felice, 56 anni, nato ad Avezzano (AQ), residente a Torino; Maria Gloria Facklam, 72 anni, nata a Rio de Janeiro, residente a Roma; Rafael Guillermo Carrero Farfan, 41 anni, di Tucupita (Venezuela); Luigi Cherubino Figini, 62 anni di Milano; Danilo Fiumara, 46 anni, di Francavilla Angitola (VV); Francesco Fiumara, 60 anni, nato a Napoli, residente a Pizzo Calabro (VV); Raffaele Fiumara, 62 anni, nato a Napoli, residente a Francavilla Angitola (VV); Michele Flemma, 41 anni, nato a Bologna, residente a Perugia; Giuseppe Foti, 38 anni, nato a Catanzaro, residente a Stefanaconi (VV); Bruno Fuduli, 54 anni, residente a Fiorenzuola d'Adda (PC); Fernanda Victoria Galvez Ossa, 47 anni, nata a Calì (Colombia), residente a Madrid; Bernardo Piratoba Garnica, 46 anni, nato a Pozuelo de Alarcon (Colombia), residente a Madrid; Jennifer Velez Giraldo, 36 anni, nata in Colombia, residente a Madrid; Guillermo De Jesus Gonzales, 61 anni, nato a El Santuario (Colombia); Sebastian Gonzales Gomez, 32 anni, di Medellin (Colombia); Leon Guillermo Correa Gonzales, 69 anni, di Altamira Huila (Colombia); Aldo Gorgaj, 37 anni, nato a Lusbaje (Albania), residente a Fiano Romano; Domenico Iamundo, 38 anni, di Joppolo (VV), residente a Milano; Giacomo Iamundo, 53 anni, nato a Joppolo, residente a Seregno (Mi); Salvatore Iacopetta, 57 anni, di Gioiosa Jonica; Dario Julian Jaramillo Loaiza, 54 anni, nato a Quinbaya (Colombia), residente ad Agordo (BL); Tommaso Loccisano, 43 anni, nato a Locri (RC), residente a Marina di Gioiosa Jonica; Rocco Logozzo, 47 anni, nato a Locri, residente a Marina di Gioiosa Jonica; Dritan Pane, 37 anni, nato in Albania, domiciliato a Livorno; Alexis Johnny Parada Uzcategui, 46 anni, nato a Soltero (Venezuela) residente a Canino (VT); Giuseppe Patania, 37 anni, di Stefanaconi; Saverio Patania, 41 anni, di Stefanaconi; Roberto Piras, 72 anni, nato a Gavorrano (GR), residente a La Spezia; Domenico Prestinenzi, 53 anni, di Vibo Valentia; Ferdinando Rossi, 46 anni, nato a Napoli, residente a Marano (NA); Gianfranco Russo, 75 anni, di Gorizia; Giuseppe Schiariti, 34 anni, di Vibo Valentia, residente a Spilinga; Saverio Serra, 44 anni, di Vibo, residente a Campogalliano (MO); Vito Giuseppe Serratore, 47 anni, di Pizzo; Amedea Setti, 74 anni, nata a Milano, residente a Riccione; Giuliano Steri, 66 anni, di Genova; Alberto Jaime Tabares Ochoa, 44 anni, nato a Medellin; Claudio Timperi, 52 anni, di Roma, residente a Fiumicino; Domenico Trimboli, 61 anni, nato a Buenos Aires residente ad Alessandria; Alberto Didier Padilla Urena, 48 anni, della Costarica; Maria Caren Alvarez Velasquez, 40 anni, nata a Medellin, residente a Tarquinia (VT); Javier Fernandez Vivero, 46 anni, nato a Soto de Gangas (Spagna) residente a Cervera de Pisuerga; Elton Zotas, 35 anni, nato in Albania, residente a Fiano Romano.

    Due CC infiltrati per 10 anni. Due sottufficiali dell'Arma dei carabinieri sono stati infiltrati per dieci anni nell'organizzazione di narcotrafficanti smantellata stamane con l'arresto di 44 persone. E' quanto emerso dall'inchiesta coordinata dalla Dda di Catanzaro. I due sottufficiali sotto copertura, uno dei Ros ed uno dei Comando provinciale di Livorno, si facevano chiamare Maurizio Amico e Roberto Longo ed avevano costituito una apposita società, la Ligure Servizi, per ricostruire i componenti dell'organizzazione criminale. Le indagini hanno avuto inizio ad agosto del 2005 quando l'allora sostituto procuratore della Dda di Catanzaro, Salvatore Curcio, attualmente in servizio presso la Procura generale del capoluogo calabrese, diede incarico ai due sottufficiali dell'Arma dei carabinieri di infiltrarsi nell'organizzazione di narcotrafficanti colombiani. Fu costituita anche l'apposita società di copertura con la quale Maurizio Amico e Roberto Longo (questi i nomi di copertura dei due carabinieri) iniziarono le loro attività imprenditoriali. La loro società, la Ligure Servizi, prese contatti con la società colombiana 'Plastichimica' ed iniziarono i traffici di cocaina dal Sudamerica fino all'Italia. In dieci anni, con l'aiuto dei due carabinieri sotto copertura, sono stati individuati i componenti dell'organizzazione e sono stati sequestrati ingenti quantitativa di droga sia in porti della Spagna che in Italia. In particolare i due finti imprenditori organizzavano il trasporto della cocaina dalla Colombia. Gli scenari raccontati dai due militari sono di estrema violenza, con i narcotrafficanti sempre più sospettosi e pronti ad uccidere con facilità chiunque cercasse di impedire le loro attività. Nel corso della fase investigativa c'è stato anche il sequestro in Spagna di uno dei referenti delle cosche della 'ndrangheta solo per il sospetto che non riuscissero a far fronte al pagamento della droga. La vicenda si era poi risolta con l'arrivo del carico di cocaina ed il relativo pagamento.

    La coca tra gli abiti e i pavimenti. Tessuti imbevuti di cocaina, pavimenti con il fondo di droga grezza, travi in legno con all'interno la sostanza stupefacente. Sono queste alcune delle modalità per il trasporto della cocaina scoperte nell'ambito delle indagini dei carabinieri del Ros di Catanzaro e del Nucleo investigativo di Livorno che ha portato stamane all'arresto di 44 persone per narcotraffico. I particolari delle indagini sono stati resi noti stamane nel corso di una conferenza stampa svoltasi presso la Dda di Catanzaro, che ha diretto le indagini. La cocaina veniva acquistata in Colombia per poi arrivare in Spagna e successivamente in Italia. A gestire il traffico la cosca di 'ndrangheta dei Mancuso di Limbadi, in sinergia con quelle della fascia jonica reggina e con le organizzazioni colombiane e albanesi. Dalle indagini è emerso che per il trasporto della cocaina venivano utilizzati diversi sistemi, alcuni dei quali anche molto originali. Ad esempio in Colombia ingenti quantitativi di tessuto e vestiti venivano imbevuti, attraverso un procedimento chimico, della cocaina. Quando i vestiti ed i tessuti giungevano in Italia venivano portati a Spilinga, nel vibonese, dove era stata allestita un'apposita raffineria che effettuava il procedimento inverso per recuperare la droga. A Spilinga c'era anche una persona proveniente dal Venezuela chiamata dai componenti dell'organizzazione "il chimico", che aveva il compito di coordinare le procedure per estrarre la cocaina. Le operazioni svolte nella raffineria sono state monitorate e registrate dai carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia. La struttura, realizzata in un casolare abbandonato, è stata sequestrata. I carabinieri hanno anche scoperto un carico di pavimenti che aveva nella parte sottostante la cocaina grezza che era parte integrante delle piastrelle. Quando il carico giungeva a destinazione, le piastrelle venivano staccate dalla droga grezza e quest'ultima veniva raffinata e tagliata.

    Pentito fa decifrare codice. Un ex broker della droga, Domenico Trimboli, ora pentito e collaboratore di giustizia, ha consentito ai carabinieri del Ros di Catanzaro di decifrare il linguaggio con il quale i narcotrafficanti colombiani facevano riferimento ai carichi di cocaina da spedire in Italia alle cosche della 'ndrangheta. È quanto emerso nel corso dell'inchiesta chiamata 'Overing' che stamane ha portato all'arresto di 44 persone. Le indagini, dirette dal sostituto procuratore della Dda di Catanzaro, Camillo Falvo, hanno consentito di sgominare una organizzazione di narcotrafficanti. Alle persone arrestate è stata notificata una ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Catanzaro, Pietro Scuteri. Nel corso di numerose intercettazioni telefoniche ed ambientali i carabinieri del Ros sentivano parlare i narcotrafficanti di 'ragazza' e di somme in euro. Attraverso una serie di riscontri, che hanno portato al sequestro di ingenti quantitativi di cocaina, e con la collaborazione del pentito Trimboli, gli investigatori sono riusciti a decifrare il linguaggio in codice. La cocaina veniva chiamata 'la ragazza', mentre il quantitativo di stupefacente veniva espresso in somme di denaro in euro. Decifrando il linguaggio dei narcotrafficanti, i carabinieri del Ros di Catanzaro e del Comando provinciale di Livorno sono riusciti a ricostruire le rotte della droga. La cocaina partiva dalla Colombia, giungeva in Spagna dove avveniva il pagamento ed approdava poi nella raffineria in Calabria, dove c'era l'attività di trasformazione e smercio al dettaglio nel mercato del nord Italia.

    Indagini lunghe e delicate. "E' stata una di quelle indagini molto lunghe e assai delicata". Lo ha detto il Procuratore di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, nel corso della conferenza stampa per l'operazione 'Overing' che ha portato all'arresto dei 44 componenti di una organizzazione di narcotrafficanti. "Durante le indagini - ha aggiunto - siamo riusciti a decifrare il linguaggio criptico usato dai narcotrafficanti che ci ha consentito di ricostruire le attività e di sequestrare anche ingenti quantitativi di cocaina. Abbiamo individuato anche una cellula albanese, che aveva base operativa a Fiano Romano, che rappresentava un gruppo delinquenziale molto violento e pericoloso". Il Procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri ha evidenziato che "l'inchiesta inizia dieci anni fa quando abbiamo ricevuto una segnalazione secondo la quale i trafficanti colombiani cercavano compratori di cocaina. E' stata così costituita una apposita società ed abbiamo fatto infiltrare due bravi carabinieri che si sono finti imprenditori. E' stata una operazione molto delicata e molto rischiosa. La bravura degli investigatori ci ha portato al risultato odierno". Il comandante provinciale dei carabinieri di Vibo Valentia, col. Daniele Scardecchia, ha ricordato come "anche in piccoli territori come quello di Spilinga la 'ndrangheta ha le sue radici. Non a caso abbiamo scoperto la raffineria in un luogo dove nessuno avrebbe mai sospettato nulla. Ed ancora una volta emerge che nei territori così poveri le cosche mettono le loro basi logistiche". Il comandante del reparto investigativo dei carabinieri di Livorno, maggiore Francesco De Lellis, ha ricordato che dalle indagini sono emersi due "canali diversi. Il primo faceva capo a Domenico Trimboli e l'altro a due colombiani. I nostri militari infiltrati sono riusciti a ricostruire entrambi i canali". Il maggiore Giovanni Migliavacca, del Ros di Catanzaro, ha infine ribadito che le cosche della 'ndrangheta "nonostante la sempre maggiore attenzione delle forze dell'ordine, non smettono mai di occuparsi del traffico di cocaina, che rappresenta una delle loro principali fonti di reddito".

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