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    Orrore a Lamezia, imprenditore ucciso e bruciato davanti casa

     

    Orrore a Lamezia, imprenditore ucciso e bruciato davanti casa

    25 gen 15 Agguato nella notte a Lamezia Terme. Un imprenditore edile Domenico Maria Gigliotti, di 40 anni, (nella foto) è stato ucciso a colpi di arma da fuoco e poi l'auto con il cadavere è stata data alle fiamme. L'omicidio è stato compiuto davanti all'abitazione di Gigliotti intorno alle 4 mentre l'uomo stava facendo rientro a casa a bordo della sua Bmw station wagon. Sul luogo dell'omicidio sono intervenuti i carabinieri e personale della Squadra mobile di Catanzaro. l corpo di Gigliotti è rimasto carbonizzato nell'incendio provocato dai suoi assassini e le fiamme hanno reso quasi irriconoscibile l' auto dell'uomo. Sulla portiera della vettura sono evidenti i colpi di arma da fuoco sparati da uno o più sicari che, dopo avere compiuto l'agguato, si sono immediatamente allontanati. I carabinieri, che hanno avviato le indagini, hanno raccolto la testimonianza della moglie di Gigliotti che dopo avere avvertito i colpi si è affacciata da una finestra e ha dato l'allarme.

    Utilizzato tanto liquido infiammabile. E' stata utilizzata una consistente quantità di liquido infiammabile per bruciare il cadavere di Domenico Maria Gigliotti, l'imprenditore edile di 40 anni ucciso a bordo della sua automobile a Lamezia Terme. Le fiamme si sono sviluppate molto velocemente e, in poco tempo, hanno carbonizzato il cadavere dell'uomo e distrutto la vettura. Gli assassini, secondo quanto emerso dai rilievi effettuati dagli investigatori, non hanno dato a Gigliotti nemmeno il tempo di varcare completamente il cancello della sua villa. Diversi sono stati i colpi sparati contro la vittima molto probabilmente con una pistola dal momento che non sono stati trovati bossoli. L'accertamento sull'arma usata è reso però difficoltoso per le condizioni del cadavere completamente carbonizzato e della vettura che presenta dei fori sulla portiera lato guida. L'agguato in cui è stato ucciso Gigliotti è avvenuto in una zona, contrada Quattrocchi, poco abitata e, nelle vicinanze del cimitero del quartiere di Nicastro. Le indagini dei carabinieri sono coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, Santo Melidona.

    Ivestigatori non escludono nessuna pista. Non si esclude nessuna pista per cercare di fare luce sull'omicidio di Domenico Gigliotti, l'imprenditore ucciso e poi dato alle fiamme a Lamezia Terme. I carabinieri che conducono le indagini su delega della Procura della Repubblica di Lamezia Terme, già da stamattina, hanno sentito parenti, amici e conoscenti della vittima per cercare di acquisire elementi su un delitto consumato con modalità efferate e che hanno suscitato sgomento e raccapriccio tra i cittadini. Alcune persone, già sentite stamattina nell'immediatezza del fatto dagli investigatori, vengono riascoltate in queste ore. Ulteriori elementi sulla dinamica dell'omicidio potranno essere acquisiti con l'esame autoptico sui resti della vittima che dovrebbe svolgersi nelle prossime ore. L'impresa edile Giesse, di proprietà di Domenico Gigliotti, era di modeste dimensioni e attualmente era impegnata in alcuni lavori in città.(

    Agenzia viaggi della moglie era sotto sequestro. Domenico Maria Gigliotti, l'uomo ucciso e dato alle fiamme a Lamezia Terme era stato recentemente destinatario di un Daspo. ma non risulta avesse collegamenti diretti con la criminalità organizzata. Gigliotti, che gestiva un'impresa di costruzioni, la Giesse, e in passato aveva subito alcune perquisizioni da parte delle forze dell'ordine, era il marito di Rosa Curcio, titolare della "Easy Flyght", agenzia di viaggi coinvolta nei mesi scorsi in un'indagine della Guardia di finanza che aveva portato al sequestro preventivo della società per una presunta vicenda legata alla vendita di crociere e viaggi definiti "fantasma". L'inchiesta, denominata "Olandese volante", aveva preso il via ad agosto scorso, quando alcuni clienti dell'agenzia, in momenti diversi, si erano presentati alla Guardia di finanza lamentando di non essere riusciti a partire per le vacanze poiché i biglietti acquistati nell'agenzia non risultavano validi. La donna successivamente aveva fatto sapere, attraverso il suo legale, di "non aver posto in essere alcuna truffa, ma di essere stata essa stessa vittima di una condotta contrattuale scorretta posta in essere da alcuni fornitori di servizi turistici"

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