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    Organizzavano aborti con incidenti per incassare assicurazione, 7 arresti

     

    Organizzavano aborti con incidenti per incassare assicurazione, 7 arresti, 144 indagati a Corigliano

    22 gen 15 Un'operazione della Polizia di Stato e della Guardia di finanza di Cosenza è stata portata a termine per l'esecuzione di sette misure cautelari nell'ambito di un'indagine su una serie di presunte truffe ad assicurazioni per falsi incidenti stradali. Gli investigatori hanno scoperto che in un caso gli indagati avrebbero ottenuto un risarcimento molto elevato, fino a 2 mln di euro, provocando un incidente in cui è rimasta ferita una donna incinta e provocando, deliberatamente, secondo l'accusa, la morte del nascituro. Delle sette persone nei confronti delle quali sono state emesse le misure cautelari, nell'ambito dell'operazione della Polizia di Stato e della Guardia di finanza di Cosenza, denominata 'Medical market', quattro sono state poste agli arresti domiciliari, due hanno ricevuto l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e un'altra, che è un avvocato, la sospensione dalla professione forense. Agli indagati vengono contestati, a vario titolo, i reati di omicidio volontario, falso ideologico e materiale in atto pubblico, corruzione, peculato, frode e truffa ai danni dello Stato.

    Arresti: Ai domiciliari: G.S. di anni 54 Medico di Corigliano Calabro; R.S. di anni 37 abitante a Corigliano Calabro; F.N. di anni 42 abitante a Corigliano Calabro; Z.P. di anni 33 abitante a Corigliano Calabro. Obbligo di presentazione per : P.L. Medico Ortopedico di Corigliano; D.P.G., tecnico radiologo di Corigliano Calabro. Sospesa Avvocatessa B. F. di anni 45, di Corigliano Calabro.

    -- Truffa assicurazioni: Oliverio dispone indagine interna Ospedale Corigliano

    Neonato lasciato morire in ospedale senza assistenza. E' nato prematuro e con il consenso della mamma è stato lasciato morire senza ricevere alcuna assistenza medica. E' quanto emerge dalle indagini della Polizia e della Guardia di finanza di Cosenza che hanno condotto una indagini su una serie di presunte truffe ad assicurazioni per falsi incidenti. Per questa vicenda sono stati disposti gli arresti domiciliari per il reato di infanticidio nei confronti della mamma del bambino, una donna di 37 anni di Corigliano Calabro; un medico di 57 anni dell'ospedale di Corigliano Calabro ed altre due persone. Nel 2012 la donna, mentre era incinta tra la 24/a e la 28/a settimana, ha simulato un incidente stradale e si è presentata al pronto soccorso denunciando che il sinistro le avrebbe provocato la nascita prematura del bimbo. In realtà, secondo gli investigatori, la donna, con il suo consenso, è stata indotta a partorire prematuramente con la tecnica del "pinzamento". Nonostante il bambino fosse nato vivo, arrivato in ospedale non gli sarebbero state fornite le cure necessarie e sarebbe stato lasciato morire grazie alla complicità del medico Pronto soccorso di Corigliano Calabro. Una volta riscosso l'indennizzo, medici e pazienti si sarebbero divisi i soldi del risarcimento ottenuto dall'assicurazione. Il dirigente della sezione di polizia stradale di Cosenza, Domenico Provenzano, nel corso della conferenza stampa per illustrare i particolari dell'operazione ha affermato che "Sarebbe bastata una boccata di ossigeno e il bimbo oggi sarebbe vivo". Dalle indagini emergono altri casi di aborto a scopo di aumentare il risarcimento dei danni sui quali gli investigatori stanno cercando di fare chiarezza.

    Fatti raccapriccianti. "È un'indagine delicata che ha portato alla luce un fatto gravissimo: l'infanticidio di un neonato. È la prima volta che mi capita un reato così grave con lo scopo di truffare un'assicurazione". Lo ha detto il questore di Cosenza Luigi Liguori durante la conferenza stampa dell'operazione "Medical Market" sui falsi incidenti stradali e falsi invalidi. Il comandante provinciale della Guardia di finanza di Cosenza, col. Giosuè Colella, ha evidenziato che "abbiamo scoperto una vera e propria organizzazione che faceva capo a medici, avvocati, a personale sanitario e singoli cittadini che si prestavano per portare a compimento la truffa. Attraverso attività investigative tecniche e ambientali rivolte ad individuare truffe ai danni dell'Inps è stato individuato un sommerso raccapricciante. Si simulava di tutto, patologie psichiche, fratture e traumi. Tutte certificazioni fasulle prodotte e presentate tramite il coinvolgimento di medici e avvocati". Per il comandante della polizia stradale di Cosenza, Antonio Provenzano, "un medico coscienzioso e onesto ha rifiutato la versione di una donna che arrivata in pronto soccorso con traumi all'addome dichiarava di aver avuto un incidente stradale. Il medico ha escluso danni provocati dall'incidente ed evidenziato che gli ematomi sul corpo erano compatibili con percosse e, probabilmente, anche consenzienti. Da qui il sequestro delle cartelle cliniche. Al momento continua la nostra attività investigativa per far luce su tutti i casi di aborto, che fanno parte del meccanismo criminale".

    Scoperti anche 45 falsi invalidi. Quarantacinque falsi invalidi e numerosi casi di assenteismo sono stati scoperti nel corso dell'indagini della polizia e della Guardia di finanza di Cosenza che ha portato stamane all'operazione 'Medical Market' con l'esecuzione di sette misure cautelari. Al centro di tutta l'inchiesta, che riguarda anche numerosi casi di falsi incidenti stradali, c'è l'ospedale di Corigliano Calabro. Alcuni medici, infatti, avrebbero rilasciato certificati per i falsi incidenti stradali, per inesistenti patologie per dipendenti pubblici e certificati per falsi invalidi. Nel filone d'inchiesta relativo ai falsi invalidi sono coinvolti il responsabile di un patronato di Corigliano Calabro ed un avvocato specializzato in cause previdenziali e assistenziali. Il responsabile del patronato e l'avvocato hanno prodotto dei falsi certificati medici per documentare false patologie per il loro clienti in modo da ottenere le indennità dall'Inps. I danni nei confronti dell'Istituto di previdenza sociale sociale ammonterebbe a circa due milioni di euro. Gli investigatori hanno accertato anche il caso di assenteismo di un medico dell'ospedale di Corigliano il quale pur risultando in servizio nel nosocomio in realtà era a casa a guardarsi le partite di calcio.

    Sono 144 gli indagati per truffe alle assicurazioni. Sono complessivamente 144 le persone, alle quali sono stati notificati altrettanti avvisi di garanzia, coinvolte nell'indagine 'Medical market' che a Cosenza ha portato all'esecuzione da parte della Polizia di Stato e della Guardia di finanza di sette misure cautelari, tra cui quattro provvedimenti di arresti domiciliari. La truffa di cui si sarebbero resi responsabili gli indagati, secondo quanto riferito dagli investigatori, ammonta complessivamente a due milioni di euro. I particolari dell'operazione saranno illustrati nel corso di una conferenza stampa convocata per le 10 nella Questura di Cosenza.

    L'inchiesta: L’articolata attività investigativa della Procura della Repubblica di Castrovillari, diretta dal Procuratore Dott. Franco Giacomantonio, si colloca tra le inchieste di maggior spessore che l’Autorità Giudiziaria ha di recente svolto nella Sibaritide per la repressione dei fatti criminosi più insidiosi che intaccano il sistema economico del Paese e della Regione. L’organizzazione criminale è stata individuata con base operativa nell’Ospedale Civile di Corigliano Calabro, ove alcuni medici compiacenti rilasciavano certificazioni mediche in tutto o in parte viziate da falsità al fine di trarre in inganno i medici legali di compagnie assicurative e, quindi, conseguire illeciti profitti poi spartiti fra le parti. Nel dettaglio, è stata disposta la misura cautelare degli arresti domiciliari a carico di: 1) G.S. di anni 54 Medico di Corigliano Calabro; 2) R.S. di anni 37 abitante a Corigliano Calabro; 3) F.N. di anni 42 abitante a Corigliano Calabro; 4) Z.P. di anni 33 abitante a Corigliano Calabro. Costoro ritenuti gravemente indiziati del delitto di infanticidio. Infatti, è stato accertato che R.S. con il concorso del medico F.N. e di Z.A., trovandosi in avanzato stato di gravidanza, nello specifico tra la 24esima e la 28esima settimana di gestazione, ha simulato un incidente stradale ed ha soppresso il neonato all’esclusivo scopo di conseguire il risarcimento del danno. Infatti, nonostante la partoriente fosse indotta al parto prematuro, il feto nasceva vivo e veniva deliberatamente privato di ogni necessaria assistenza utile per la sopravvivenza causandone il decesso. E’ stata altresì disposta Misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria a carico di: 1) P.L. Medico Ortopedico di Corigliano; 2) D.P.G., tecnico radiologo di Corigliano Calabro, In particolare, nel corso dell’attività investigativa è emerso che persone residenti in comuni della provincia, attraverso studi legali situati in Corigliano e Mesoraca, ottenevano certificazione medica attestante patologie invalidanti senza essere stati sottoposti alle tassative visite mediche, in alcuni casi, la certificazione medica è stata rilasciata dal Dottor P.L. a persone residenti in Mesoraca. Ed ancora è stato verificato che nonostante fosse stata rilasciata certificazione medica su modulo in uso al reparto di ortopedia dell’ospedale, agli atti del medesimo nosocomio non vi era assolutamente alcuna traccia dei pazienti, delle visite delle prenotazioni ecc. Il radiologo con la complicità del Dr. G., allo scopo di provare determinate patologie invalidanti, attribuiva a pazienti sani, le radiografie di persone effettivamente affette da patologie che non avevano assolutamente alcun nesso con presunti incidenti stradali. Destinataria della misura cautelare della sospensione della professione forense è l’Avvocato B. F. di anni 45, di Corigliano Calabro, ritenuta responsabile di aver prodotto, con la complicità dei medici di cui sopra, falsa documentazione medica attestante patologie inesistenti, nonché ideatrice di incidenti stradali mai avvenuti. L’inchiesta è stata sviluppata su due filoni investigativi, uno riguardante i c.d. “falsi invalidi” e l’altro concernente le truffe ai danni delle assicurazioni, tutte e due accomunati dal largo ricorso all’utilizzo di falsa documentazione medica. Riguardo alle truffe assicurative, gli investigatori, attraverso articolate e complesse attività d’indagine tecnica, hanno rilevato numerosi falsi incidenti stradali imbastiti al fine di lucrare sui rimborsi assicurativi. Per i falsi sinistri, le cui relative pratiche erano, in alcuni casi, curate e istruite da un avvocato di Corigliano Calabro, anch’esso coinvolto negli illeciti, venivano presentati alle compagnie assicurative falsi certificati medici rilasciati da dottori compiacenti operanti anche presso strutture pubbliche. Gli investigatori hanno accertato che, in più occasioni, il medico compiacente, previa dazione di denaro, forniva ai finti protagonisti di incidenti stradali, false certificazioni di ricovero al Pronto Soccorso, facendo fittiziamente risultare l’accesso al presidio ospedaliero quale conseguenza di un incidente stradale che, frequentemente, è stato accertato non essersi mai verificato. Nelle truffe assicurative il falso si è materializzato anche nella produzione di referti radiologici che venivano taroccati ad arte. Infatti, nei falsi sinistri, è stata prodotta falsa documentazione di esame radiologico ottenuta con la compiacenza di medici e tecnici radiologi di laboratorio dell’ospedale di Corigliano Calabro. Il personale sanitario compiacente, sia medici che tecnici, così come l’avvocato patrocinatore delle truffe assicurative, sono destinatari di misura cautelare. Indagando relativamente alla indebita percezione di indennizzi assicurativi conseguenti a falsi incidenti stradali, Poliziotti e Finanzieri hanno avuto modo di accertare la premeditata soppressione di un nascituro, attuata con la compiacenza e la fattiva partecipazione di personale medico dell’ospedale di Corigliano Calabro. Per tale evento, tra i destinatari della misura degli arresti domiciliari, figurano un medico, dipendente all’epoca dei fatti dell’Azienda ospedaliera di Corigliano, due donne e un uomo che si sarebbero resi responsabili dei reati di omicidio e falso in atto pubblico. La donna, infatti, si trovava in avanzato stato di gravidanza, oltre la 24° settimana di gestazione, ed è stata indotta al parto prematuro. Il feto, nato vivo, è stato deliberatamente privato di ogni necessaria assistenza utile per la sopravvivenza, causando tale comportamento il decesso del neonato. Relativamente al filone investigativo dei falsi invalidi, gli investigatori hanno svelato una vera e propria associazione, con alla base personale di un patronato di Corigliano Calabro ed un avvocato referente, patrocinatore di cause previdenziali e assistenziali dei clienti, finalizzata al perseguimento di truffe ai danni dell’INPS conseguenti all’indebito riconoscimento giudiziario delle indennità di invalidità civile e/o di accompagnamento. I referenti del patronato e l’avvocato patrocinatore delle cause previdenziali, nell’ambito dei giudizi, hanno prodotto falsa certificazione medica al fine di documentare, in capo ai propri clienti, patologie in realtà insussistenti ma che garantivano diritto alle indennità richieste. Al termine delle indagini riguardanti i falsi invalidi sono stati rilevati numerosi casi di truffa ai danni dell’INPS che vedono coinvolti 45 indagati. Nell’ambito delle indagini, sono stati riscontrati anche vari casi di rilascio di certificati medici “su richiesta” ,da parte di medici compiacenti, al fine di giustificare le assenze dal servizio o per documentare false malattie di dipendenti di enti pubblici. Altresì, sono stati rilevati casi di falsa attestazione di presenza in servizio da parte di un medico dell’ospedale di Corigliano Calabro. In particolare, il sanitario, nonostante facesse risultare la presenza in servizio avendo timbrato il cartellino, soventemente si allontanava o non era per nulla presente nella struttura ospedaliera. Come accertato dagli investigatori, talvolta era, addirittura, presso la propria dimora intento a visionare le partite di calcio. Nel complesso, tra indebite indennità percepite e rimborsi assicurativi erogati sulla base di documentazione falsa si stima un danno economico di circa due milioni di euro. Particolare, soprattutto, la facilità con cui si potevano ottenere agevolazioni in ambito di riconoscimento di percentuali di invalidità ovvero una attestazione di patologie di fatto inesistenti. Infatti, a seguito di normali visite specialistiche che i medici tenevano anche presso strutture pubbliche e che venivano pagate dai 50 ai 300 euro, erano concordati e perfezionati certificati in grado di poter garantire, al termine dell’iter peritale con l’ente assicurativo o previdenziale, rimborsi consistenti anche in decine di migliaia di euro nonché pensioni di invalidità in danno degli enti previdenziali e assistenziali dello Stato. Il danno economico, la cui entità è in continuo accertamento da parte del personale della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza, rappresenta l’aspetto materialmente tangibile dell’intero sistema criminale. La posizione dei soggetti destinatari di pensioni di invalidità e accompagnamento è stata segnalata ai competenti enti previdenziali per l’avvio di opportune procedure di revisione, allo stesso modo analogo indirizzo è stato adottato per gli enti assicurativi. Le attività investigative, effettuate sotto la continua ed attenta direzione dei Sostituti Procuratori della Repubblica dott. Vincenzo Quaranta e d.ssa Simona Rizzo, hanno consentito, grazie alla stretta collaborazione della Polizia di Stato e Guardia di Finanza di Rossano, di accertare responsabilità penali, a vario titolo, di 144 indagati tra medici, tecnici di laboratorio, avvocati e beneficiari degli indennizzi, nei cui confronti Poliziotti e Finanzieri stanno provvedendo alla notifica degli avvisi di garanzia a conclusione delle indagini preliminari.

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