NuovaCosenza.com
Google
su tutto il Web su NuovaCosenza
mail: info@nuovacosenza.com
Home . Cronaca . Politica . Area Urbana . Speciali . Video . Innovazione . Universtitą . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .
 

      Condividi su Facebook

    Le mani dei clan su carni e trasporti, 23 arresti a Catania, coinvolto Matacena

     

    Le mani dei clan su carni e trasporti nello stretto, 23 arresti a Catania, coinvolto Matacena

    20 nov 14 I carabinieri hanno eseguito, nella provincia di Catania, un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa su richiesta della locale procura distrettuale antimafia, nei confronti di 23 indagati per associazione mafiosa, estorsione, illecita concorrenza e intestazione fittizia di beni. Al centro delle indagini del Ros l'infiltrazione di Cosa nostra nei settori dei trasporti marittimi e terrestri, dell'edilizia e della grande distribuzione alimentare. Nel corso delle indagini, sono stati documentati anche rapporti collusivi con imprenditori ed amministratori locali. Sequestrati beni aziendali e quote societarie per circa 50 milioni di euro.

    Coinvolto Matacena. L'inchiesta della Dda di Catania sfociata nell'arresto di 23 persone con l'accusa di associazione mafiosa ha permesso di raccogliere importanti elementi probatori sull'evoluzione di Cosa Nostra dopo gli interventi frutto della indagine Iblis, confermando la particolare vocazione imprenditoriale della cosca catanese. Tra i beni sequestrati 31 imprese ed i relativi beni strumentali, sette beni immobili e quattro autoveicoli. I sequestri sono stati compiuti a Catania, Palermo e Messina e nelle province di Napoli, Mantova e Torino. I settori all' interno dei quali Cosa Nostra si è infiltrata sono in particolare quello dei trasporti e del commercio delle carni nella grande distribuzione, come ad esempio la catena del Gruppo 6Gdo confiscata a un presunto prestanome del boss Matteo Messina Denaro. Le indagini hanno evidenziato l'attività di Caruso e Scuto, che avrebbero avuto rapporti con affiliati mafiosi catanesi ed agrigentini e con esponenti della politica. L'attenzione degli investigatori si è concentrata in particolare sulla costituzione, nel 2008, del Partito nazionale degli autotrasportatori che - per preservare gli interessi di cui erano portatori per conto proprio e di altri, ad esempio per avere un canale privilegiato con la pubblica amministrazione per incassare i cosiddetti ecobonus - avrebbero messo a disposizione dell'allora Presidente della Regione Raffaele Lombardo in occasione delle elezioni europee del 2009. Dalle indagini è emerso anche che Cosa nostra catanese, attraverso la 'Servizi autostrade del Mare' aveva stipulato con la società Amadeus spa, riconducibile ad Amedeo Matacena, un contratto di affitto di tre navi da utilizzare come vettori per i collegamenti tra la Sicilia e la Calabria. Nelle attività relative alla commercializzazione delle carni per la grande distribuzione sarebbero emersi interessi dell' associazione mafiosa per le aziende di Carmelo Motta, che gestivano le macellerie negli hard discount a marca Fortè, per le aziende di Giovanni Malavenda, che gestivano le macellerie in numerosi supermercati del gruppo Eurospin Sicilia.

    Matacena: Mai avuto rapporti con cosche. "Con la mafia non ho mai avuto niente a che fare. Caruso l'ho visto una sola volta quando venne, insieme ad altre persone, a chiedere il noleggio delle navi della Amadeus". Lo afferma, in una nota, Amedeo Matacena, l'ex deputato di Fi latitante a Dubai dopo una condanna a 3 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, in relazione all'inchiesta della Dda di Catania che stamani ha portato all'arresto di 23 persone. "Quando la linea di collegamento tra Villa San Giovanni e Messina aperta da Amadeus fu bloccata - aggiunge Matacena - Caruso, che era il leader del sindacato degli autotrasportatori siciliani, chiese se eravamo interessati a noleggiare le nostre navi qualora avessero realizzato una società in grado di farlo. Così fu fatto e fu stipulato un regolare contratto e non alla mia presenza. Solo dopo vennero a salutarmi. Dopo alcuni mesi, però, la società Sam di Caruso iniziò a non pagare più ne' il noleggio, ne' la manutenzione delle navi che avevamo preteso. Fu avvertita la Capitaneria di porto che bloccò le navi e la Sam poi fallì. Questo creò un buco di circa 2,5-3 milioni di euro a danno della Amadeus e della Ulisse Shipping, la prima società proprietaria delle navi, la seconda gestore delle stesse. Le navi furono sequestrate e la Amadeus dovette pagare per poterle riprendere".

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

    Cerca con nell'intero giornale:

    -- >Guarda l'indice delle notizie su: "Cronaca e Attualità "

     

     

 


    Facebook
 Ultime Notizie
 

Multimedia


 

Web TV -  Video

 

 
Home . Cronaca . Politica . Area Urbana . Speciali . Video . Innovazione . Universtitą . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .

Copyright © 2017 Nuova Cosenza. Quotidiano di informazione. Registrazione Tribunale Cosenza n.713 del 28/01/2004 - Direttore Responsabile: Pippo Gatto
Dati e immagini presenti sul giornale sono tutelati dalla legge sul copyright. Il loro uso e' consentito solo previa autorizzazione scritta dell'editore