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    Dalle fave alle ossa, ecco i dolci dei "morti"

     

     

    Dalle fave alle ossa, ecco i dolci dei "morti"

    01 nov 14 Dalle favette, al pane, fino alle ossa dei morti - ma anche fanfullicche e stinchetti - sono solo alcuni dei dolci preparati lungo tutta la Penisola in occasione del giorno dedicato alla commemorazione dei defunti che quest'anno registra un inaspettato ritorno del fai-da-te casalingo sotto la spinta della crisi ma anche della riscoperta del gusto di passare piu' tempo in cucina. E' quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che quattro famiglie su dieci preparano torte e biscotti casalinghi soprattutto in occasione di ricorrenze speciali. Un' occasione per divertirsi risparmiando, con i prezzi dei dolci dei morti che in pasticceria possono raggiungere anche i 45 euro al chilo. In Lombardia il "pane dei morti" si può acquistare ad un prezzo variabile tra i 18,50 e i 30 euro/kg mentre gli "ossicini dei morti" sono quotati attorno ai 25 euro/kg e le fave dei morti tra i 18 e i 20 euro/kg, in Umbria si possono acquistare fave dei morti al prezzo di 20-22 euro/kg, come in Abruzzo, mentre in Sicilia, che è la patria di questa tradizione, si vendono biscotti dei morti in un "misto siciliano" che costa 10 euro kg ma sono tradizionali del periodo anche i dolci di martorana (frutta realizzata con pasta di mandorle) che si può acquistare attorno ai 20 euro/kg per arrivare anche a 45 euro/kg nei bar e nelle pasticcerie più esclusive. I dolci dei morti - ricorda la Coldiretti - vengono preparati secondo tradizione per il giorno di commemorazione dei defunti, istituito dalla Chiesa Cattolica nel 610 d.C. e rappresentano simbolicamente l'offerta dei vivi ai morti che, secondo la tradizione cristiana e precristiana, ritornano sulla terra nelle proprie case durante la notte tra il 1 e il 2 novembre. I dolci dei morti variano da regione a regione ma "mantengono tutti inalterato lo spirito di semplicità dell'evento che si va a celebrare". I dolci più comuni e diffusi nel territorio italiano - segnala la Coldiretti - sono le fave dei morti, le ossa dei morti e il pane dei morti, ma esistono anche altre preparazioni meno diffuse o comunque più prettamente legate alle usanze regionali. In Sicilia, nel "cannistru", la tipica composizione tradizionale che si realizza durante la festa dei morti vengono messi - informa la Coldiretti - dei panini dolci a forma di mani intrecciate chiamati, appunto, le mani, si preparano le dita di apostolo, dolci di marzapane a forma di dita, i pupi di zucchero, statuette di zucchero, farina, albume e acqua di chiodi di garofano che rappresentano gli antenati della famiglia, e la frutta di martorana, fatta in marzapane. In Puglia si cucinano le fanfullicche, bastoncini di zucchero di forma attorcigliata e la colva (in dialetto la cicecuotte), dolce fatto con grano, uva sultanina, mandorle e zucchero. In Campania è tradizione preparare il torrone dei morti, a base di cacao, nocciole e frutta candita. In Umbria, invece, si consumano gli stinchetti dei morti, dolcetti fatti con albume, mandorle, zucchero e cacao. In Sardegna - prosegue la Coldiretti - i bambini vanno di porta in porta a fare la questua al grido di "Morti, morti!" (un po' come per Halloween e il rituale di dolcetto o scherzetto) e ricevono frutta secca, fichi secchi, melagrane, uva sultanina. Le "fave da morto", "fave dei morti" o "fave dolci", pasticcini alla mandorla, di forma ovoidale e schiacciata, cosparsi di zucchero a velo con l'aspetto di un amaretto, ma di consistenza maggiore le troviamo in Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Marche ed Umbria, mentre differenti, seppur sempre a base di mandorla, sono le "favette dei morti", presenti un po' in tutto il Nord-est, ma soprattutto in Veneto e in Friuli dove sono di tre colori (panna, marroni e rosa) e variano dal croccante al morbido (favette triestine). Infine - conclude la Coldiretti - le "ossa di morto" si trovano in Piemonte e in Lombardia sotto forma di biscotti di consistenza dura, con mandorle ed albume d'uovo, in Emilia-Romagna (tipici di Parma) fatte di pastafrolla, ricoperta di glassa di zucchero o cioccolato, in Veneto dalla forma oblunga e in Toscana (tipiche del Senese) di consistenza friabile e di forma rotonda, impastati con le mandorle tritate.

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