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    Caso Scajola: rientrati in Calabria magistrati antimafia, sequestrati faldoni

     

    Caso Scajola: rientrati in Calabria magistrati antimafia, sequestrati faldoni

    28 mag 14 Sono rientrati in Calabria i due magistrati dell'Antimafia che ieri pomeriggio hanno iniziato l'ispezione delle carte e dei documenti sequestrati all'ex ministro Claudio Scajola e che si trovavano custoditi all' interno della tavernetta di villa Ninina, a Imperia. Secondo quanto appreso, i magistrati e gli uomini della Dia hanno prelevato alcuni faldoni. Al termine del sopralluogo è stato rilasciato il decreto di dissequestro del locale e di parte del materiale.

    Tra atti campagna elettorale in Calabria. "Uno dei faldoni sequestrati riguarda la campagna elettorale effettuata in Calabria da Scajola, Niente di diverso, nessun dossier". Lo ha detto l'avvocato di Scajola Marco Mangia che ieri ha assistito fino alle 23 all'esame della documentazione a Villa Ninina. Secondo quanto appreso però nel faldone sulla campagna elettorale in Calabria gli inquirenti avrebbero trovato materiale "interessante": appunti contenenti numeri di telefono e alcuni riferimenti 'territoriali'.

    Vertice in Procura Imperia. Si è tenuto stamane un vertice a palazzo di giustizia di Imperia tra il procuratore capo Giuseppe Geremia e il sostituto della Direzione nazionale antimafia Francesco Curcio e il pm della Dda di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo, i due magistrati in trasferta per esaminare i documenti dell'ex ministro Claudio Scajola, sotto sequestro nel seminterrato di Villa Ninina. Massimo riserbo degli inquirenti, anche se sembra che i tre magistrati abbiano fatto il punto sulle indagini per trovare eventuali collegamenti tra le risultanze investigative a Imperia e a Reggio Calabria.

    Magistrati in Procura a Genova. I magistrati dell'antimafia si sono sono recati in procura a Genova assieme ai vertici della Guardia di Finanza e della polizia dopo il loro sopralluogo nella villa dell'ex ministro dell'interno Claudio Scajola a Imperia. L'incontro tra i pubblici ministeri Nicola Piacente e Silvio Franz e i magistrati dell'Antimafia Francesco Lombardo e Giuseppe Curcio, titolari dell'inchiesta su Scajola, è stato "di natura esplorativa, una prima presa di contatto per un successivo scambio di informazioni". I due magistrati dell'Antimafia sono già ripartiti alla volta dell'aeroporto per rientrare in Calabria.

    Ricorsi al riesame per Matacena e Scajola. Hanno avuto inizio a Reggio Calabria i ricorsi presentati al tribunale del riesame per le persone coinvolte nell'inchiesta della Dda che ha portato all'arresto dell'ex ministro Claudio Scajola ed altre sette persone. Davanti ai giudici del riesame è stato discusso il ricorso presentato da Antonio Chillemi, amministratore delegato della società Amadeus, la holding della famiglia Matacena. Il difensore di Chillemi, l'avvocato Pasquale Scrivo, ha affermato che "il mio assistito, nella sua qualità di amministratore delegato, era stipendiato con duemila euro al mese per dare corso alle decisioni del Consiglio di amministrazione che governava il gruppo. Ha spiegato chiaramente la procedura della così detta 'fusione inversa', ovvero, i motivi che hanno spinto il Consiglio di amministrazione a fondere la Solemar, finanziaria del gruppo, con l'Amadeus spa, esclusivamente per abbattere i costi di gestione". "Nel chiedere al Collegio - ha aggiunto - l'accoglimento del ricorso avverso l'ordinanza di custodia cautelare in carcere per il mio assistito ho sottolineato la sua estraneità rispetto ad eventuali autorizzazioni ad operare sul conto corrente delle società da parte della signora Chiara Rizzo, come erroneamente attestato nell'ottobre 2013 dal Monte dei Paschi di Siena su richiesta della Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria, attestazione ricorretta dallo stesso istituto bancario su mia sollecitazione di pochi giorni addietro, atto che ho messo a disposizione dei giudici". Sulla richieste avanzate dal difensore di Chillemi i giudici del Tribunale del Riesame si sono riservati di decidere. La discussione dei ricorsi continuerà domani quando saranno affrontate le posizioni di Martino Politi, la segretaria di Scajola, Roberta Sacco, e Raffaella De Carolis, madre di Amedeo Matacena junior.

    Interrogata la segretaria. Si è concluso alle 18 l'interrogatorio di Roberta Sacco, la storica segretaria di Claudio Scajola, ai domiciliari nell'ambito degli arresti scattati per l'operazione 'Breakfast' coordinata dalla Dda di Reggio Calabria che ha portato all'arresto dell'ex ministro e di Chiara Rizzo, moglie del latitante Amedeo Matacena. Sacco è accusata di aver aiutato Scajola nel favorire la latitanza di Matacena anche attraverso Rizzo. L'interrogatorio si è tenuto al'interno della centro della Dia genovese alla presenza dei due magistrati antimafia che ieri hanno acquisito documentazione all'interno di Villa Ninina, l'abitazione imperiese di Scajola. "Ha consentito alla mia assistita - ha detto l'avvocato Erminio Annoni - di chiarire la propria posizione"

    In interrogatorio due documenti chiave. "Domani, nel corso dell'interrogatorio della nostra assistita, depositeremo due documenti, in merito ai quali adesso non possiamo anticipare nulla, che dimostrano l'assoluta liceità delle sue condotte". Lo ha detto l'avvocato Bonaventura Candido, che insieme all'avvocato Carlo Biondi difende Chiara Rizzo, la moglie dell'ex deputato Amedeo Matacena coinvolta nell'inchiesta Breakfast della Dda di Reggio Calabria che ha portato all'arresto dell'ex ministro Claudio Scajola. "In particolare - ha detto ancora l'avvocato Candido - i due documenti che depositeremo domani offrono un punto di vista totalmente diverso rispetto alle interpretazioni delle intercettazioni che riguardano la signora Rizzo riguardo i suoi contatti con Claudio Scajola e gli altri indagati dell'inchiesta". "Abbiamo fatto dieci ore di colloquio in due giorni con la nostra assistita - ha aggiunto il codifensore di Chiara Rizzo - e siamo adesso nelle condizioni di dare una spiegazione convincente a tutte le contestazioni". L'avvocato Candido ha inoltre confermato che domani, prima dell'interrogatorio, presenterà l'istanza al Tribunale del riesame per la revoca dell'ordinanza di custodia cautelare emessa a carico di Chiara Rizzo. In più, sempre domani, a conclusione dell'interrogatorio, i difensori di Chiara Rizzo presenteranno un'istanza di scarcerazione per la moglie di Matacena per l'insussistenza delle esigenze cautelari.

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