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    Caso Scajola: Svariati gli 'amici' desiderosi di aiutare Matacena

     

     

    Caso Scajola: Svariati gli 'amici' desiderosi aiutare Matacena. Lungo lavoro sui documenti

    18 mag 14 C'erano svariati "amici" desiderosi di aiutare Amedeo Matacena in modo che "non fosse sottoposto all'esecuzione della grave pena che era stata comminata". E' quanto rileva il giudice per le indagini preliminari di Reggio Calabria, Olga Tarzia, nell'ordinanza di custodia cautelare che ha portato all'arresto di Claudio Scajola e di altre sette persone. Durante le indagini sono state intercettate "svariate conversazioni tra Chiara Rizzo, Claudio Scajola, una collaboratrice dello stesso ed altri personaggi comunque legati a Matacena che erano desiderosi di aiutarlo. Si tratta di personaggi di indubbio spessore come i fratelli Fanfani, Carlo Biondi, altri soggetti vicini a Matacena direttamente oppure a Scajola". Il pubblico ministero sul punto ricostruisce anche cronologicamente i rapporti secondo le cadenze delle conversazioni intercettate, intervallate da servizi di controllo e videoriprese che corroborano la prospettiva investigativa di un intenso lavoro svolto dagli "amici" per garantire che Matacena non fosse sottoposto all'esecuzione della grave pena che gli era stata comminata".

    Scajola nomina sen. D'Astola suo legale. L'ex ministro dell' Interno, Claudio Scajola, ha nominato proprio difensore di fiducia il senatore del Nuovo Centrodestra, Nico D'Ascola. Raggiunto dall'Ansa, il senatore D'Ascola, docente di Diritto penale all'Università 'Mediterranea' di Reggio Calabria, ha confermato l'incarico ricevuto stamani. "Per adesso - ha detto D'Ascola - non sono ancora in condizione di fare una seria valutazione del provvedimento". Il sen. D'Ascola, che tra qualche giorno incontrerà Scajola in carcere, è membro della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari, del Comitato parlamentare per i procedimenti d'accusa, Vicepresidente della Commissione contenziosa a Palazzo Madama e relatore sui disegni di legge di modifica del codice penale in materia di scambio elettorale politico-mafioso e di auto riciclaggio, in materia di concussione, corruzione e abuso di ufficio e sulle misure cautelari personali.

    Lungo lavoro sui documenti sequestrati. Si prospetta molto lungo e delicato, secondo fonti investigative, il lavoro di verifica e di accertamento sulla carte sequestrate a Claudio Scajola, l'ex ministro arrestato insieme ad altre sette persone per aver favorito la latitanza dell'ex deputato di Forza Italia Amedeo Matacena. Saranno personalmente i magistrati della Dda di Reggio Calabria a visionare la mole impressionante di documenti che sono contenuti in oltre cento faldoni e che sono custoditi in una camera blindata presso il centro Dia di Genova. Il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho, insieme al sostituto della Dna Francesco Curcio ed il pm della Dda reggina, Giuseppe Lombardo, già dalla prossima settimana si recheranno in Liguria per iniziare a prendere visione di tutto il materiale. La mole di carte, agende, fascicoli e documenti fa presagire che ci vorranno "tempi molto lunghi" perchè il lavoro di analisi da svolgere, secondo fonti investigative, sarà molto "complicato e delicato". Tra i documenti sequestrati ci sarebbe anche un archivio in possesso di Scajola ed ora i magistrati si troveranno a dover verificare anche se ci sono atti e documenti coperti da segreto. Dopo l'interrogatorio di Scajola, il cui contenuto è stato secretato, sarebbero già pronte nuove deleghe di indagine da affidare agli investigatori. La settimana prossima l'inchiesta che ha portato in carcere Scajola riprenderà con un vigore che si prospetta molto intenso.

    Consulenti a caccia dei file cancellati. Un gruppo di consulenti informatici saranno a lavoro dalla prossima settimana sui computer, telefoni cellulari e tablet sequestrati a Claudio Scajola e ad altre persone coinvolte nell'inchiesta della Dda di Reggio Calabria sulla latitanza di Amedeo Matacena. Il lavoro consisterà principalmente nel riportare alla luce tutti i file cancellati che potrebbe avere rilevanza nell'ambito delle indagini. Saranno scandagliate le memorie del computer e dei tablet ma si analizzeranno anche i messaggi di posta elettronica eliminati. Il tutto è finalizzato ad accertare il coinvolgimento nell'inchiesta di altre persone che avrebbero partecipato al progetto di spostamento di Matacena da Dubai al Libano. Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire tutta la rete di contatti su cui poteva contare Matacena e sulle attività messe in atto da Scajola per favorire l'armatore latitante. Contestualmente saranno compiute anche verifiche sulle dichiarazioni rese dall'ex ministro nel corso dell'interrogatorio fiume svoltosi nei giorni scorsi nel carcere romano di Regina Coeli.

    Scajola alla Rizzo: Allontana armatore siciliano. L'ex ministro Claudio Scajola invita la moglie di Matacena, Chiara Rizzo, ad allontanarsi da un armatore siciliano conosciuto durante un viaggio in Turchia ed il relativo giro in crociera sul Bosforo e le Isole Greche. In una conversazione registrata il 22 agosto 2013 la Rizzo riferisce all'ex ministro che "appena lei terminerà la crociera, si organizzerà per definire alcune cose e, tra queste, la sistemazione della nuova casa a Montecarlo". Il dialogo poi prosegue sulla comune conoscenza di un armatore siciliano. Scajola le riferisce di alcune ingiustizie subìte dall'uomo, con le ultime risalenti ad appena dieci giorni prima. "Scajola - scrivono i Pm della Dda di Reggio Calabria - superando un'iniziale ritrosia dettata dal sospetto di essere intercettato, specifica che si tratta di cose complicate che hanno a che fare, come scenario, sia il nord che la Rocca Ranieri. Ribadendo alla donna di allontanarsi dall'armatore, anche al rientro in Italia".

    Matacena: Il carcere distrugge le persone. "Sono venuto a Dubai per chiedere asilo politico, lo avevo chiesto anche alla Svizzera che me lo ha negato". Lo ha detto Amedeo Matacena parlando da Dubai in collegamento con la 'Vita in diretta'. L'ex onorevole, scappato negli Emirati Arabi, ha aggiunto di "non aver mai chiesto di essere portato in Libano, e anche la vicenda di Dell'Utri dimostra che da quel Paese è più facile essere estradati", e quindi non avrebbe avuto alcuna convenienza ad andarci. Matacena ha poi detto di non voler rientrare in Italia "perchè sarei annientato dal carcere, serve solo a distruggere le persone e a metterle in condizione di non difendersi". "Non mi sento un latitante ma un perseguitato", ha poi sottolineato l'armatore calabrese replicando a fonti della Cassazione che ieri hanno spiegato che Matacena è un latitante che si è sottratto all'espiazione della condanna a cinque anni di reclusione inflittagli per concorso esterno in associazione mafiosa. Con il faccendiere Bruno Mafrici, il falso avvocato implicato negli scandali della Lega Nord, Matacena ha ammesso di aver avuto solo "due telefonate",di "non aver avuto rapporti con con lui, nè con gente che ha a che fare conlui".(ANSA).

    Matacena: Chiara torna per chiarire. Chiara Rizzo vuole tornare in Italia per stare con i suoi figli. Lo ha detto l'ex deputato di Forza Italia Amedeo Matacena, in collegamento con la Vita in Diretta. "Sapeva perfettamente che sarebbe stata arrestata - ha detto Matacena rispondendo ad una domanda sulla Rizzo che al momento si trova ancora in Francia - ma vuole tornare per chiarire la sua situazione. I miei legali mi dicono che ci sono documenti cartacei che possono chiarire tutto. Ha deciso di fare presto per non lasciare soli i suoi ragazzi, cuore di mamma".

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