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    Vicenda Scajola, s'indaga su rapporti Matacena-FI

     

    Vicenda Scajola, s'indaga su rapporti Matacena-FI, estradizione Rizzo settimana prossima

    15 mag 14 Altri esponenti di Forza Italia potrebbero entrare nell'indagine della Dda di Reggio Calabria che ha portato all'arresto di Claudio Scajola. La procura, secondo quanto si apprende, starebbe cercando di ricostruire la rete di legami tra Amedeo Matacena e altri membri del partito fondato da Silvio Berlusconi. L'ipotesi che è al vaglio degli inquirenti, dunque, è che la rete di cui avrebbe fatto parte lo stesso Scajola, potesse godere di ulteriori appoggi da parte di altri esponenti di Forza Italia. Appoggi, tra l'altro, non legati necessariamente alla fuga di Matacena - latitante a Dubai e condannato in via definitiva a 5 anni per concorso esterno in associazione mafiosa - ma ad agevolare quel contesto imprenditoriale ed economico che secondo i magistrati è legato a sua volta alla Ndrangheta. Nelle carte a sostegno dell'ordinanza di custodia cautelare che ha portato in carcere tra gli altri Scajola e la moglie dell'imprenditore, Chiara Rizzo, vi sono infatti diversi omissis che potrebbero celare indizi su questi rapporti.

    Su yacht Matacena incontri ad alto livello. Amedeo Matacena organizzava incontri ad alto livello anche a bordo di uno yacht di 40 metri ormeggiato in Liguria e di proprietà di una società di leasing sulla quale gli investigatori della Dia di Reggio Calabria vogliono adesso fare chiarezza. La circostanza è emersa dalle telefonate, intercettate, tra Matacena ed il consulente con studio a Milano Bruno Mafrici che hanno dato il via al filone dell'inchiesta Breakfast che ha portato all'arresto di otto persone tra le quali l'ex ministro Claudio Scajola. Mafrici è indagato, dal 2012, nell'altro filone di Breakfast che coinvolge anche l'allora tesoriere della Lega Nord Francesco Belsito con l'accusa di riciclaggio, con l'aggravante di avere favorito la cosca di 'ndrangheta dei De Stefano. Lo yacht, che si trova in un rimessaggio a Portovenere dove è stato sequestrato su disposizione della Dda reggina, era stato affittato dalla società Ulisse che, secondo l'accusa, fa capo allo stesso Matacena. Oltre che di investimenti, Matacena e Mafrici parlavano spesso dello yacht e in più occasioni si erano dati appuntamento sul natante in compagnia di altre persone all'identità delle quali gli investigatori stanno adesso cercando di risalire.

    Estradizione Rizzo forse prossima settimana. Potrebbero allungarsi i tempi per l'estradizione in Italia di Chiara Rizzo, moglie di Amedeo Matacena arrestata a Nizza l'11 maggio scorso. La donna sarà estradata in Italia attraverso la frontiera di Pont Saint Ludovic, a Ventimiglia ma "non è probabile che questo avvenga domani", secondo quanto ha riferito l'avvocato genovese della donna, Carlo Biondi che è in contatto con l'avvocato francese Flory. La conferma dovrebbe arrivare in serata. La Corte d'appello del Parquet dunque non ha ancora deciso la data della consegna della detenuta alla Dia "anche se, verosimilmente - ha detto l'avvocato - la signora Rizzo potrebbe rientrare in Italia all'inizio della prossima settimana". Non è escluso che la decisione della data possa dipendere dal fatto che Chiara Rizzo venga inviata direttamente in carcere a Reggio Calabria.

    PM Reggio prossima settimana in Liguria. I magistrati della Dda di Reggio Calabria titolari dell'inchiesta su Amedeo Matacena e Claudio Scajola saranno la prossima settimana in Liguria per cominciare ad analizzare gli archivi dell'ex ministro e dell'imprenditore sequestrati nella cantina della villa di Imperia e in quella della segretaria di Matacena, Maria Grazia Fiordelisi. Gli archivi, composti da centinaia di faldoni, sono stati trasferiti nella sede della Dia di Genova e non verranno portati in Calabria: vista l'imponenza e la delicatezza della documentazione acquisita, i sostituti Giuseppe Lombardo e Francesco Curcio e il procuratore Federico Cafiero De Raho hanno preferito dunque evitare trasferimenti e visionare direttamente in Liguria i faldoni. A Reggio sono invece arrivati cinque scatoloni di documenti sequestrati a Scajola: si tratterebbe delle carte che ad una prima analisi avrebbero una connessione diretta con l'indagine sulla latitanza di Matacena. Tra queste, lo scritto attribuito all'ex presidente del Libano, Amin Gemayel, l'appunto dell'ex ministro che conterrebbe un promemoria sulle cose da fare per l'organizzazione della latitanza e diverse agende.

    Componnte Copasir: sequestrato archivio segreto? "Oggi i quotidiani italiani scrivono che tra le carte sequestrate a Scajola ci sarebbe un archivio segreto sui fatti del G8 di Genova del 2001, relazioni dei Servizi ed altro ancora. Siamo assolutamente certi che la magistratura farà chiarezza. Tuttavia, poiché tutti ricordiamo quei tragici giorni a Genova, e ricordiamo bene i troppi depistaggi e le troppe omertà, vogliamo che ci sia la massima trasparenza su questa vicenda". Lo afferma il deputato di Sel Ciccio Ferrara, componente del Copasir. "Il Parlamento e il Copasir - sottolinea - hanno il diritto, come tutti gli italiani, di sapere e di sgombrare il campo dalle ombre".

    Ior: Marìtacena? Nostri sistemi di controllo collaudati. "Il Vaticano ha ormai un sistema per contrastare gli abusi finanziari riconosciuto a livello internazionale. Lo Ior è cosciente e segue a tutti gli effetti i doveri di monitoraggio interno e segnalazione all'autorità vaticana competente Aif", Autorità di informazione finanziaria. E' quanto afferma un portavoce dello Ior, l'Istituto per le opere delle Religione, interpellato riguardo all'ipotesi degli investigatori che indagano sulla vicenda Matacena - riferita oggi dal Corriere della Sera - secondo la quale per riciclare flussi di denaro di provenienza illecita potrebbero essere stati utilizzati conti dell'istituto vaticano.

    Fanfani: Non conosco Matacena. ''È assurdo, sono finito nelle carte dell'inchiesta di Reggio Calabria per una sola telefonata fatta in assoluta buona fede a Chiara Rizzo. Se mi fossi chiamato Giorgio Rossi, nessuno sarebbe venuto a cercarmi. La verità è questa. Sono nell'inchiesta solo per il cognome pesante che porto, non ho dubbi''. Lo afferma, in un'intervista a Repubblica, il figlio di Amintore Fanfani, Giorgio, che ha subito la perquisizione dell'abitazione in quanto ''soggetto di interesse investigativo''. ''Amedeo Matacena non lo conosco, e i miei contatti con Scajola sono pari a zero. Tant'è che non mi risulta essere indagato, né ho ricevuto avvisi di garanzia'', dice Fanfani. Quanto alla moglie di Matacena, ''la conosco da diversi anni, per questioni di lavoro. Lei mi chiamò dopo la condanna definitiva del marito nel 2013. Le serviva - racconta - un avvocato, e siccome io ne conoscevo uno che poteva seguire il suo caso, glielo consigliai. E questo sarebbe favorire una latitanza? È incredibile''.

    Legale Morzenti: Nessun legame con Matacena. La perquisizione dell'abitazione di Giovanni Morzenti, nell'ambito dell'inchiesta che nei giorni scorsi ha portato all'arresto dell'ex ministro Claudio Scajola, "non ha portato ad alcun risultato". Lo afferma l'avvocato Alessandro Ferrero, legale dell'ex presidente della Federazione Nazionale Sport Invernali, precisando che il suo assistito non è indagato anche in relazione "all'assoluta mancanza di rapporti con Matacena". "Il mio assistito - aggiunge ancora il difensore di Morzenti - risulta essere stato oggetto di perquisizione esclusivamente in quanto persona in rapporti di amicizia con l'onorevole Scajola". E il risultato della perquisizione "non ha portato alcun risultato che possa, in alcun modo, far mutare" questa posizione"

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