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    Moglie Matacena arrestata a Nizza, temeva indagine dopo blocco conto

    Matacena con signora

     

    Moglie Matacena arrestata a Nizza, temeva indagine dopo blocco conto

    11 mag 14 Chiara Rizzo, la moglie dell'ex deputato di Fi latitante, Amedeo Matacena è attesa questa sera all'aeroporto di Fiumicino. La donna messinese giungerà nello scalo romano con un volo Alitalia proveniente da Nizza, il cui atterraggio è in programma alle 19:45. Subito dopo lo sbarco dall'aereo, Chiara Rizzo, si fermerà nell'area transiti dello scalo romano, giusto il tempo per imbarcarsi sul successivo volo per Reggio Calabria delle 21.25. La donna è stata arrestata all'aeroporto di Nizza presa in consegna dalla polizia francese, presente l'ufficiale di collegamento italiano e funzionari della Dia. Chiara Rizzo, moglie del latitante Amedeo Matacena, è stata arrestata in esecuzione del mandato di arresto europeo emesso dal GIP del Tribunale di Reggio Calabria, Olga Tarzia. La donna, spiega la Dia, è stata fermata all'aeroporto Internazionale di Nizza "Cote d'Azur" proveniente da Dubai (Emirati Arabi). Chiara Rizzo, coinvolta nell'indagine della Direzione Investigativa Antimafia di Reggio Calabria, denominata 'Breakfast' "è gravemente indiziata di intestazione fittizia di beni, per aver occultato la titolarità di diverse società riconducibili al marito, nonché per aver favorito l'inosservanza della pena allo stesso Matacena, condannato in via definitiva a 5 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa". La donna si trova ora nell'ufficio di polizia giudiziaria di Nizza.

    Matacena: Mia moglie costituita non arrestata. "Mi sento devastato. Come si sentirebbe lei se avesse sua madre agli arresti domiciliari, sua moglie in carcere ed i figli da soli, che stanno cercando di affrontare questa situazione difficile?". Così Amedeo Matacena, intervistato via skype dal Tgr della Calabria, ha commentato l'arresto della moglie. "Mia moglie non è stata arrestata - ha aggiunto - è voluta tornare spontaneamente in Italia. Credo sia più corretto sottolineare questo fatto e non dire che è stata arrestata. Poteva benissimo non venire".

    Matacena: volevo suicidarmi. "Mi sono scoperto tra ieri e oggi per la prima volta a pensare veramente di farla finita, poi ho sentito mio figlio che ... e non si può fare". Lo ha detto, intervistato dal TG1 via skype, Amedeo Matacena. "Non ho fatto nessun tentativo - ha aggiunto - di andare in Libano. In Libano sarebbe stato molto più facile essere estradato". Quanto ai contatti della moglie con Scajola, Matacena ha detto: "capisco che in quel momento si sia rivolta a tutti perché era una donna sola, spaventata e ha chiesto aiuto"

    Ora serve estradizone. Chiara Rizzo potrà arrivare in Italia solo dopo che la Francia avrà avviato e concluso le operazioni dell'estradizione. E' quanto si apprende dalla Dia di Reggio Calabria. Essendo stata arrestata sul territorio di uno stato estero, è stato spiegato, è necessario che siano attivate le procedure dell'estradizione. Motivo per il quale il rientro in Italia di Chiara Rizzo non potrà avvenire prima di qualche giorno.

    Legale: vedrò la Rizzo. "Vedrò la signora Rizzo nei prossimi giorni. Per adesso so che è attesa dai magistrati di Reggio Calabria". Lo ha detto l'avvocato Carlo Biondi che assiste, assieme all'avvocato calabrese Bonaventura Candido, la moglie di Amedeo Matacena Chiara Rizzo fermata oggi all'aeroporto di Nizza.

    Legali: ora tempi lunghi e spese dello Stato. "A fronte di un biglietto pagato dalla signora, adesso il trasferimento a Reggio Calabria sarà a carico dello Stato ed inoltre si allungheranno i tempi prima che Chiara Rizzo possa presentarsi ai magistrati di Reggio Calabria". Così l'avv. Bonaventura Candido, difensore della moglie di Amedeo Matacena, commenta l'arresto fatto a Nizza della sua assistita che aveva comunicato l'intenzione di proseguire il viaggio per Reggio Calabria per costituirsi stasera alle autorità italiane. "Hanno voluto fare così, pazienza", aggiunge il legale. "Adesso - prosegue - la signora Rizzo dovrà rimanere almeno 24 ore in Francia. Contatterò l'altro difensore, Carlo Biondi, che essendo a Genova potrà assisterla in questa fase. Comunque lei non si oppone all'estradizione". Candido, che è stato informato dalle autorità dell'avvenuto arresto, ha anche reso noto che la polizia francese ha già avvertito la famiglia di Chiara Rizzo che vive a Montecarlo.

    Domani davanti giudice francese. E' stata fissata per domani, alle 14,30 a Nizza davanti al giudice competente, l'udienza di convalida dell'arresto di Chiara Rizzo in base al mandato d'arresto europeo disposto dall'autorità giudiziaria di Reggio Calabria. Una volta valutate come regolari le procedure attuate, il giudice chiederà la documentazione che riguarda l'inchiesta in cui sono coinvolti la moglie di Amedeo Matacena e Claudio Scajola. Sarà necessario qualche giorno, dunque, perchè la donna possa essere estradata in Italia.

    Temeva indagine. Chiara Rizzo, la moglie di Amedeo Matacena, nel settembre 2013, temeva di essere sotto indagine dopo avere saputo che un suo conto corrente era stato bloccato per una indagine. Saputo poi che si trattava di una indagine interna della banca per accertare se fosse lei la beneficiaria del conto di una società, nel corso di una telefonata intercettata, esclama: "ah, va bene, questo che cazzo me ne fotte, voglio dire! Io pensavo che avevano aperto una indagine di cazzo! Ma che c'entra, pensavo una indagine ... ma se io non ho fatto mai niente nella mia vita, che c'entro io?". E' quanto emerge dall'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Reggio Calabria nei confronti della stessa Rizzo, di Claudio Scajola, accusato di inosservanza della pena per avere favorito la latitanza di Matacena, e di altre sei persone. Parlando con un avvocato Chiara Rizzo dice: "sono molto preoccupata perché mi ha chiamato un signore da Reggio Calabria dicendo che hanno bloccato dei conti, io non so che cosa c'entro, e dice che l'hanno bloccati perché .. forse perché sono beneficiaria ... non lo so ... mi sembra strano su di me perché intanto io non ho ricevuto mai niente ma in più che cosa possono avere da una indagine su di me? Io che c'entro? Quindi voglio sapere! Come si fa in questo caso a sapere, se non ... ci può essere una indagine e che sanno gli altri e non so io? Boh, mi sembra strano". "Può darsi - risponde l'avvocato - che non ti mandino l'avviso di apertura di indagine, non ... bisognerebbe sentire un avvocato penalista". In una telefonata successiva con Martino Politi, un altro arrestato, quest'ultimo le spiega l'equivoco dicendole di essere andato in banca e ricevendo la segnalazione di blocco del conto. Poi aggiunge: "telefoniamo al direttore e dice che è stato bloccato perché il beneficiario comune è la signora Chiara Rizzo, che appena hanno sentito il vostro nome sono saltati dalla sedia" alla sede centrale di Siena del Monte dei Paschi e perché, è scritto nella sintesi, "stanno facendo un'indagine interna per avere certezza che lei sia la beneficiaria del conto della società".

    PM: Scaloja terminale sistema crminale. Claudio Scajola, le altre 7 persone arrestate e Vincenzo Speziali, indagati in libertà per concorso esterno in associazione mafiosa, attraverso "operazioni politiche, istituzionali ed economiche" sono divenuti "terminale di un complesso sistema criminale". Lo scrive la Dda di Reggio Calabria nel decreto di perquisizione eseguito con gli arresti. Secondo i pm della Dda reggina, gli indagati in concorso "con ulteriori soggetti il cui ruolo è in corso di compiuta ricostruzione, prendono parte ad un'associazione per delinquere segreta collegata alla 'ndrangheta dal rapporto di interrelazione biunivoca al fine di estendere le potenzialità operative del sodalizio mafioso in campo nazionale ed internazionale". Dalle indagini, rilevano i magistrati nel decreto di perquisizione eseguito contestualmente agli arresti, "sono emersi, peraltro continui contatti e collegamenti fra i soggetti investigati ed appartenenti ad ambienti politici, istituzionali ed imprenditoriali, che hanno anche consentito a più di un indagato di beneficiare di rapporti di alto profilo in tali ambiti operativi". La gestione di tali operazioni politiche, istituzionali ed economiche, per i pm, ha quindi "consentito alle persone sottoposte ad indagine di divenire il terminale di un complesso sistema criminale, in gran parte di natura occulta ed operante anche in territorio estero". Per gli inquirenti, tale sistema era destinato anche "ad acquisire e gestire informazioni riservate, fornite da numerosi soggetti in corso di individuazione collegati anche ad apparati istituzionali e canalizzate a favore degli altri componenti della ramificata organizzazione; a consentire il proficuo utilizzo delle notizie riservate al fine di dare concreta attuazione al programma criminoso dell'associazione per delinquere i cui componenti risultato portatori di interessi specifici tra loro concatenati ed interconnessi; gestire un'articolata struttura politico- imprenditoriale, riferibile alla predetta organizzazione mafiosa, interessata a mantenere inalterata la piena operatività di Matacena e della galassia imprenditoriale a lui riferibile utilizzata per schermare la vera natura delle relazioni politiche, istituzionali ed imprenditoriali dello stesso garantite a livello regionale, nazionale ed internazionale".

    Fusione società per occultare proprietà. Il progetto di fusione per incorporazione della società Solemar srl, che detiene il 100% del capitale della Amadeus, nella medesima Amadeus (la cosiddetta "fusione inversa"), avviato nel giugno 2013 è "il logico completamento del percorso di occultamento delle reali disponibilità della famiglia Matacena". Lo rileva il gip di Reggio Calabria nell'ordinanza di custodia cautelare a carico dello stesso Matacena, latitante a Dubai, della moglie Chiara Rizzo, di Claudio Scajola, accusato di avere favorito la latitanza di Matacena, e di altre cinque persone. "La ricostruzione fin qui operata - scrive il gip - consente di comprendere che, dopo una prima fase in cui i membri della famiglia Matacena ricoprivano incarichi diretti in ambito societario, si è passati ad una fase successiva, caratterizzata dalla operatività anche di imprese di diritto estero e dalla presenza di continui progetti di fusione finalizzati a schermare gli effettivi titolari e, quindi, i reali beneficiari degli utili prodotti dalle società che, alla luce delle indagini in corso, sono da individuarsi in Amedeo Matacena e nei suoi prossimi congiunti". Una strategia di attribuzione fittizia dei beni posta in essere "consapevolmente dagli indagati". Ed in tale contesto il gip indica la "apparente" separazione coniugale di Matacena dalla moglie. Al riguardo nell'ordinanza sono contenute le sintesi di alcune intercettazioni telefoniche. In una, del 30 settembre 2013, la Rizzo parla con la ex moglie del fratello di Matacena che "si congratula con Chiara per la decisione assunta di separarsi da Amedeo. Chiara, mostrandosi esterrefatta rispetto al fatto che tale informazione sia in possesso della sua interlocutrice, replica prontamente precisando che, in effetti, 'non si tratta di una separazione'". Lo stesso giorno la Rizzo chiama Martino Politi, un altro arrestato, con il quale, "si lamenta del fatto che qualcuno ha fatto circolare la notizia della separazione con Amedeo. Nella circostanza si sente Chiara alquanto seccata e nervosa per le voci diffuse e si rivolge a Martino dicendogli: 'tu lo sai per quali motivi ... al telefono, a lei cosa dovevo dire'. Martino le risponde che le cose di famiglia non si devono dire' e, Chiara, di rimando: ' ... ma poi non hanno capito della gravità se questa cosa si sa in giro!?'".

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