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    Scajola non risponde, da perquiizoni documento decisivo

     

    Scajola non risponde, da perquiizoni documento decisivo

    09 mag 14 L'ex ministro Claudio Scajola si è avvalso della facoltà i non rispondere all'interrogatorio di garanzia. Intanto dalle perquisizioni effettuate nell'inchiesta è emerso un documento, definito dagli inquirenti, "decisivo" per confermare le accuse all'ex ministro. E' quanto si è appreso da fonti vicine all'inchiesta. Si tratta di un foglio scritto in lingua straniera sequestrato a Genova e nella disponibilità dell'ex ministro. Da una prima lettura confermerebbe l'impegno di Scajola per favorire la latitanza di Matacena, ma gli investigatori intendono esaminarlo attentamente per accertare se è veramente quello che sembra.

    Ex ministro non risponde al Gip. Si è avvalso della facoltà di non rispondere l'ex ministro Claudio Scajola nell'interrogatorio di garanzia nel carcere di Regina Coeli. "Voleva rispondere ma gli abbiamo consigliato di non farlo: vogliamo prima parlare con lui e studiare le carte", dice l'avvocato Giorgio Perroni. "Abbiamo concordato un appuntamento con il pm per mercoledì o giovedì prossimi - ha aggiunto l'avvocato Perroni - vogliamo parlare con lui e studiare bene le carte". L'avvocato Perroni ha aggiunto che Scajola "voleva rispondere ma noi gli abbiamo consigliato di non farlo oggi: è sereno, tranquillo, convinto di poter spiegare i fatti".

    DDA ricorre per aggravante mafiosa. La Dda di Reggio Calabria ha già predisposto il ricorso da presentare al tribunale del riesame contro la decisione del gip di rigettare, nell'ordinanza di custodia cautelare a carico di Claudio Scajola e delle altre persone arrestate, l'aggravante dell'art. 7 per avere, gli indagati, favorito un'associazione mafiosa. Gli arrestati infatti sono accusati, a vario titolo, di avere favorito la latitanza dell'ex deputato Amedeo Matacena e di avere messo in atto una serie di comportamenti volti a mascherare la effettiva titolarità di alcune società facenti capo a Matacena. Così facendo, per gli inquirenti, gli indagati hanno agevolato la 'ndrangheta dal momento la stessa organizzazione criminale, è "interessata a mantenere inalterata la piena operatività di Matacena e della galassia imprenditoriale a lui riferibile utilizzata per schermare la vera natura delle relazioni politiche, istituzionali ed imprenditoriali dello stesso garantite a livello regionale, nazionale ed internazionale". Questo passaggio è contenuto nel decreto di perquisizione emesso dalla Dda contestualmente alla notifica delle ordinanze di custodia cautelare. E in quel decreto i magistrati ipotizzano nei confronti degli indagati (oltre agli otto in stato di arresto anche per Vincenzo Speziali, nipote omonimo dell'ex senatore del Pdl) i reati di associazione a delinquere ed associazione mafiosa. Gli inquirenti ipotizzano che le società di Matacena siano state utilizzate dalla 'ndrangheta per arrivare nei salotti dell'alta finanza. Da qui l'interesse delle cosche alla salvaguardia delle stesse società. Un interesse che sarebbe stato veicolato da quella 'ndrangheta "invisibile" che per la Dda reggina sovrintende a quella "visibile" composta da boss e gregari. Gli indagati, secondo l'ipotesi dell'accusa facevano parte "di un'associazione per delinquere segreta", ma non alla 'ndrangheta "invisibile", comunque "collegata alla 'ndrangheta dal rapporto di interrelazione biunivoca al fine di estendere le potenzialità operative del sodalizio mafioso in campo nazionale ed internazionale". Qualora il Tribunale del riesame dovesse confermare la decisione del gip, la Dda intende ricorrere in Cassazione.

    Matacena: Dimostrerò mia innocenza. "Sono fiducioso nell' operato della magistratura e sono sicuro che riuscirò a dimostrare la mia innocenza". Lo ha detto Amedeo Matacena contattato tramite il suo legale, l'avvocato Enzo Caccavari. "Sono fortemente amareggiato - ha aggiunto Matacena da Dubai - per quanto è accaduto, ma sono comunque fiducioso che tutto sarà chiarito. Confido nel lavoro della magistratura"
    Legato a Scajola dal '94. "A Claudio Scajola mi lega un rapporto di amicizia sin dal 1994, quando sono stato eletto deputato per la prima volta". Lo ha detto Amedeo Matacena contattato a Dubai tramite il suo legale, Enzo Caccavari. "In questo momento - ha aggiunto - sono molto turbato per le notizie che leggo". "Sono profondamente dispiaciuto - ha aggiunto Matacena da Dubai - per quanto sta accadendo alla mia famiglia, a mia madre e mia moglie in particolare". "E sono addolorato - ha proseguito - per quanto sta accadendo anche a Claudio Scajola, mio ex coordinatore di partito nonchè collega ed amico".

    Moglie Matacena domenica a Reggio. Rientrerà in Italia domenica prossima Chiara Rizzo, moglie di Amedeo Matacena, coinvolto nell'inchiesta che ha portato all'arresto dell'ex ministro Claudio Scajola e destinataria lei stessa, come il marito, di un'ordinanza di custodia cautelare. Lo rende noto, con un comunicato inviato all'ANSA, il difensore della donna, l'avvocato Bonaventura Candido. "Quale difensore di Chiara Rizzo, attinta dall'ordinanza custodiale emessa dal gip di Reggio Calabria - scrive l'avvocato Candido nel comunicato - in accoglimento della relativa richiesta della Dda, facendo seguito al comunicato dell'8 maggio scorso con cui preannunciavo la volontà della mia assistita di mettersi a disposizione dell'autorità giudiziaria, rendo noto che con fax in data odierna delle ore 21.02, ho inoltrato alla Procura di Reggio Calabria comunicazione fattami pervenire dalla signora Rizzo con la quale la stessa preannuncia il proprio arrivo a Reggio Calabria nella tarda serata di domenica 11 maggio"

    Legale: Esito negativo a Roma. "La perquisizione nella casa di Scajola a Roma, l'unica a cui abbia assistito, ha dato esito negativo". Lo ha detto rispondendo a una domanda dei cronisti davanti al carcere di Regina Coeli Elisabetta Busuito, uno dei legali dell'ex ministro Claudio Scajola, al termine dell'interrogatorio di garanzia. Gli avvocati dell'ex ministro, arrestato con l'accusa di aver favorito la latitanza dell'ex parlamentare di Forza Italia Amedeo Matacena, chiederanno al Gip di revocare il divieto di incontrare il proprio assistito. "La norma permette al Gip di differire l'incontro con i legali. Speriamo che ce lo conceda e di poterlo vedere martedì o mercoledì prossimi - ha detto l'altro legale, Giorgio Perroni -, così da sostenere un interrogatorio più completo con i pubblici ministeri giovedì o venerdì per spiegare tutti i fatti". All'interrogatorio di garanzia erano presenti il Gip di Roma Pierluigi Balestrieri - per rogatoria del Gip di Reggio Calabria che ha firmato l'ordinanza d'arresto - e il sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia (Dna) Francesco Curcio.

    Contatti con Moglie Matacena dati oggettivi. "I contatti di Scajola con la moglie di Matacena sono un dato oggettivo, ma senza vedere le carte e aver parlato con il nostro assistito è impossibile fare delle valutazioni". Ha risposto così ad una domanda dei cronisti il legale dell'ex ministro Claudio Scajola, Giorgio Perroni, al termine dell'interrogatorio di garanzia a regina Coeli. "Chiederemo al gip la revoca del divieto di incontrare Scajola - ha aggiunto Perroni - e forse lo vedremo martedì o mercoledì prossimi". Sulla scelta di avvalersi della facoltà di non rispondere Perroni ha aggiunto: "Abbiamo deciso di fare un interrogatorio più completo e preciso la prossima settimana, non abbiamo avuto modo di parlare con lui e ci sono 38 faldoni di atti da studiare".

    Nessuna parentela moglie Speziali con Gemayel. "Totalmente false": cosi' il consigliere per la stampa dell'ex presidente libanese Amin Gemayel ha smentito oggi, notizie secondo le quali Vincenzo Speziali avrebbe usato presunti legami familiari tra sua moglie e lo stesso Gemayel per fare accogliere in Libano Amedeo Matacena. L'ex presidente libanese Amin Gemayel ha smentito oggi "ogni legame di parentela o di vicinanza" con la moglie libanese di Vincenzo Speziali, indagato nell'inchiesta che ha portato all'arresto dell'ex ministro Claudio Scajola. Speziali, che risiede a Beirut ed e' sposato con una libanese, e' accusato dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria di avere cercato, proprio attraverso una presunta parentela della moglie con Gemayel, di far trovare rifugio in Libano all'ex deputato Amedeo Matacena, condannato a cinque anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Un intervento che avrebbe messo in atto su richiesta di Scajola. Ma Speziali, secondo quanto affermato ieri dal Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafero de Raho, avrebbe svolto "un ruolo da protagonista" anche nella vicenda del soggiorno in Libano dell'ex senatore Marcello Dell'Utri, arrestato a Beirut il 12 aprile scorso. Speziali, interpellato ieri dall'ANSA, ha smentito di avere mai avuto un ruolo in queste vicende e ha negato egli stesso che la moglie sia imparentata con l'ex presidente.

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