NuovaCosenza.com
Google
su tutto il Web su NuovaCosenza
mail: info@nuovacosenza.com
Home . Cronaca . Politica . Area Urbana . Speciali . Video . Innovazione . Universtitą . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .
 

      Condividi su Facebook

    Blitz internazionale antidroga della DDA reggina, 16 arresti

     

     

    Blitz internazionale antidroga della DDA reggina, 16 arresti. Operazione da pentita ridotta schiava

    31 lug 14 E' in corso un'operazione dei Carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria che, in cooperazione con i collaterali organismi di polizia olandesi e tedeschi, stanno eseguendo 16 ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip su richiesta della Dda reggina. Alcuni degli arresti vengono eseguiti dai carabinieri proprio in Olanda ed in Germania. I provvedimenti riguardano appartenenti alla cosca di 'ndrangheta di Cacciola di Rosarno, accusati a vario titolo di traffico internazionale di cocaina, sequestro di persona e riduzione in schiavitù. I fatti, iniziati nel 2006, hanno documentato, secondo quanto riferiscono i carabinieri, lo stabile inserimento di molti degli arrestati nel traffico delle sostanze stupefacenti. Nel corso delle indagini sono stati eseguiti sequestri di svariati sequestri di consistenti quantitativi di cocaina.

    Operazione da pentita ridotta in schiavitù. Sono state determinanti le rivelazioni di una pentita legata da vincoli familiari con gli stessi vertici della cosca, dai quali era stata ridotta in schiavitù, per le indagini che hanno portato stamattina all'operazione 'Mauser' contro la cosca Cacciola della 'ndrangheta, con l'arresto di 16 presunti affiliati. Dall'indagine, grazie alle rivelazioni della pentita, sono emersi i comportamenti vessatori attuati dalla famiglia Cacciola contro la collaboratrice di giustizia da parte della sua stessa famiglia. Alla donna, costretta anche alla segregazione, secondo quanto riferito dai carabinieri, veniva attribuita la colpa del suicidio del marito, appartenente al gruppo criminale, avvenuto per circostanze mai del tutto chiarite.

    Pentita collabora dopo suicidio marito. Collabora con la giustizia da quando, nel 2005, il marito si è suicidato, Giuseppina Multari, la pentita dalle dichiarazioni della quale ha preso le mosse l'operazione dei carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria che ha portato all'arresto di 16 presunti affiliati al gruppo Cacciola della 'ndrangheta. Il gruppo Cacciola è collegato alla cosca-madre dei Pesce, che ha registrato nella sua storia altre due donne pentite, Maria Concetta Cacciola, suicidatasi con l'acido muriatico, e Giusy Pesce, che vive oggi in una località protetta. Il marito di Giuseppina Multari, Antonio Cacciola, si suicidò al culmine di una serie di liti e contrasti con la moglie. I parenti di Cacciola attribuirono la colpa del suicidio dell'uomo a Giuseppina Multari, tenendola segregata per questo motivo in casa e riducendola in schiavitù fino a quando la donna riuscì a fare recapitare una lettera al padre per informarlo della condizione in cui si trovava. Il padre di Giuseppina Multari avvertì poi i carabinieri, che liberarono la donna.

    Anche pentita aveva tentato suicidio. "Giuseppina Multari, ex moglie di Antonio Cacciola, è testimone di giustizia. Grazie alla sua testimonianza siamo riusciti a scoprire e debellare un traffico di sostanze stupefacenti, soprattutto di cocaina, proveniente dall'Olanda e indirizzata a Rosarno, arrestando sedici persone". Lo ha detto il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho, durante la conferenza stampa per illustrare i particolari dell'operazione 'Mauser' eseguita dai carabinieri contro il raggruppamento criminale Cacciola-Curmace di Rosarno. "Giuseppina Multari - ha aggiunto il magistrato - moglie di Antonio Cacciola, suicidatosi nel 2005, era stata ridotta in schiavitù dai familiari del defunto marito e non poteva neppure assicurare le cure alla figlioletta più piccola senza essere 'scortata' dai parenti del marito o accompagnare a scuola le altre due figliolette più grandi. Proprio per queste ragioni, sentendosi oppressa e senza via di scampo, aveva tentato il suicidio lanciandosi in mare nell'inverno del 2006. In suo soccorso era giunto il fratello Angelo, riuscendo a salvarla". "È materia di indagini ancora in corso - ha detto ancora Cafiero de Raho - la successiva scomparsa da Rosarno di Angelo Multari, fratello di Giuseppina. Tutto ciò conferma come nelle famiglie di 'ndrangheta simili comportamenti, disumani e violenti, siano paragonabili alla preistoria. In questo contesto, i Multari, una famiglia normale, hanno pagato un prezzo altissimo"

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

    Cerca con nell'intero giornale:

    -- >Guarda l'indice delle notizie su: "Cronaca e Attualità "

     

     

 


    Facebook
 Ultime Notizie
 

Multimedia


 

Web TV -  Video

 

 
Home . Cronaca . Politica . Area Urbana . Speciali . Video . Innovazione . Universtitą . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .

Copyright © 2017 Nuova Cosenza. Quotidiano di informazione. Registrazione Tribunale Cosenza n.713 del 28/01/2004 - Direttore Responsabile: Pippo Gatto
Dati e immagini presenti sul giornale sono tutelati dalla legge sul copyright. Il loro uso e' consentito solo previa autorizzazione scritta dell'editore