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    Falso olio bio made in Italy, 16 arresti, sequestrate 15 aziende e 400 ton di olio

     

    Truffa col falso olio Bio, 16 arresti in Puglia, sigilli a 15 aziende, sequestri anche in Calabria

    24 lug 14 Tre associazioni per delinquere che gestivano un giro d'affari illecito stimato in 30 milioni di euro vengono smantellate con 16 arresti dalla Guardia di Finanza di Andria in un'indagine a carico di imprenditori pugliesi accusati, con la complicità di indagati calabresi, di aver trasformato olio di oliva comunitario in 'olio 100% italiano biologico'. Gli arresti sono stati disposti dalla magistratura di Trani che ha ordinato anche il sequestro preventivo di 15 imprese coinvolte. All'indagine della Gdf hanno partecipato uomini dell'ispettorato repressione frodi di Roma e Bari del ministero delle politiche agricole e dell'Agenzia delle Dogane. L'inchiesta ha accertato che le tre presunte organizzazioni criminali pugliesi - due delle quali facevano capo ad uno stesso imprenditore andriese - si sono avvalse della complicità di imprese che commercializzano olio di oliva in Puglia e in diverse città della Calabria. A queste imprese era affidato il compito - secondo il procuratore di Trani, Carlo Maria Capristo, e il pm inquirente Antonio Savasta - di fornire false fatture attestanti fittizi approvvigionamenti di olio extravergine di oliva prodotto in Italia necessari 'cartolarmente' a legittimare ingenti acquisti di olio proveniente, in realtà, dalla Spagna. In sostanza, l'olio d'oliva comunitario, con la complicità di altri indagati (confezionatori e commercianti all'ingrosso) veniva messo sul mercato come olio biologico 100% italiano, sfruttando il valore aggiunto delle menzioni riservate ai prodotti 'Made in Italy' e biologico. L'indagine ha permesso anche di apporre i sigilli a circa 400 tonnellate di olio dalle qualità organolettiche scadenti e/o contaminate. L'olio sequestrato - secondo le indagini della Guardia di Finanza - era miscelato con grassi di diversa natura contenenti fondami ed impurezze imputabili al circuito della raccolta degli oli esausti della ristorazione, nonché di provenienza furtiva, oppure, scortati da documenti di accompagnamento indicanti natura e qualità diversi da quelli reali.

    Anche rifiuti in bottiglie olio. "Le analisi chimiche e organolettiche compiute su campioni di olio d'oliva venduti come biologico extravergine Made in Italy, hanno dimostrato che in quelle bottiglie, in alcuni casi, non vi era nulla che potesse essere definito neppure olio lampante, addirittura che possa essere definito commestibile, trattandosi di oli esausti, residui di frittura, ossia rifiuti che, anziché essere smaltiti erano venduti e finivano sulle tavole di consumatori". Lo ha detto il responsabile dell'ispettorato repressione frodi di Bari, Luca Veglia, nel corso della conferenza stampa che si è svolta nella procura di Trani sull'operazione che ha portato a 16 arresti e al sequestro preventivo di 16 aziende e di 400 tonnellate di olio di oliva scadente o contaminato. "Si tratta di sostanze cancerogene e dannose per la salute degli ignari consumatori - ha aggiunto il pm Antonio Savasta - che invece hanno il diritto di sapere cosa c'è in quello che comprano e di scegliere i prodotti in base alle loro reali caratteristiche"

    Gravi pregiudizi a salute pubblica. La commercializzazione di olio di oliva comunitario come falso olio extravergine di oliva biologico 100% Made in Italy era ''il vero core business'' della trentina di persone indagate - 16 delle quali arrestate oggi - nell'indagine della Guardia di finanza di Andria che ha portato anche al sequestro di 16 aziende tra la Puglia e la Calabria. L'attività delittuosa era - secondo quanto emerge dagli atti della Gdf - ''il vero core business'' degli indagati che ''in barba a qualsivoglia forma deontologica antepongono i propri interessi personali a quelli della collettività, il tutto con gravi pregiudizi riscontrabili non solo nell'ottica del consumatore finale e della tutela della salute pubblica ma anche in quella dell'intero mercato autoctono dell'olio extravergine di oliva che, come appare sempre più frequentemente dalle cronache degli ultimi anni, risulta costellato da continue fluttuazioni al ribasso''. La frode - secondo gli investigatori - ha permesso agli indagati di ottenere ''un vantaggio competitivo imprenditoriale altamente remunerativo''. Le tre associazione per delinquere smantellate erano - secondo la procura - capeggiate due dall'imprenditore andriese Nicola Di Palma (dell'azienda olearia San Vincenzo), la terza da Antonio Cassetta (gestore di fatto della Sago srl di Andria). Entrambi sono stati arrestati. Di Palma avrebbe capeggiato due gruppi criminali: il primo aveva rapporti con aziende calabresi di Cassano allo Ionio (Cosenza) e di Petitia Policastro (Crotone), l'altro con aziende di Copertino (Lecce); Cassetta invece gestiva un'altro gruppo criminale: nella sua azienda di Andria, la Sago, è stata riscontrata la presenza di oli di oliva lampanti adulterati con oli di semi e/o grassi estranei all'olio d'oliva. Le misure cautelari sono state emesse dal gip di Trani Angela Schiralli su richiesta del pm Antonio Savasta e del procuratore Carlo Maria Capristo.

    Procuratore: Truffa da 100 mln, a breve sviluppi. "Questo è solo l'inizio, dobbiamo compiere ulteriori accertamenti su dove è stato venduto l'olio spacciato per extravergine di oliva Made in Italy, si prevedono ulteriori sviluppi". Lo ha detto il procuratore di Trani, Carlo Maria Capristo, secondo il quale con i 16 arresti dell'operazione antifrode a tutela dell'olio extravergine d'oliva biologico Made in Italy "abbiamo raggiunto il duplice obiettivo di tutelare le aziende oneste, che sono la maggioranza, e i consumatori''. Capristo ha riferito che l'indagine, originata da una verifica fiscale all'interno di alcune aziende, ha "consentito di ricostruire l'intera filiera dell'olio contraffatto, dalla Spagna alle aziende pugliesi e calabresi compiacenti che 'cartolarizzavano' l'olio acquistato all'estero trasformandolo, falsamente, in olio biologico extravergine italiano, per un volume di affari che si aggira sui cento milioni di euro". L'olio proveniva dall'Andalusia e da Valencia, ha spiegato il pm Antonio Savasta. Lì veniva acquistato a 2 euro il litro, arrivava nei porti di Bari e Salerno come olio spagnolo. Fin qui, dunque, nulla di strano né d'illegale. "Era in Calabria - ha aggiunto Savasta - che il prodotto diventava italiano". "In Calabria tra l'altro - ha spiegato ancora il pm - ci sono molte ditte che ottengono finanziamenti statali e comunitari per fare il biologico, ma di biologico non hanno nulla, a volte non esistevano né terreni propri né fornitori".

    Ministro Martina: operazione a tutela salute pubblica. "Voglio ringraziare tutto l'Icqrf, il nostro Ispettorato repressione frodi, per il grande lavoro fatto a protezione di un prodotto simbolo del Made in Italy come l'olio d'oliva. L'operazione di oggi, condotta dalla Procura di Trani e in collaborazione con la Guardia di Finanza, dimostra l'efficacia del sistema dei controlli e il concreto rafforzamento del coordinamento che abbiamo voluto con decisione". Lo afferma il ministro delle politiche agricole Maurizio Martina a proposito dell'operazione della Gdf che ha smantellato un'organizzazione volta a spacciare olio comunitario come olio extravergine 100% italiano biologico. "Azioni di contrasto come quella di oggi - aggiunge Martina - si inseriscono in un piano di azione contro l'illegalità, a tutela della sicurezza degli alimenti, della fiducia del consumatore e dei tantissimi produttori che con fatica e passione portano avanti il proprio lavoro rispettando le regole". "Proprio sul settore dell'olio - conclude il ministro - stiamo portando avanti un lavoro importante di controlli e di analisi, tanto nella fase d'ingresso dall'estero quanto negli stabilimenti di lavorazione in Italia, per proteggere una filiera che vale quasi un miliardo e mezzo di euro solo di export".

    Coldiretti: Da inizio crisi +300% sequestri. Dall'inizio della crisi sono quadruplicate le frodi nel settore degli oli e dei grassi con un incremento record del 300 per cento dal 2008 al 2013 del valore dei sequestri di questi prodotti perché adulterati, contraffati o falsificati. E' quanto rileva la Coldiretti in occasione dell'operazione "Aliud pro olio", condotta dal Guardia di Finanza di Andria che ha portato a 16 arresti e al sequestro preventivo di 15 aziende, con l'apposizione dei sigilli a circa 400 tonnellate di olio di oliva comunitario trasformato in 'olio 100% italiano biologico', ma dalle qualità organolettiche scadenti o contaminate. "Prosegue dunque la battaglia delle forze dell'ordine contro le speculazioni e le falsificazioni ai danni dell'olio d'oliva "made in Italy" - sottolinea Coldiretti - che nel 2013 sulla base della preziosa attività svolta dai Carabinieri dei Nas ha consentito sequestri nel settore degli oli e grassi per 8,4 milioni di euro, a fronte di 39.308 controlli che hanno consentito di individuare ben 13255 non conformità". "In altre parole - aggiunge Coldiretti - illegalità sono state individuare in un controllo su tre. Le truffe a danno del vero olio italiano sono addirittura diventate fumetti illustrati sul New York Times con il titolo "Il suicidio dell'olio italiano". L'escalation dei sequestri preoccupa i produttori per i gravi danni alla concorrenza e conferma la necessità di applicare le importanti modifiche alla disciplina introdotta dalla legge salva olio approvata nel febbraio 2013". "Allarma i produttori - conclude Coldiretti - anche il balzo record dell'import nazionale di olio di oliva e sansa che, complice una campagna produttiva non eccezionale in Italia, ha sfiorato nei primi quattro mesi dell'anno le 227 mila tonnellate, in aumento del 34 per cento sullo stesso periodo dello scorso anno. Nel dettaglio l'Italia ha più che quadruplicato gli acquisti di olio proveniente dalla Spagna".

    Copagri: Tutela dop è priorità. La Copagri plaude l'operazione condotta in Calabria e Puglia dove l'intento era quello di spacciare per 100% italiano e biologico olio proveniente dalla Spagna e da altre aree dell'Unione Europea e immetterlo in commercio. ''Quella della lotta alle frodi e della tutela delle denominazioni, siano esse legate all'origine del prodotto o al metodo di produzione - afferma la Copagri - deve essere una priorità in Italia e in Europa; cogliendo l'occasione della presidenza italiana di turno dell'Unione, le nostre istituzioni devono intestarsi una "battaglia" finalizzata all'obbligo della chiara menzione dell'origine nell'etichettatura di tutti i prodotti agroalimentari, a tutelare tutte le denominazioni connesse ai processi produttivi, a spazzare via ogni possibilità di adozione del sistema a semaforo britannico per quel che concerne le caratteristiche nutrizionali dei prodotti e sostenere una costante attività della task force antifrodi europea''.

    Unaprol: Controlli olio funzionano. ''In Italia i controlli ci sono e funzionano meglio di altrove perché c'è competenza e inquirenti e gli investigatori sanno dove guardare grazie anche a leggi come quella salva made in Italy per l'olio extra vergine di oliva''. Lo afferma Unaprol, nel plaudire all'azione anti contraffazione della Guardia di Finanza che ha fatto luce su un giro d'affari illecito di 30 milioni di olio bio. ''Il danno di immagine ha molte facce: - precisa Unaprol - economico perché truffa i consumatori e ruba ai produttori onesti; di bandiera, perché indebolisce il made in Italy in tutto il mondo con una perdita di immagine e di origine perché in questo modo il vero prodotto italiano perde valore sui mercati''. In Italia, secondo l'osservatorio Unaprol, il 14% di tutta la superficie coltivata a biologico è olivicola pari a circa 165 mila ettari, con una produzione concentrata in Puglia (33%), Calabria (30%) e Sicilia (11%). Produrre biologico costa di più ma proprio per questo questo l'extra vergine di oliva 100% biologico veramente italiano, conclude Unaprol, sconta all'origine prezzi maggiori che oscillano tra il 15 ed il 20% in più dell'extra vergine convenzionale.

    Confagri fermare avventurieri contraffazione. "L'operazione portata a compimento stamane dalla Guardia di Finanza, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Trani, va salutata con estrema soddisfazione perché mette a fuoco quanto e come spregiudicati mercenari siano in grado di alterare le dinamiche del mercato olivicolo, assestare colpi rilevanti all'immagine ed alla qualità della nostra produzione, incrinare la fiducia in quei consumatori che guardano alla qualità certificata degli alimenti come un elemento di sicurezza". E' quanto afferma, in una dichiarazione, il presidente regionale di Confagricoltura, Alberto Statti. "Naturalmente - prosegue Statti - ci auguriamo che gli imprenditori possano dimostrare di essere estranei a questo circuito vizioso e criminale. Alle forze dell'ordine dunque il plauso di Confagricoltura Calabria con l'invito a proseguire con determinazione nel contrastare simili ed inqualificabili organizzazioni; l'annuncio del procuratore Capristo di ulteriori sviluppi in ordine ai canali di vendita lascia ben sperare che l'intera filiera della contraffazione venga punita e smantellata. Importare olio, grazie alla compiacenza di aziende calabresi e pugliesi, cartolarizzarlo e trasformarlo falsamente in olio biologico extravergine italiano è un'azione criminale e tutti i protagonisti vanno individuati e puniti. Il fatto che poi il prodotto venisse 'trasformato' in italiano proprio in Calabria è notizia che ci rattrista e preoccupa ulteriormente perché proprio nella nostra regione la filiera olivicola è una realtà straordinaria, la sua qualità e la sua potenzialità non possono essere messe a repentaglio da questi avventurieri della contraffazione".

    Oliverio: Rafforzare vigilanza su contraffazione olio. "L'operazione antifrode nel settore della commercializzazione dell'olio di oliva che ha portato al sequestro di circa 400 tonnellate di prodotto riconducibile a diverse imprese attive in Puglia e Calabria, dimostra quanto non bisogna mai abbassare la guardia a tutela del Made in Italy e contro ogni forma di contraffazione ai danni dei consumatori". Lo afferma, in una dichiarazione, il deputato Nicodemo Oliverio, capogruppo del Pd in Commissione Agricoltura alla Camera. "La trasformazione dell'olio di produzione comunitaria in 'olio 100% italiano biologico', grazie alla falsificazione dei documenti - prosegue Oliverio - è un grande imbroglio, purtroppo diffuso, che punta a sfruttare il valore e il prestigio del marchio Made in Italy, allo scopo di ottenere una migliore e più redditizia collocazione sul mercato. La legge 'salva olio' Mongiello, approvata in parlamento grazie all'impegno di quanti si sono sempre battuti a difesa dei consumatori dagli inganni e le contraffazioni nel settore agro-alimentare,è di straordinaria importanza, ma è necessario rafforzare la vigilanza e i controlli, sia interni che in entrata dall'estero. La 'peste della contraffazione' va debellata, perché colpisce le aziende migliori che lavorano nella massima trasparenza e premia gli speculatori. Su questo continueremo a batterci in tutte le sedi nazionali e comunitarie". "Un ringraziamento va al Ministro Maurizio Martina - prosegue Oliverio - per l'impegno profuso a difesa del Made in Italy e contro ogni forma di contraffazione. Grazie anche all' Ispettorato repressione frodi per il grande lavoro svolto che ha portato alla scoperta di tante imprese che fornivano fatture false relative ad approvvigionamenti di olio extravergine di oliva prodotto in Italia, ma in realtà proveniente dalla Spagna".

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