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    Tabularasa si sposta a Lamezia, Paolo Mieli presenta il suo libro

    Branca, Mieli, Speranza, Mortelliti

     

    Tabularasa si sposta a Lamezia, Paolo Mieli presenta il suo libro

    15 lug 14 "Fare i conti con la storia qui non può che avere una valenza particolare, perché la Calabria dalla politica deve ancora ottenere dei risarcimenti". Così Paolo Mieli a Lamezia Terme durante la presentazione del suo ultimo libro, "I conti con la storia", svoltasi nell'ambito della rassegna culturale Tabularasa. Il presidente di Rcs libri ha approfondito i temi legati alla memoria, all'oblio e alla partecipazione politica insieme agli organizzatori della manifestazione, Giusva Branca e Raffaele Mortelliti, e al sindaco di Lamezia, Gianni Speranza. Nel libro di Mieli si analizzano oltre due millenni, senza preconcetti o pregiudizi. Un approccio che può risultare "fondamentale" per una regione come la Calabria "la cui immagine - ha detto il giornalista - è spesso deformata da vicende di sangue e malaffare. Ma come per altri contesti, si tratta di realtà tramandate nel tempo in maniera distorta. Nei miei viaggi in America del Sud ho incontrato tantissimi calabresi che hanno dato, e danno ancora oggi, lustro ai posti in cui vivono. Dunque non c'è nessuna anomalia o difetto genetico. Semmai è stata la politica che ha ceduto il passo a certe immagini distorte e in tal senso è emblematica la vicenda della lotta per il capoluogo del '70 che ha consegnato al Paese lo stereotipo di una regione segnata da faide e guidata da persone incapaci di presentarsi come comunità coesa. Oggi serve una grande battaglia politica e culturale per affermare il vero volto della Calabria. Un volto fatto di realtà di promozione culturale come Tabularasa, che qui e in altre regioni del Mezzogiorno stanno offrendo, attraverso un lavoro bestiale, momenti di crescita politica e civile. Si tratta di un compito immane, quello cioè di far passare un nuovo valore da associare a questi territori. Proprio ciò che faceva la politica prima di eleggere quale unico luogo di confronto e dialogo i siparietti della televisione. Un modello autoreferenziale che, ne sono convinto, sta per essere rifiutato definitivamente e allora anche i grandi leader capiranno che sarà nuovamente necessario conoscere la gente, parlarci, proprio come avviene nei Paesi anglosassoni". Mieli ha poi messo in guardia contro il rischio di mistificazione che caratterizza la lettura delle vicende storiche, anche più recenti. "Spesso sentiamo parlare di 'berlusconismo' - ha sostenuto l'ex direttore del Corriere della Sera - dimenticando che Berlusconi, a cui pure vanno attribuite tante responsabilità, ha governato nove anni contro gli undici del centrosinistra. Lo storico deve liberarsi delle semplificazioni e guardare alla responsabilità dei singoli. Questo significa fare i conti con la storia. Proprio come fa la lettura offerta dal giornalista Pino Aprile, i cui ragionamenti rivelano in modo potente aspetti che gli storici non sono riusciti a raccontare". Mieli si è detto convinto che si sta aprendo una nuova fase politica, sottolineando la necessità di "stabilire un nuovo modo di stare insieme, riprendendoci l'individualità del nostro ruolo, esigendo di parlare con le persone e ricostruendo subito il senso della comunità". "Tornerò presto in Calabria - ha detto Mieli in chiusura - magari per parlare della Prima guerra mondiale e di un'identità nazionale a cui il Mezzogiorno ha dato un contributo enorme".

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