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    Matacena da Dubai: Liberate mia moglie, io rifugiato non latitante

     

    Matacena da Dubai: Liberate mia moglie, io rifugiato non latitante

    13 lug 14 "Spero adesso che la giustizia italiana prenda atto che, essendo stato riconosciuto il mio ruolo di rifugiato, non esiste più la possibilità per la madre dei miei figli di reiterare il reato e le revochi, quindi, gli arresti domiciliari". Lo dice, al telefono da Dubai, Amedeo Matacena. "È una richiesta che rivolgo alla giustizia italiana - dice ancora l'ex deputato - in cui credo ancora. Lo dico perchè quando c'è un giudice di Cassazione che ammette che la Suprema corte, riducendo una condanna disposta con una decisione presa in precedenza ed è la prima volta che questo succede in assoluto, credo ancora che ci sia qualche Giudice con la G maiuscola".

    Voglio tornare in Italia. "Io sono una persona che sta cercando giustizia e la vuole ottenere in Italia, dove voglio tornare una volta che nel mio Paese sarà riconosciuta la mia innocenza, che è nei fatti". Lo dice Amedeo Matacena contattato telefonicamente a Dubai. "Spero che la giustizia italiana - aggiunge - dimostri di essere tale".

    Io rifugiato, non latitante. "Con la decisione di rigettare la richiesta di estradizione, io non sono più un latitante, ma un rifugiato negli Emirati arabi Uniti". Lo dice Amedeo Matacena al telefono da Dubai. "Sono molto grato - aggiunge - all'autorità giudiziaria degli Emirati per questa decisione le cui motivazioni si conosceranno a breve. È bene rilevare che è stata presa senza neanche attendere il dispositivo della sentenza con cui la Cassazione il 20 giugno mi ha ridotto la condanna da cinque a tre anni". "Adesso attendo e chiedo pacatamente ma con decisione - dice ancora Amedeo Matacena - che la Cassazione depositi i motivi della sentenza del 20 giugno entro i 30 giorni indicati perché io di conseguenza, lette le motivazioni con i miei legali, possa verificare quali sono gli ulteriori passi da compiere perché mi vengano tolti anche i tre anni di condanna che sono ancora in piedi". "Se i giudici di Cassazione hanno ammesso di avere sbagliato, riducendo la condanna - aggiunge l'ex deputato - è molto probabile che ci siano altri errori che, nel caso, dovranno essere sottoposti alle autorità competenti. In più aspetto che venga discusso il ricorso alla Corte europea, che è stato ammesso ed ha un numero di ruolo ben preciso".

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