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    Blitz contro il clan Mazzei a Catania collegata alle cosche della Piana

     

    Blitz contro il clan Mazzei a Catania collegata alle cosche della Piana

    08 lug 14 Una vasta operazione contro i vertici del clan Mazzei, noto come dei 'Carcagnusi', si è svolto a Catania da parte della DIA (Direzione investigativa antimafia), in sinergia con i carabinieri. Gli investigatori hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip su richiesta dalla Direzione distrettuale antimafia, coordinata dal procuratore Giovanni Salvi, nei confronti del capo della cosca e di esponenti di spicco del gruppo mafioso. La Dia ha anche eseguito il sequestro di società, esercizi commerciali, conti correnti e unità immobiliari. Sono nove gli indagati destinatari del provvedimento cautelare emesso dal Gip di Catania su richiesta della Dda della locala Procura eseguito della Direzione investigativa antimafia in sinergia con i carabinieri. Tra loro ci sono l'attuale capo ad esponenti di spicco del noto clan mafioso denominato dei 'Carcagnusi', gruppo affiliato a Cosa nostra dopo il 'battesimo' del suo capo storico, Santo Mazzei, ad opera del boss corleonese Leoluca Bagarella, giunto nel 1992 appositamente a Catania per farlo diventare 'uomo d'onore'. Gli arrestati devono rispondere, a vario titolo, dei reati di associazione di stampo mafioso, associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, in collegamento con organizzazioni criminali calabresi, trasferimento fraudolento di valori e intestazione fittizia di beni.

    Sei gli arresti. Sei indagati sono stati arrestati in esecuzione di un provvedimento cautelare emesso dal Gip di Catania su richiesta della Dda della locala Procura eseguito della Direzione investigativa antimafia in sinergia con i carabinieri di Randazzo nell'ambito dell'operazione denominata 'Ippocampo' contro la cosca dei 'Carcagnusi'. Tre indagati irreperibili. Tra loro c'è anche l'attuale capo del clan, Sebastiano 'Nuccio' Mazzei, di 41 anni, ancora irreperibile. Il presunto boss, latitante da alcuni mesi dopo essere sfuggito al blitz 'Scarface', è il figlio dello storico capomafia Santo Mazzei, detenuto in regime di 41 bis, fatto uomo d'onore dal boss corleonese Leoluca Bagarella nel 1992. Tra gli arrestati c'è anche il cognato di 'Nuccio' Mazzei, ovvero Gioacchino Intravaia, di 38 anni. Gli altri destinatari del provvedimento sono Massaro Galati, di 38 anni, Michele Maiolino, di 46, Prospero Riccombeni, di 43, Antonino Danile Sgori, di 39, e Lucio Stella, di 39. Gli arrestati devono rispondere, a vario titolo, dei reati di associazione di stampo mafioso, associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, in collegamento con organizzazioni criminali calabresi della Piana di Gioia Tauro, trasferimento fraudolento di valori e intestazione fittizia di beni. Per quest'ultimi reati la Dia ha sequestrato beni per 1,5 milioni di euro, compresa una cooperativa operante nel settore della logistica merci e un bar Secondo l'accusa il clan esercitava una posizione di predominio criminale nel rione San Cristoforo di Catania e, secondo quanto riferito da più pentiti alla Dda della Procura, avrebbero avuto un ruolo nel progetto di guerra di mafia tra i 'Carateddi' e la 'famiglia' Santapaola scongiurata dagli arresti delle forze dell'ordine.

    Sequestrati beni per 1.5 mln. Nell'ambito dell'operazione contro i vertici del clan Mazzei di Catania la Dia ha anche eseguito il sequestro di società, conti correnti, beni mobili ed immobili, riconducibili alla cosca, per un valore complessivo di circa un milione e mezzo di euro. Secondo la ricostruzione dei magistrati, accolta dal Gip, che ha emesso la misura, ditte individuali e società cooperative operanti nel campo della logistica, carico e scarico merci, sono state intestate a prestanome. Il meccanismo, oltre a eludere investigazioni e divieti esistenti in materia di misure di prevenzione, permetteva alla cosca di disporre di beni e denaro e di mantenere l'egemonia territoriale. Il provento era reinvestito in attività illecite e redditizie come il traffico di stupefacenti con esponenti di spicco appartenenti ai clan della 'ndrangheta operanti nel territorio della Piana di Gioia Tauro. Il sequestro ha interessato anche beni ed esercizi commerciali, come un bar, direttamente riconducibili agli indagati.

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