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    Studenti in piazza a Gioia contro arrivo armi chimiche siriane

     

    Studenti in piazza a Gioia contro arrivo armi chimiche siriane

    25 gen 14 Gli studenti delle scuole superiori di Gioia Tauro hanno manifestato per protestare contro la decisione del Governo di fare transitare nel porto della cittadina tirrenica le navi con le armi chimiche siriane. In centinaia sono scesi in strada mostrando cartelli e striscioni con cui è stato manifestato il dissenso per la decisione e sollecitato interventi per migliorare il loro futuro. "Non si possono ricordare di noi solo per queste cose", hanno detto gli studenti.

    Coldiretti: Vicenda ia in agenda Governo. Il Presidente della Coldiretti della Calabria Pietro Molinaro, in una nota, in relazione all'arrivo delle armi chimiche nel porto di Gioia Tauro, chiede al Presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, di "tenere viva la Calabria nell'agenda del Governo". "Un impegno - aggiunge - che contribuisce a ristabilire serenità e a dare della Calabria e del Porto di Gioia Tauro una dimensione di logistica operativa internazionale di grande valenza. La vicenda, che ha avuto e avrà una vasta eco nazionale ed internazionale, ha sicuramente contribuito a mettere in cima all'agenda del Governo Nazionale la Calabria. Si possono aprire capitoli nuovi con una strategia ambiziosa delineando un lungimirante piano di successo. Oggi, la regione, ha l'opportunità di essere maggiormente legittimata. In primo luogo chiedo che ci sia un impegno, affinchè all'interno dei palinsesti, delle reti televisive pubbliche si veicoli la Calabria bella, positiva e operosa, che non deve essere marginale nello scacchiere intenzionale: ed i fatti lo dimostrano. Chiedo ancora al Governatore, di insistere affinchè, sinergicamente, Stato e regione possano mettere insieme risorse per interventi di pronta cantierabilità anche di "piccole opere" capaci di dare risposte di breve-medio termine in particolare sul dissesto idrogeologico". "Ma - conclude Molinaro - per rimanere nell'ambito agroalimentare, di destinare finalmente, risorse regionali per la ristrutturazione ed ammodernamento dell'agrumicoltura della piana di Rosarno - Gioia Tauro di pari passo con la richiesta al Governo di approvare l'aumento al 20% di succo di arance nelle bibite e l'approvazione dei decreti attuativi previsti dalla legge n. 4 del 2011 per l'indicazione obbligatoria dell'origine in etichetta delle aranciate".

    "Sul problema della nave con le armi chimiche siriane chiediamo, soprattutto al Governo, più rispetto per il territorio e per i suoi cittadini". E' questo uno dei passaggi dell'intervento che Giuseppe Raffa, presidente della Provincia di Reggio Calabria, ha fatto a Gioia Tauro durante la manifestazione di cittadini che hanno espresso dissenso sulla decisione di coinvolgere lo scalo della cittadina tirrenica nel trasbordo delle armi siriane destinate alla distruzione. "Non possiamo dimenticare - ha aggiunto - il grido di dolore e la disperazione di alcune persone che hanno perso dei loro congiunti per malattie molto gravi, per patologie tumorali. La salute della popolazione è la prima preoccupazione, perché ci troviamo in un territorio ad alto rischio; e per questo chiediamo la massima attenzione. Come istituzioni, in questo delicato momento, abbiamo il dovere di lanciare un messaggio, chiaro e inequivocabile: qualsiasi manifestazione deve trovare la propria azione all'interno di una cornice di civiltà. Perché dobbiamo sfatare il mito che la provincia di Reggio sia solo 'ndrangheta. Sappiamo tutti che non è così. Qui ci sono persone perbene, oneste e laboriose. E noi le vogliamo affiancare: convinti come siamo che il riscatto della nostra terra passi dall'affermazione del principio della legalità. Su questo fronte ci siamo attestati e ci stiamo mettendo la faccia. Lo stiamo facendo con la convinzione che bisogna recuperare il territorio attraverso le procedure che l'ordinamento giuridico ci mette a disposizione". Ai manifestanti Raffa ha detto: "in questi giorni abbiamo sollecitato il Consiglio regionale affinché la massima Assise calabrese affronti il delicato tema. L'assemblea dei sindaci, nei giorni scorsi, ha assunto una posizione ferma e chiara e noi stiamo attivando l'Autorità portuale per far sì che l'argomento sia preso in esame anche al suo interno. Siamo convinti che se proseguiremo su questa linea, ferma nelle intenzioni ma civile nelle azioni, riusciremo a impedire che la nave dei veleni approdi a Gioia Tauro. Lo scalo merita ben altra attenzione e noi, assolutamente non possiamo barattare un sopruso con altri promessi riconoscimenti. Parliamo della zona franca, che aspettiamo da tempo; proseguiamo con la logistica e, in generale, rivendichiamo altri importanti e vitali investimenti che il Governo deve decidere''.

    "Noi di Idv diciamo no all'arrivo delle armi chimiche siriane nel porto di Gioia Tauro. Le ragioni? Il pericolo per la tutela dell'ambientale e della salute dei cittadini, il freno al flusso turistico, la possibile evacuazione del Comune di San Ferdinando adiacente alla zona portuale e la militarizzazione dell'area. Ci sembrano motivi più che sufficienti per chiedere ai cittadini italiani di firmare la petizione, pubblicata sul sito www.change.org, per fermare l'arrivo in Italia di questo pericoloso carico". E' quanto afferma in una nota il segretario nazionale dell'Idv Ignazio Messina, che oggi ha lanciato la petizione su chang.org. "Ci sono numerose variabili e altrettante incognite - prosegue Messina - che rendono quest'operazione azzardata e pericolosa. Ritardi, tempi non precisati e mancanza di coinvolgimento non solo degli abitanti del luogo, ma anche dei rispettivi referenti istituzionali locali. Per questo siamo vicini ai sindaci che in queste ore hanno approvato un documento in cui si oppongono a questa operazione e siamo vicini anche alle popolazioni del luogo che hanno manifestato la loro contrarietà. Penseremo a tutti gli strumenti utili e pacifici per far valere il loro diritto sul proprio territorio". "Intanto - conclude Messina - invitiamo tutti a firmare questa petizione online perché vogliamo dare voce ai cittadini e vogliamo dimostrare al Governo che in Calabria non vengono accettati soprusi e decisioni imposte dall'alto".

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