In libreria "I Presidenti del Consiglio della Regione Calabria e il Meridionalismo" di Perri - Nuova Cosenza Quotidiano d'informazione della Calabria

In libreria "I Presidenti del Consiglio della Regione Calabria e il Meridionalismo" di Perri

15 dic 14 Dal missino Giuseppe Marini, che, nella sua qualità di consigliere anziano, presiedette il Consiglio regionale nella seduta di insediamento, al cattolico-democratico Francesco Talarico, presidente ancora in carica nel novembre del 2014, il libro “I Presidenti del Consiglio Regionale della Calabria ed il meridionalismo”, scritto dal giornalista e storico Ferdinando Perri e pubblicato da Progetto 2000, uscito in questi giorni, pone in campo la relazione tra regionalismo e meridionalismo, sollecitandone analisi e riflessioni, possibilmente, riletture critiche e rielaborazioni propositive, in chiave di “Questione Calabria”, alla luce della esperienza maturata dagli anni ’70 ad oggi. Lo fa ripercorrendo i discorsi di insediamento dei presidenti del Consiglio regionale (Mario Casalinuovo, Scipione Valentini e Consalvo Aragona, socialisti, il secondo proveniente dal Psiup; Rosario Chiriano, Antonio Giulio Galati, Domenico Romano Carratelli, della Dc, il secondo eletto in due diverse consiliature; Giuseppe Scopelliti, di An; Giambattista Caligiuri e Luigi Fedele, di Forza Italia) di brani significativi di discorsi e di dichiarazioni e di stralci degli interventi tenuti nella seduta inaugurale della stessa Assemblea. Una corposa introduzione è destinata a stimolare valutazioni, sì, nell’ottica del regionalismo vissuto in questi quarant’anni e più dalla riforma che ne ha innescato il sistema, ma anche nel quadro della evoluzione storico-politica maturata nell’arco di tempo considerato e dei cambiamenti che ne sono scaturiti. Ferdinando Perri lo fa con prosa asettica, non nel senso di una scrittura distaccata e neutra, tutt’altro, ma nel senso di una esposizione laica, non ideologica, piuttosto impegnata nella selezione dei contenuti, legati strettamente alle coordinate tematiche. In questo senso, lo sprone alla lettura sconsiglia anacronistici schematismi e scoraggia stereotipi dialettici che renderebbero superfluo il suo lavoro, e, mentre frustra approcci versati alla superficialità e ai luoghi comuni, sensibilizza il lettore ad una predisposizione più propensa a valorizzare parametri pragmatici in un quadro di frontiera denso di questioni problematiche del tutto nuove. Alle indicazioni sempre attuali del meridionalismo vanno applicate quelle intuizioni che il nuovo meridionalismo propone in un contesto storico-sociale profondamente mutato, che si muove tra europeismo e mediterraneità, tra emergenti modelli di emigrazione e di immigrazione, nel multiculturalismo e nella globalizzazione, oltreché all’interno di molteplici problematiche interne, a cominciare dalla congiuntura economica, di cui la Calabria è simbolo. Il libro vuole essere un grato omaggio all’ultimo grande meridionalista calabrese, a quel fine intellettuale che fu Pasquino Crupi, ad un anno dalla sua morte. L’ispirazione di questo libro risale alle sue robuste trattazioni di meridionalista indignato, ma soprattutto di meridionalista radicale che, se pure condizionato dagli ideologismi aderenti ai tempi del suo vissuto, ebbe la capacità di aprire nuovi spazi alla discussione culturale e al confronto politico. Dunque, non una rassegna che, sic et simpliciter, fa scorrere testi e parole, bensì una sosta salutare che, in uno sforzo comparativo, marca la necessità di una rivisitazione del rapporto regionalismo – meridionalismo, esigenza questa sempre più pressante rispetto agli interessi e agli obiettivi di un settentrionalismo sempre più vorace e sempre meno solidaristico. Ferdinando Perri, in sostanza, ci dice che c’è molto da fare e molto da lavorare. Chi ne ha voglia, in questo senso, può ripartire da questa sua opera. Che richiede, preliminarmente, una buona dotazione di olio di gomito.