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    Sciopero Cgil-Uil contro Governo, alte percentuali di adesione in tutta la Calabria

    Sciopero a Cosenza (Foto Gianmaria Milicchio)

     

    Sciopero Cgil-Uil contro Governo, alte percentuali di adesione in tutta la Calabria

    12 dic 14 Sono alte le percentuali di adesione allo sciopero generale di otto ore indetto anche in Calabria da Cgil e Uil contro il Jobs act e a sostegno di modifiche alla legge di stabilità. A riferirlo sono le segreterie generali di Cgil e Uil Calabria. In base ai dati ancora parziali, diffusi dalle due sigle organizzatrici, risultano percentuali di adesione dell'80% all'Infocontact Poste Mobile e alla Ias Scura di Corigliano; del 75% a Calabriaverde; 100% ai Cantieri Mileto di Gioia Tauro; oltre 70% al Consorzio di Bonifica di Crotone e 61% alla Coop Cotrapa 2000 di Cosenza. Cgil e Uil parlano, inoltre, di "grande partecipazione" ai cinque cortei organizzati a Catanzaro, Cosenza, Crotone, Vibo Valentia e Reggio Calabria, e di "primi dati soddisfacenti". Alle motivazioni alla base dello sciopero nazionale in Calabria si aggiungono anche i temi relativi alla questione dei circa 26 mila lavoratori in mobilità in deroga e dei lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità in attesa della stabilizzazione. Il programma delle iniziative prevede a Catanzaro l'intervento di apertura di Benedetto Cassala (segretario provinciale Uil) e le conclusioni di Raffaele Mammoliti (segretario regionale Cgil) mentre a Crotone, dopo il corteo, interverranno Mimmo Tomaino (segretario generale provinciale Uil) e Fausto Durante (Cgil nazionale); a Vibo parleranno Pasquale Barbalaco (segretario provinciale Uil) e Maria Bruno (segretario regionale Cgil), a Cosenza le conclusioni di Roberto Castagna (segretario provinciale Uil) e di Carla Cantone (segretario nazionale Spi Cgil), mentre a Reggio Calabria ci sarà l'intervento dell'imprenditore Nino De Masi e le conclusioni di Santo Biondo (segretario regionale Uil Calabria) e Franco Nasso (segretario generale Filt Cgil nazionale). Previsti anche gli interventi di lavoratori e lavoratrici, disoccupati, pensionati, giovani e studenti.

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    Manifestanti a Cosenza (Foto Gianmaria Milicchio)

    Adesione al 70%. E' del 70% in media l'adesione in Calabria allo sciopero generale indetto da Cgil e Uil contro il Jobs act e la legge di stabilità. Cinque i cortei svoltisi a Catanzaro, Cosenza, Reggio, Vibo e Crotone, con la partecipazione di lavoratori, pensionati, studenti, disoccupati e immigrati. "E' una giornata importante e significativa per la Calabria - afferma la segreteria regionale della Cgil Calabria - della quale la nuova Regione e il Governo non possono non tener conto". La Cgil calabrese, è scritto in una nota, esprime "soddisfazione per l'alta partecipazione e la piena riuscita dello sciopero generale indetto insieme alla Uil. Cosi non va, passare dalle parole ai fatti". "Superate le aspettative - prosegue la nota - con un ampio consenso alle proposte sindacali dal mondo del lavoro pubblico e privato, dall'università, dalla scuola, dal commercio, dai servizi, dai forestali, dai portuali, dagli edili, chimici, dai trasporti e in tutti i settori. Assai alta la partecipazione dei lavoratori precari, che si attesta al 71%. Gli Lsu e Lpu hanno manifestato numerosissimi in tutte e cinque le province calabresi. Ecco alcuni dei dati ufficiali che arrivano dal territorio: De Masi Costruzioni Gioia Tauro 100%,Fincedi Sisa S.Ferdinando 100%, Utb Mongiana 70%, Villa Betania Reggio 92%, Rai Cosenza 89%, Afor di Crotone 69%, Acem Costruzioni di Reggio Calabria 100%, Helios Reggio 71%,Coop Contrapa 2000 Cosenza 61%, Ias Scura Castrovillari 80%, Azienda agricola Costabile 95%, Osas Castrovillari 44%, Liceo Scientifico Siciliani CZ 46%, Co.Fer. Srl Catanzaro 79%, Banca popolare Emilia Romagna di Crotone 100%. Ai cinque cortei organizzati dalle due sigle sindacali Cgil e Uil, che si sono svolti nella regolarità, molto alta la partecipazione anche di pensionati, studenti, giovani, disoccupati e immigrati"

    1000 in piazza a Cosenza. Un migliaio di persone hanno manifestato, a Cosenza, in adesione allo sciopero promosso da Cgil e Uil contro il Jobs act e la legge di stabilità. Al corteo - che da da via Alimena, vicino a piazza Bilotti è giunto in piazza XI Settembre con le conclusioni di Roberto Castagna, segretario provinciale della Uil e di Carla Cantone segretario nazionale Spi-Cgil - hanno partecipato anche lavoratori contrattualizzati dopo diciassette anni di precariato. Tra i manifestanti anche un'anziana donna di Castrovillari, vestita da Babbo Natale con in mano un sacco sul quale c'era scritto "Doni per il Governo". La pensionata ha detto di portare in dono "una bastonata, perché - ha aggiunto - se noi moriamo i giovani non hanno più alcuna speranza e moriranno con noi".

    In 2000 a Reggio. Poco meno di duemila persone hanno sfilato in corteo a Reggio Calabria in occasione dello sciopero generale proclamato da Cgil e Uil contro il Jobs Act e la legge di stabilità del Governo Renzi. "Così non va" lo slogan della protesta attraverso la quale sono state rivendicate risposte per il Sud e per la città di Reggio Calabria. "Siamo qui per dire - ha detto tra l'altro il segretario comprensoriale Cgil di Reggio-Locri Mimma Pacifici - che senza il Mezzogiorno non si va da nessuna parte". Tra gli altri interventi quello dell'imprenditore Antonio de Masi. I lavoratori delle aziende di De Masi sono in sciopero della fame da giorni dopo l'annuncio della chiusura a fine anno per mancanza di liquidità. La vertenza De Masi è stata ricordata anche da Susanna Camusso a Torino e da Gianna Fracassi a Napoli. "Entrambe - riporta una nota della segreteria regionale della Cgil calabrese - hanno chiesto al Governo un intervento risolutivo per l'azienda De Masi, di aiutarla e sostenerla nei suoi programmi di sviluppo industriali come risposta significativa ed emblematica di legalità. Questo ci riempie di orgoglio e ci stimola ulteriormente a sostenere la battaglia dei lavoratori dell'ing. De Masi".

    In 3000 a Vibo. Circa tremila persone hanno preso parte, a Vibo Valentia, alla manifestazione promossa da Cgil e Uil in occasione dello sciopero nazionale contro il Jobs Act e la legge di stabilità del governo Renzi. Un serpentone colorato ha attraversato le vie principali della città per confluire in piazza Morelli dove hanno parlato i segretari provinciali Luigi Denardo (Cgil) e Pasquale Barbalaco (Uil). Ricordate, in particolare, le numerose vertenze in atto nel territorio vibonesi, ultima delle quali quella della Provincia con lo sblocco, nella giornata di ieri, di una parte dei pagamenti arretrati ai 380 dipendenti, e la vicenda dello stabilimento Italcementi. "Siamo in piazza in tutta Italia - hanno affermato Denardo e Barbalaco - perché questa riforma non ci piace e quello di oggi è un segnale di cui il premier deve tenere conto".

    A Crotone anche un concerto. C'erano delegazioni di operai idraulico - forestali, di impiegati del pubblico impiego, di lavoratori in mobilità e in cassa integrazione al corteo promosso, a Crotone, in occasione dello sciopero generale indetto da Cgil e Uil contro il Job Act e la legge di stabilità. Il corteo, che ha visto la partecipazione di un migliaio di persone, è confluito in piazza Resistenza, di fronte al municipio, dove ha avuto luogo il comizio finale. Sul palco hanno parlato i segretari provinciali della Cgil Raffaele Falbo, della Uil Mimmo Tomaino e il segretario confederale nazionale della Cgil con delega alle politiche europee Fausto Durante. In chiusura della manifestazione un concerto della band Carboidrati.

    Comizi a Catanzaro. Sindacalisti e lavoratori si sono alternati sul palco, a Catanzaro, nel comizio che, al termine del corteo, ha concluso la manifestazione indetta da Cgil e Uil in occasione dello sciopero generale di otto ore contro il Jobs Act e la legge di stabilità. "Vogliamo lavorare - ha detto Benedetto Cassala, segretario provinciale Uil nel suo intervento - con dignità e con la schiena diritta. Non vogliamo assistenza". "Nei posti di lavoro - hanno spiegato i lavoratori - si respira solo rassegnazione e questo non va bene, fra poco sarà Natale e molti di noi in Calabria non avranno i soldi per festeggiarlo. A questo il governo deve dare risposte. Bisogna pensare alla povertà come prima emergenza, ma anche al futuro dei nostri figli a cui lasciamo un domani incerto". "Oggi - ha spiegato il segretario generale provinciale della Cgil Giuseppe Valentino - abbiamo fermato i cantieri, abbiamo fermato il lavoro dei forestali, alcune scuole, il lavoro della pubblica amministrazione perché rispettiamo i lavoratori". Raffaele Mammoliti, della segreteria regionale Cgil, si è poi rivolto al presidente della Regione. "Ad Oliverio chiediamo - ha detto - di occuparsi in prima istanza di tre proposte operative: utilizzo immediato e proficuo dei fondi comunitari, piano straordinario per il lavoro e piano sociale a livello regionale per fare fronte alla povertà. Con il nuovo governatore vogliamo un confronto perché la campagna elettorale è finita. Lo sciopero di oggi è solo una tappa che proseguiremo fino a che non ci saranno risultati concreti".

    Imprenditore sul palco: Banche mi fanno chiudere. "Con i nostri comportamenti omertosi, con la nostra collusione con i padroni di turno, abbiamo contribuito alla distruzione di questa terra. La colpa non è degli altri, è nostra, perché abbiamo subito in silenzio i potenti di turno, quelli mafiosi e della politica". Lo ha detto Antonino De Masi, l'imprenditore della Piana di Gioia Tauro minacciato dalla 'ndrangheta e che ha annunciato la chiusura delle proprie aziende per mancanza di liquidità dopo le denunce di numerosi istituti di credito per usura, intervenendo a Reggio Calabria alla manifestazione indetta da Cgil e Uil. La vicenda delle aziende di De Masi è stata ricordata nella manifestazione di Torino dalla leader della Cgil, Susanna Camusso. L'imprenditore ha annunciato la convocazione a Roma, per il prossimo giovedì, dopo due telefonate ricevute ieri dal presidente della Giunta regionale calabrese Mario Oliverio e dal Ministro per gli Affari regionali Maria Carmela Lanzetta. "Speriamo - ha affermato - che sia una convocazione utile". "Sono qui - ha aggiunto De Masi - perché sono un testardo che intende combattere fino alla fine perché sono convinto che abbiamo la dignità, la forza, l'intelligenza, l'orgoglio di poter dimostrare le persone per ben che siamo. Uniamoci, lavoratori ed imprenditori, risvegliamoci dalla collusione. La mia è la storia di chi ha creduto che anche in questa terra si può fare impresa ma sto pagando dei prezzi incredibili. Ho l'unica azienda in Italia con il presidio armato dell'esercito. Ma se contro la 'ndrangheta in qualche modo sto resistendo, sto morendo per altri motivi. Il 31 dicembre alcune mie aziende chiuderanno. Sarò costretto a licenziare 43 lavoratori per i furti subiti da quelle che definisco vere e proprie organizzazioni criminali, le banche. Ho dietro le spalle undici anni di sentenze e guerre giuridiche nonostante le quali non sono riuscito a farmi risarcire quanto la legge ha stabilito. Ma non intendo arrendermi. Non intendo consentire a nessuno, sia esso un padrino con coppola e fucile, o vestito in giacca e cravatta di potermi sopprimere, cancellare i miei bisogni, i diritti e la speranza".

    Cantone: Renzi faccia mea culpa. "Mi auguro che Renzi dopo questo sciopero, capisca, faccia un mea culpa e con un tweet ci convochi, perché deve modificare la legge di stabilità e aprire il tavolo, dove deve discutere con tutte e tre le organizzazioni sindacali". Lo ha detto il segretario generale nazionale dello Spi-Cgil, Carla Cantone, nel corso del corteo a Cosenza per lo sciopero generale. "Il Paese, ma in particolare il Mezzogiorno e la Calabria - ha aggiunto - hanno bisogno di lavoro: queste sono le nostre richieste al Governo".
    "Matteo, ti chiamo per nome, così forse riusciamo a parlare, svegliati perché il Paese vuole un governo di sinistra e questo non lo è". Lo ha detto il segretario generale nazionale dello Spi-Cgil, Carla Cantone, nel corso del corteo a Cosenza per lo sciopero generale. "Gli eroi - ha aggiunto - sono i giovani ed i pensionati che oggi sono nelle piazze italiane a manifestare".

    Cortei e proteste in tutta Italia. Almeno una cinquantina tra cortei e azioni di protesta sono state annunciate per oggi dagli studenti di Rete della Conoscenza, Udu e studenti medi, uniti sotto il coordinamento #Noninmionome, in concomitanza con lo sciopero generale indetto da Cgil e Uil. Alcune iniziative - ricordano in diversi comunicati - sono partite già ieri sera. Previsti, fra l'altro, un blitz davanti a Palazzo Chigi, ed eventi davanti al Ministero dell'Economia a Roma e in altre città, da Bologna e Pisa fino ad Acerra e Foggia, con manifestazioni davanti agli enti regionali per il diritto allo studio, agenzie interinali, sedi INPS, Uffici Scolastici Regionali. In alcune città - riferisce una nota . studenti travestiti da Babbo Natale sono entrati in bar, negozi e luoghi di lavoro recando simbolici "pacchi" natalizi riferiti al Jobs Act. "Protestiamo contro le riforme neoliberiste e recessive del Governo Renzi e non accettiamo che vengano approvate in nostro nome", dichiara Riccardo Laterza, portavoce nazionale della Rete della Conoscenza. "Con i tagli della legge di Stabilità e dello Sblocca Italia si attaccano per l'ennesima volta l'università pubblica e la ricerca", gli fa eco Alberto Campailla, portavoce nazionale di Link Coordinamento Universitario. "In questi giorni stiamo occupando migliaia di scuole nel Paese perché rifiutiamo una 'Buona Scuola' che si appiattisce alle esigenze dei privati e delle aziende" ricorda da parte sua Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell'Unione degli Studenti. "Non possiamo accettare si continuano ad investire milioni in trivellazioni petrolifere, grandi opere inutili e dannose per i nostri territori - aggiunge - serve una radicale inversione di marcia: vogliamo l'istruzione gratuita, un reddito di base, una giusta ed equa retribuzione, investimenti in ricerca e sviluppo per un lavoro degno, una riconversione ecologica del sistema produttivo"

     

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