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    Teneva in schiavitù madre e figlia, con cui ha relazione, un arresto dei CC a Reggio

     

    Teneva in schiavitù madre e figlia, con cui ha relazione, un arresto dei CC a Reggio

    17 apr 14 Teneva segregate madre e figlia, quasi come schiave, facendosi consegnare, anche, la pensione impedendogli pure di guardare la tv. Così Massimo Idone, di 39 anni, è stato arrestato dai carabinieri a Reggio Calabria con l'accusa di riduzione in schiavitù e atti persecutori. Idone aveva allacciato una relazione con la ragazza finendo per soggiogare entrambe le donne segregate nella loro abitazione, anche senza cibo e cure mediche. E' stata la madre, che ha 54 anni anche se ne dimostra molti di più, a denunciare nell'ottobre scorso la situazione vissuta insieme alla figlia a causa del condizionamento psicologico che Massimo Idone, arrestato per riduzione in schiavitù e atti persecutori, esercitava nei loro confronti. Tutto ha inizio nell'ottobre scorso quando i carabinieri sono venuti al corrente delle condizioni di segregazione e miseria in cui le due donne vivevano. Alcuni militari si sono quindi appostati davanti all'ufficio postale dove la donna, vedova, incassava la pensione di reversibilità del marito e hanno avuto modo di sorprendere Idone che, dopo essersi avvicinato a bordo di uno scooter, si è appartato con lei. Tra i due c'è stato uno scambio di denaro, mille euro. Da quell'episodio sono partite ulteriori indagini che hanno portato alla scoperta della situazione drammatica vissuta dalle due donne e alla denuncia. Madre e figlia da febbraio a ottobre dello scorso anno non uscivano più di casa. Non potevano telefonare e gli era preclusa anche la possibilità di essere curate malgrado la donna, di 54 anni, sia diabetica e con seri problemi ad un occhio e la figlia soffra di problemi psichici molto seri. Idone, che si era legato sentimentalmente alla ragazza, aveva vissuto per alcuni mesi in casa delle due donne ma la convivenza non era stata facile: l'uomo era geloso della ragazza e prima di allontanarsi dall'abitazione aveva ingannato le due donne facendo loro credere che la casa era piena di microspie e che non bisognava accendere il televisore perché attraverso quel mezzo venivano controllate non si sa da chi.

    Situazione gravissima: Lavorava come idraulico, Massimo Idone, l'uomo con precedenti penali di lieve entità e residente nel quartiere Archi di Reggio Calabria arrestato per avere soggiogato e ridotto due donne, madre e figlia, alla schiavitù e all'indigenza più assoluta. "Siamo riusciti - ha spiegato incontrando i giornalisti il comandante della Compagnia di Reggio Calabria, maggiore Pantaleone Grimaldi - a troncare una situazione gravissima che andava avanti da mesi. Due donne sole, residenti nel quartiere 'Arghillà', ad alto rischio criminalità, erano finite nelle mani di un uomo senza scrupoli che le aveva assoggettate psicologicamente, sottraendo loro ogni mese la pensione con cui vivevano". "Rimaste senza disponibilità finanziaria - ha aggiunto Grimaldi - e senza possibilità di acquistare cibo e farmaci poiché entrambe soffrivano di gravi patologie, siamo riusciti a porre fine, grazie ad una segnalazione, alla loro schiavitù". La sottrazione puntuale della pensione, unica loro fonte di sostegno economico, inoltre, aveva comportato l'interruzione delle forniture di gas e corrente elettrica. Massimo Idone è stato arrestato in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Reggio Calabria, Massimo Minniti, su richiesta dei pm Stefano Musolino e Antonella Frustaci.

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