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    Colpo alle cosche Arena e Nicoscoa in Emilia, 13 arresti dei CC

     

     

    Colpo alle cosche Arena e Nicoscoa in Emilia, 13 arresti dei CC

    09 apr 14 I Carabinieri dei Nuclei Investigativi di Bologna, Reggio Emilia e Modena, con il supporto di quelli del Comando Provinciale di Crotone, in quelle province e sull'intero territorio nazionale, stanno dando esecuzione a un'ordinanza applicativa di misure cautelari, emessa dal GIP di Bologna, su richiesta della locale DDA (Direzione Distrettuale Antimafia), a carico di 13 persone (7 destinatari di custodie cautelari in carcere e 6 agli arresti domiciliari), tutti ritenuti contigui alle cosche cosca Arena e Nicoscia di Isola Capo Rizzuto ed accusati di avere, in concorso tra loro e nel contesto di un medesimo disegno criminoso, illecitamente e fittiziamente intestato a prestanome, società, beni mobili ed immobili, con il reinvestimento di capitali di illecita provenienza. L'operazione, che include anche il sequestro di beni per un valore stimato di circa 13 milioni di euro e l'esecuzione di 30 perquisizioni locali, vede impiegati circa 250 militari, con l'ausilio di unità cinofile ed elicotteri.

    Beni reinvestiti in Emilia Romagna. L'indagine della Dda di Bologna (pm Marco Mescolini), che ha portato all'emissione di 13 ordinanze di custodia cautelare, ruota intorno a Michele Pugliese, 38 anni, detto 'Michele la papera', ritenuto personaggio di spicco delle cosche Arena e Nicoscia di Isola di Capo Rizzuto, e a Caterina Tipaldi, sua ex compagna. Per gli inquirenti i 13 erano coinvolti in un'attività criminale che portava all'impiego di capitali di provenienza illecita riconducibili alle cosche, da 'riciclare' in attività economiche intestate a prestanome, in particolare nei settori dell'autotrasporto e del movimento terra del nord, tra Reggiano, Modenese e Bolognese. Michele Pugliese, che era in detenzione domiciliare, è figlio di Franco Pugliese (peraltro uno dei destinatari delle perquisizioni odierne), arrestato nel 2010 per la vicenda che coinvolse anche l'allora senatore Nicola Di Girolamo, cui avrebbe garantito l'elezione raccogliendo voti tra gli emigrati calabresi in Germania. Oltre a Michele Pugliese, sono finiti in carcere altri due esponenti della famiglia, Mirko, 26 anni e Mery, 35; poi Giuseppe Ranieri, 32, Vito Muto, 50, Diego Tarantino, 41, Federico Periti, 36. Ai domiciliari, oltre a Caterina Tipaldi, 31, Carmela Faustini, 59, Vittoria e Doriana Pugliese, 38 e 31, Anna La Face, 45, Salvatore Mungo 27.

    Le cosche delocalizzano in Emilia Romagna. "Questa operazione conferma il contesto in cui operano le 'ndrine nel territorio emiliano, così come evidenziato nell'ultima relazione della Direzione nazionale antimafia. Un contesto, cioè, di delocalizzazione, pur essendoci dei riferimenti diretti alla 'casa madre' c'è una forma di autonomia gestionale sul territorio". Ne ha parlato il comandante provinciale dei carabinieri di Reggio Emilia, colonnello Paolo Zito, a margine delle conferenza stampa in Procura a Bologna, sulle 13 ordinanze di custodia cautelare a persone ritenute attigue alle cosche Arena e Nicoscia.

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