NuovaCosenza.com
Google
su tutto il Web su NuovaCosenza
mail: info@nuovacosenza.com
Home . Cronaca . Politica . Area Urbana . Speciali . Video . Innovazione . Universtitą . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .
 

      Condividi su Facebook

    Gratteri "Eliminare la DIA e far lavorare i detenuti"

      Gratteri

     

    Gratteri "Eliminare la DIA e far lavorare i detenuti"

    24 set 13 ''Gli ultimi tre ministri della Giustizia, Alfano, Nitto Palma e Severino, cos'hanno fatto? Per cambiare le cose, per dare un senso alla lotta alle mafie bisogna avere il coraggio di sporcarsi le mani. E anche quello di smantellare la Dia, che io abolirei subito, perché le stesse indagini le fa la polizia. Dobbiamo semplificare, non creare e mantenere nuovi uffici e servizi''. A dirlo, è scritto in un comunicato di Giornalisti Calabria, è stato il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri, dal 18 giugno 2013 nella task force incaricata dal premier Enrico Letta di elaborare strategie per contrastare le mafie. Gratteri ha partecipato a Taormina al Festival internazionale del libro, per presentare il suo ultimo libro ''Dire e non dire - I dieci comandamenti della 'ndrangheta nelle parole degli affiliati'', scritto con Antonio Nicaso ed è stato intervistato da Carlo Parisi, vicesegretario della Federazione nazionale della stampa e segretario del Sindacato giornalisti Calabria. Parlando dei possibili interventi per migliorare la lotta alle mafie, Gratteri ha sostenuto che ''se i tribunali fossero delle imprese private fallirebbero subito. Il codice di procedura penale va modificato, informatizzato. Si risparmierebbero tempo, denaro ed energie. Vanno inasprite le pene. Non si può accettare che un mafioso resti in carcere solo 5 anni. Le carceri: non ne vanno costruite di nuove, ma ampliate quelle che già esistenti. E, fattore fondamentale, dovrebbe essere introdotto il lavoro come terapia riabilitativa''. Il magistrato ha poi annunciato che ''a novembre dovrebbe uscire un nuovo libro, questa volta incentrato sul rapporto tra 'ndrangheta e Chiesa. Preti e vescovi ci hanno detto più volte che le nostre sono invenzioni. Che non esiste alcun legame tra il Santuario di Polsi e gli 'ndranghetisti. Ma purtroppo non è così: i capimafia hanno un rapporto strettissimo con la Madonna di Polsi. Un legame reale e documentato attraverso video e intercettazioni. Così come è realtà che lo 'ndranghetista prega prima di compiere un omicidio o qualsiasi altra barbarie. Il rapporto del mafioso con la Chiesa è molto stretto. Il mafioso vuole farsi vedere vicino agli uomini di Chiesa. E vuole che lo veda la gente, perché le mafie vivono all'interno della società. Hanno bisogno, per vivere, del consenso popolare''. Gratteri ha anche sottolineato l'importanza della scuola. ''In realtà dure come quelle di Platì e San Luca, ad alta densità mafiosa - ha sostenuto - bisogna partire dalla scuola: ce ne vorrebbero a tempo pieno, in modo che i bambini e gli adolescenti fossero impegnati e non lasciati per strada''. Sul ruolo dei magistrati, infine, il magistrato ha detto che ''dovremmo camminare insieme, tra noi magistrati, le forze dell'ordine, ma, specie in Calabria, questo è pressoché impossibile. Perché noi calabresi siamo diffidenti. E anche un po' paranoici. Litigiosi. Crediamo di essere sempre meglio dell'altro. Si capisce che, su queste basi, è difficile fare un metro insieme, figuriamoci quelli che servono nel nostro lavoro. Il calabrese, e qui mi riferisco alla gente, al popolo, di cui la 'ndrangheta si nutre e ha bisogno per esistere, è abituato a chinare la testa. E' e sarà sempre un colono''.

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

    Cerca con nell'intero giornale:

    -- >Guarda l'indice delle notizie su: "Cronaca e Attualità "

     

     

 


    Facebook
 Ultime Notizie
 

Multimedia


 

Web TV -  Video

 

 
Home . Cronaca . Politica . Area Urbana . Speciali . Video . Innovazione . Universtitą . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .

Copyright © 2017 Nuova Cosenza. Quotidiano di informazione. Registrazione Tribunale Cosenza n.713 del 28/01/2004 - Direttore Responsabile: Pippo Gatto
Dati e immagini presenti sul giornale sono tutelati dalla legge sul copyright. Il loro uso e' consentito solo previa autorizzazione scritta dell'editore