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    Uccise compagna, castrovillarese scarcerato a Reggio Emilia

     

     

    Uccise compagna, castrovillarese scarcerato a Reggio Emilia

    23 set 13 Ha pianto mentre ricordava la sera in cui ha ucciso la compagna. Ci sono stati momenti di tensione oggi al processo a carico di Ivan Forte, il 27enne di Castrovillari (Cosenza) accusato dell'omicidio della sua compagna Tiziana Olivieri, 41enne, avvenuto nella notte tra il 19 e il 20 aprile 2012 nella loro abitazione a Fontana di Rubiera a Reggio Emilia. Una vicenda che aveva creato scalpore perché l'uomo è tornato libero visto che in 12 mesi non era stata fissata l'udienza preliminare. Le prime scintille si sono avute già di prima mattina quando la madre della vittima Rosella Carlini ha incontrato all'ingresso del tribunale di Reggio Emilia Ivan Forte, che era assieme al suo difensore, l'avvocato Fabio Lombardi, e ai genitori. "Assassino", gli ha urlato la Carlini, insultandolo. Lui e' rimasto impassibile. A sostenere i familiari della 41enne c'era una decina di amici del comitato 'Uniti per Titti', nato dopo la scarcerazione di Forte per decorrenza dei termini. Una volta in aula sono stati subito sentiti la madre e il fratello di Tiziana, Alessandro, che si sono costituiti parti civili con gli avvocati Barbara Tassi e Valentina Pellegrini. Un lungo esame in cui i familiari hanno spiegato che Forte avrebbe ucciso Tiziana per questioni di soldi. "Mia sorella me lo diceva spesso che lui le chiedeva denaro - spiega Alessandro Olivieri - quando lei non glielo dava lui la minacciava". Come era avvenuto quella sera, poche ore prima dell'omicidio, secondo quanto riferito in aula dalla madre. Dall'interrogatorio è emerso che Forte era stato visto spesso davanti a una sala giochi di Modena e non contribuiva alle spese domestiche tanto che la madre ha spiegato che doveva aiutare economicamente Tiziana per arrivare a fine mese. E' stata poi la volta dei genitori di Forte. Hanno sottolineato che il figlio era un bravo ragazzo e che era Tiziana a sovrastarlo, creando difficoltà quando doveva incontrarli e cercando di evitare che i nonni vedessero il bambino. Alla fine è stato sentito anche Forte che ha pianto, e ha chiesto anche una pausa. Ha riferito di aver sempre pagato le bollette e pensava sempre lui al bimbo quando piangeva di notte. Per questo dormiva pochissimo. Tra i due si era creata una forte tensione dovuta, secondo Forte, al fatto che Tiziana non perdeva occasione per umiliarlo. Ha ammesso che qualche volta giocava d'azzardo. Ma non aveva debiti. Poi ha ricordato quella sera piangendo, la lite per le vacanze e la tragedia. Il processo è stato rinviato per la discussione e la sentenza.

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