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    La "vendetta" di Lea Garofalo: 17 arresti dei CC a Crotone

     

     

    La "vendetta" di Lea Garofalo: 17 arresti dei CC a Crotone

    29 ott 13 È in corso un'operazione dei carabinieri di Crotone per l'esecuzione di 17 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti affiliati ad un'organizzazione criminale legata alla 'ndrangheta. L'operazione ha consentito di identificare i responsabili di 7 omicidi accaduti tra il 1989 ed il 2007 in una guerra di cosche. Arresti e perquisizioni sono stati eseguiti in varie regioni tra cui l'Emilia Romagna, dove da anni le cosche del Crotonese concentrano i loro interessi. I provvedimenti restrittivi sono stati emessi dal gip su richiesta della Dda di Catanzaro, sotto le direttive della quale si è svolta l'attività investigativa che ha portato agli arresti ed alle perquisizioni. Oltre che in Calabria, l'operazione è in corso in Emilia, Romagna, Lombardia, Piemonte, Campania ed Abruzzo. Agli arrestati vengono contestati, a vario titolo, oltre agli omicidi, la detenzione abusiva di armi e lo spaccio di droga.

    Tra arrestati il boss Aracri. C'è anche Nicolino Grande Aracri, ritenuto il capo dell'omonima cosca di Cutro, tra le persone destinatarie delle 17 ordinanze di custodia cautelare nell' ambito dell'operazione dei carabinieri contro alcuni clan della 'ndrangheta del crotonese. In particolare gli arresti riguardano vertici e affiliati al clan Comberiati di Petilia Policastro ma, dalle indagini grazie alla svolta impressa con le rivelazioni di Lea Garofalo, sono emersi collegamenti importanti anche con altre realtà di 'ndrangheta del crotonese come appunto quella dei Grande Aracri di Cutro. Proprio al boss Nicolino Grande Aracri, che attualmente è in carcere, viene addebitato un omicidio nell'ambito della guerra tra cosche scatenata tra la fine degli anni ottanta e la prima decade degli anni 2000.

    Gli arresti. Questo l'elenco delle persone arrestate nell'ambito dell'operazione condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Crotone. Gli arrestati sono: Vincenzo Comberiati, alias "Tummulone", di 56 anni; Salvatore Caria, alias "Cariedda" (35); Salvatore Carvelli (50); Giovanni Castagnino (54); Pietro Comberiati, alias "Piero" (33); Salvatore Comberiati (47); Salvatore Comberiati (54), alias "Sibillino"; Mario Mauro, alias ''U biondo" (55); Domenico Pace (33); Giuseppe Pace (36); Giuseppe Scandale, alias ''U Pagghiaru", (45); Salvatore Vona (32), tutti di Petilia Policastro, come Pasquale Carvelli (40) per il quale sono stati disposti gli arresti domiciliari. I provvedimenti restrittivi hanno riguardato anche Nicolino Grande Aracri di 54 anni, di Cutro; Giuseppe Grano (48), di Mesoraca e Angelo Greco (48), di San Mauro Marchesato. La Dda aveva chiesto l'emissione di 37 ordinanze di custodia cautelare, ma il gip, Assunta Maiore, ha accolto la richiesta per 17 degli indagati.

    Anche una "Locale" a Petilia. ''L'operazione di oggi è stata tanto attesa dal momento che le nostre indagini ci inducevano a temere imminenti omicidi. Si è evitato che venissero compiuti agguati anche in pubblico''. Lo ha detto il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, incontrando i giornalisti per illustrare gli esiti dell'operazione dei carabinieri che, nel Crotonese, ha portato all'esecuzione di 17 ordinanze di custodia in carcere nei confronti di altrettanti affiliati ad un'organizzazione legata alla 'ndrangheta. "Questa ordinanza - ha aggiunto Lombardo - ricostruisce la storia del locale di Petilia Policastro dagli anni '80 al 2008 e fa chiarezza su una serie di omicidi datati nel tempo e frutto di regolamenti interni". Il provvedimento colpisce il "locale" di Petilia Policastro che fa capo alla famiglia Comberiati, guidata da Vincenzo, attualmente in carcere, ma i fatti contestati riguardano anche il "locale" di Cutro, al cui vertice c'è Nicolino Grande Aracri, attualmente detenuto al 41 bis. Le indagini dei carabinieri ripercorrono le vicende della cosca Comberiati, dai primi anni '90 al 2009, facendo luce sui traffici illeciti del gruppo criminale e su sette omicidi avvenuti nel crotonese, attraverso numerose intercettazioni telefoniche e ambientali e che trovano riscontro delle dichiarazioni dei collaboratori tra i quali la testimone di giustizia Lea Garofalo, poi sequestrata ed uccisa. Gli omicidi, avvenuti tra il 1989 e il 2008, sono quelli di Mario Scalise, assassinato il 13 settembre del 1989 a Petilia Policastro; di Cosimo Martina (30 settembre 1990 a Crotone);di Carmine Lazzaro (16 agosto 1992 a Steccato di Cutro); di Rosario Ruggiero (24 giugno 1992 a Cutro);di Antonio Villirillo, (5 gennaio 1993 a Cutro); di Romano Scalise, fratello di Mario, (18 luglio 2007 a Cutro) e di Francesco Bruno (2 dicembre 2007 a Mesoraca). Trovato e sequestrato, inoltre, durante una perquisizione in Emilia, un milione in valuta coreana, oltre 600 mila euro.

    La vendetta di Lea, decisivo il suo contributo. Sono basate anche sulle dichiarazioni di Lea Garofalo, la testimone di giustizia fatta uccidere a Milano dal marito, Carlo Cosco, le indagini che hanno portato all'esecuzione di 17 arresti da parte dei carabinieri del Comando provinciale di Crotone nei confronti di affiliati alla 'ndrangheta. Lea Garofalo, prima che il marito la facesse sequestrare ed uccidere, aveva fornito un importante contributo per svelare gli affari delle cosche della 'ndrangheta del Crotonese. Proprio nei giorni scorsi si sono svolti a Milano i funerali di Lea Garofalo organizzati su iniziativa del sindaco del capoluogo lombardo, Giuliano Pisapia, che ha voluto rendere omaggio alla memoria della testimone di giustizia. La figlia di Lea Garofalo, Denise Cosco, che si è collegata telefonicamente durante i funerali rivolgendo un saluto commosso alla madre, vive da tempo sotto protezione in una località segreta. Oltre Lea Garofalo ci sono stati altri testimoni di giustizia e pentiti di 'ndrangheta che hanno collaborato con la Dda di Catanzaro per gli arresti fatti la scorsa notte e le cui dichiarazioni sono state riscontrate dai risultati delle indagini svolte dai carabinieri del Comando provinciale di Crotone.

    Reazioni e commenti:

    "La notizia della brillante operazione dei carabinieri, che ha portato all'arresto di 17 persone legate alle cosche della 'ndrangheta, dimostra che lo Stato continua imperterrito, senza sosta, la lotta alla criminalita' organizzata. Un risultato reso ancora piu' importante dal ruolo decisivo avuto da Lea Garofalo con le sue rivelazioni''. E' quanto dichiara la parlamentare del Pdl Dorina Bianchi. ''Oggi possiamo ribadire - prosegue Bianchi - come il coraggio della testimone di giustizia calabrese, che ha pagato con la vita la ribellione alle 'ndrine, non sia stato vano e assume una veste ancora piu' significativa. Un plauso va ai carabinieri del Comando provinciale di Crotone, alla Dda di Catanzaro, per i sacrifici e l'impegno messi in campo quotidianamente per fronteggiare la 'ndrangheta. Un lavoro che può sempre contare sulla vicinanza delle istituzioni, come testimonia la presenza nei giorni scorsi del ministro Alfano a Reggio Calabria".

    ''L'operazione portata a termine con successo questa mattina dai carabinieri, dalla Dda e dalla Procura segna una giornata importante nella lotta contro la criminalità organizzata. Lo Stato, ancora una volta, ha dimostrato di esserci e di essere pronto a dare risposte forti''. E' quanto afferma, in una dichiarazione, il sindaco di Crotone, Peppino Vallone. ''E' agli uomini dello Stato - prosegue Vallone - che la comunità crotonese plaude e si rivolge con gratitudine per una azione che avrà positivi riscontri per il territorio crotonese. In questo momento il pensiero di tutti è anche e soprattutto per Lea. Lea Garofalo il cui sacrificio non è stato vano e che consente un profondo riscatto a questa terra''.

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