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    Tragedia naufraghi Lampedusa, corteo a Crotone. Coro di cordoglio

     

     

    Tragedia naufraghi Lampedusa, corteo a Crotone. Coro di cordoglio dalla Calabria

    04 ott 13 Un centinaio di immigrati, ospiti del Centro richiedenti asilo di Isola Capo Rizzuto, hanno sfilato in corteo stasera nel centro di Crotone, muniti di fiaccole, per ricordare le vittime del naufragio al largo di Lampedusa. "Nel nostro cuore - ha detto un giovane eritreo - c'è dolore. Il nostro cuore non ce la fa: piangono le madri per i figli, i figli per le madri, le sorelle per i fratelli. Noi siamo qui per dare un messaggio di libertà e speranza". Davanti al Duomo, gli immigrati, insieme ad un gruppo di cittadini di Crotone, hanno pregato in lacrime, "perché - ha detto un mediatore culturale - siamo tutti figli di Dio, bianchi e neri". Insieme a loro, a pregare, c'erano anche il parroco di Isola Capo Rizzuto, don Edoardo Scordio, e quello della Basilica Cattedrale, don Ezio Limina, insieme ad alcune religiose.

    La Giunta regionale della Calabria si è riunita sotto la presidenza della Vicepresidente Antonella Stasi, con l'assistenza del Dirigente generale Francesco Zoccali. L'esecutivo, in apertura dei lavori, su proposta della vicepresidente Stasi, ha osservato un minuto di raccoglimento per le vittime di Lampedusa.

    "Le tragedie che vedono in prima linea la Calabria e la Sicilia sono il risultato di due fallimenti: quello della politica di accesso dell'immigrazione nell'Ue di cui fino ad ora si è fatto carico praticamente un solo Paese, l'Italia, e quello delle primavere arabe che hanno provocato solo guerre, disperazione e morte''. Lo sostiene, in una dichiarazione, il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, facendo riferimento al naufragio del barcone con centinaia di immigrati al largo di Lampedusa. ''E' ora che l'Italia - aggiunge - riprenda il suo ruolo centrale nel Mediterraneo con una politica più vicina allo sviluppo dei Paesi Nord africani invece di inseguire i sogni di gloria di altri Paesi europei, totalmente assenti nel momento della solidarietà ma sempre ben presenti e pronti a richiamarci sui temi di carattere economico e riguardanti i nostri conti pubblici''. ''Invitiamo i commissari Ue competenti in materia - dice ancora Scopelliti - a visitare in prima persona e al più presto il nostro territorio e la situazione dei centri di prima accoglienza, e su tutti quello di Crotone, che è il più grande d'Europa, in modo da poter prendere provvedimenti immediati e rendersi conto in prima persona della tragedia umana davanti a cui il resto dei Paesi dell'Unione europea si copre gli occhi".

    ''L'immane tragedia che ha colpito centinaia di migranti nel mare antistante l'isola di Lampedusa deve scuotere le coscienze di tutti ed impegnare le istituzioni dell'Europa e dell'Italia affinché cambino le politiche di controllo dell'immigrazione clandestina e di contrasto ai traffici criminali a questa connessi e si possa mettere in campo un nuovo e più efficace approccio alla cooperazione, all'accoglienza e alla solidarietà, ispirato ai valori civili ed umani di cui la cultura italiana ed europea devono essere portatori''. Lo sostiene, in una dichiarazione, il presidente della Provincia di Cosenza, Mario Oliverio. ''In questo senso - aggiunge - i bambini, le donne, gli uomini annegati nelle acque del nostro mare chiamano noi tutti e la comunità internazionale ad un impegno non più rinviabile, necessario, ineludibile. Parta dai cittadini, dalle associazioni e dalle Istituzioni delle regioni meridionali, da anni in prima linea di fronte ai grandi fenomeni migratori che attraversano il Mediterraneo, un'iniziativa forte perché il Governo ed il Parlamento cambino quelle norme che impediscono una politica dell'accoglienza umana, solidale, civile, degna della migliore tradizione dell'Italia e degli italiani. Nel contempo, l'Unione Europea muti profondamente il suo atteggiamento, sostenga gli Stati membri e le comunità locali più esposti e si attivi per risolvere le gravi e complesse problematiche che si accompagnano ai fenomeni migratori''. ''Si possa aprire, con il contributo di tutti - conclude Oliverio - una nuova stagione di cooperazione e di pace nel Mediterraneo''.

    "Non vogliamo più contare i morti e piangere per tragedie come quella di Lampedusa, che si possono evitare se l'Europa e l' Occidente non perdono definitivamente quello che è il senso e il valore della vita". Lo afferma il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Talarico. "Noi in Calabria, come in Sicilia e in altri territori del Meridione - aggiunge - queste catastrofi mediterranee le viviamo con l'angoscia di discendenti di uomini e donne che hanno vissuto un esodo epocale, ai tempi della grande emigrazione italiana, quando si partiva per miseria e per fame. La nostra commozione, di fronte a simili sciagure, è il sentimento forte di un coinvolgimento diretto nella tragedia; è il rivivere lutti e sofferenze dei nostri progenitori. Quei morti di Lampedusa li sentiamo come nostri morti. Quando sulle coste della Calabria e della Sicilia, le popolazioni, soccorrono, assistono e curano gli immigrati che fuggono dai loro paesi, per motivi politici, per bisogno o per povertà assoluta, lo fanno con lo spirito di accoglienza e generosità che contraddistingue la gente del Sud che, nonostante le contraddizioni del presente, conserva i valori robusti che sono a fondamento della personalità umana". "Il numero di morti di Lampedusa, ha fatto sì - prosegue Talarico - che l'opinione pubblica europea e occidentale si impressionasse e si commuovesse, per l'enormità della tragedia, ma noi, in Calabria, nel Sud, abbiamo ben presente che, sommati negli anni, i morti per naufragio nel Mediterraneo sono migliaia e che è da tempo che l'Europa si sarebbe dovuta accorgere e intervenire con aiuti e non con restrizioni, o peggio con l'indifferenza. Noi, tutti, ci dobbiamo chiedere cosa possiamo fare per una vita umana quando è in pericolo. Le lacrime e la partecipazione al dolore non bastano. Chi ha responsabilità deve agire e in questo momento non può che chinare il capo di fronte al monito di papa Francesco che ha pronunciato una sola parola: "Vergogna!". Occorre una mobilitazione delle istituzioni, regionali e nazionali, per spronare l'Europa ad avere una strategia e una politica per il Mediterraneo. La stessa "Unione per il Mediterraneo" che è nata con l'idea di promuovere un dialogo sempre più stretto tra l'Europa e il Mediterraneo, è caduta nel dimenticatoio della diplomazia euro-mediterranea". "Bisogna riavviare subito - conclude - il dialogo tra l'Europa e i paesi mediterranei, che parta, prioritariamente, dalla difesa della vita e che sia capace di coinvolgere le società civili dei paesi interessati, aprendo, anche attraverso le regioni meridionali, nuovi canali di comunicazione, non solo economici, ma prima di tutto umanitari, interculturali e politici".

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