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    Romeni uccisi a Reggio, autore ha confessato, sesso e soldi il movente, trovata arma delitto

     

     

    Romeni uccisi a Reggio, autore ha confessato, sesso e soldi il movente, trovata arma delitto

    03 ott 13 La polizia di Reggio Calabria ha fermato Gianrocco Foti, 38 anni, il presunto autore responsabile dell'omicidio dei due romeni, un uomo e una donna, i cui cadaveri sono stati trovati ieri mattina nel bagagliaio di un'automobile sul molo del porto. L'uomo ha confessato nella notte. Joan Lacatus, di 28 anni, e Jonela Hololea, di 35, erano stati uccisi con alcuni colpi di pistola. I loro cadaveri erano stati poi lasciati nel vano portabagagli dell'Alfa Romeo 146 di proprietà di Lacatus e che gli assassini avevano tentato invano di fare sparire in mare. La Squadra mobile di Reggio Calabria, diretta da Gennaro Semeraro, ha identificato il presunto responsabile del duplice omicidio a conclusione di indagini che si sono protratte per tutta la giornata di ieri e che si sono concretizzate la scorsa notte con l'esecuzione del fermo emesso dalla Procura della Repubblica. Le indagini sono state coordinate dal Procuratore della Repubblica, Federico Cafiero De Raho.

    Ha confessato nella notte. Ha confessato di essere l'autore del duplice omicidio di due romeni, Gianrocco Foti, nella foto a destra. Nel corso dell'interrogatorio l'uomo ha raccontato di aver sparato dopo aver subito un'aggressione da parte delle due vittime e di altre persone. Il racconto di Foti in merito all' aggressione ed alla presenza di altre persone, secondo gli inquirenti, sarebbe tutto da verificare.

    Sesso e soldi il movente. Una storia d'amore finita male con una prostituta ed un prestito di 25 mila euro concesso alla donna e che ora Gianrocco Foti voleva gli venisse restituito. Sarebbe questo il movente del duplice omicidio di Joan Lacatus, di 28 anni, e Jonela Hololea, di 35, i due romeni uccisi a Reggio Calabria. Foti si era innamorato di una prostituta romena alla quale aveva prestato il denaro. Quando tra l'uomo e la romena si è interrotta la relazione Foti ha chiesto la restituzione del denaro. Nell'ambito della richiesta di restituzione del denaro sarebbero entrati in gioco Lacatus e Hololea i quali avrebbero svolto il ruolo di mediatori tra Foti e la prostituta. La sera dell'omicidio i due romeni uccisi hanno dato appuntamento a Foti in una baracca nella zona del molo per la restituzione dei 25 mila euro che l'uomo aveva prestato alla prostituta. Nel corso dell'incontro, però, ci sarebbe stata una discussione durante la quale Foti ha sparato ed ucciso Joan Lacatus e Jonela Hololea. Successivamente avrebbe sistemato i due cadaveri nel bagagliaio dell'automobile di Lacatus ed avrebbe raggiunto il molo di San Gregorio dove ha tentato di far scivolare in mare il mezzo. L'Alfa Romeno 156, però, si è fermata a causa di un muretto basso che Foti non avrebbe visto. L'uomo, successivamente, ha preso un palo di ferro e, utilizzandolo come leva, ha tentato di spingere l'automobile in mare. Quando però si è reso conto che la vettura era bloccata è fuggito.

    Vittima era protettore prostituta. Joan Lacatus, una delle due vittime del duplice omicidio di Reggio Calabria, era probabilmente il protettore della prostituta con la quale Gianrocco Foti aveva avuto una relazione ed alla quale aveva prestato la somma di 25 mila euro. E' quanto emerso dalle indagini della Squadra mobile di Reggio Calabria che stanotte ha eseguito il fermo di Foti emesso dalla Procura di Reggio Calabria per il duplice omicidio. Foti, secondo il racconto che ha fatto agli uomini della Squadra mobile, diretta da Gennaro Semeraro, si era innamorato di una prostituta romena credendo di esserne ricambiato. Una relazione che in pochi mesi era costata a Foti, sposato con una donna polacca, padre di un bambino e dipendente delle industrie ex Omeca di Reggio Calabria, circa 25 mila euro. L'uomo, però, si è accorto che la donna romena lo tradiva. "Foti - ha detto il dirigente della squadra mobile - ha chiesto reiteratamente la restituzione della somma a Lacatus, probabile protettore della prostituta, che gli ha dato appuntamento, accompagnato dalla sua compagna, Ionella Hoholea, sul pontile dell'aeroporto nella notte di martedì". Cosa sia esattamente successo è ancora in corso di accertamento, poiché, secondo quanto dichiarato dal presunto assassino, Foti avrebbe subito un tentativo di aggressione da altre persone presenti sul luogo del delitto. "Un particolare ancora da chiarire - ha sottolineato il questore di Reggio Calabria, Guido Longo - ma quel che è certo è che Foti ha estratto una Beretta 9x21 ed ha esploso cinque colpi, tre dei quali hanno raggiunto Joan Lacatus e uno solo Jonella Hoholea, uccidendoli all'istante".

    Trovata l'arma del delitto. Gli agenti della squadra mobile di Reggio Calabria hanno sequestrato una pistola calibro 9 utilizzata per compiere il duplice omicidio. Sull'arma saranno effettuati accertamenti scientifici e balistici. La polizia sin da alcune ore dopo il ritrovamento dei cadaveri aveva intrapreso una pista investigativa ben precisa che poi ha portato, nel corso della notte, al fermo di una persona italiana. Le indagini della squadra mobile sono state dirette personalmente dal procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Rao, che ha emesso il provvedimento di fermo insieme al suo sostituto Antonio Cristillo. Gli investigatori hanno imboccato subito una pista investigativa ben precisa anche grazie ad una serie di indizi trovati nella zona adiacente al molo di San Gregorio di Reggio Calabria dove è stata trovata l'automobile, un'Alfa Romeo 156, con i due cadaveri nascosti nel bagagliaio. Le indagini della squadra mobile, dopo una serie di perquisizioni, si sono concentrate su Foti che poi nel corso della notte è stata sottoposta a fermo.

    Arma compatibile con bossoli ritrovati. Sono compatibili i bossoli trovati nell'automobile di Joan Lacatus e la pistola calibro 9 sequestrata dagli agenti della squadra mobile di Reggio Calabria nell'abitazione di Gianrocco Foti. E' stato proprio l'esito della comparazione tra i bossoli e la pistola uno degli elementi alla base del provvedimento di fermo emesso dalla Procura di Reggio Calabria nei confronti di Foti. Gli agenti della squadra mobile hanno da subito imboccato la pista investigativa che ha portato all'individuazione di Foti. Sul luogo del delitto, inoltre, sono stati trovati altri elementi che hanno consentito di ricostruire la dinamica dell'accaduto.

    Procuratore: ricostruita tutta la vicenda. "La rapidità delle indagini denotano l'altissima professionalità della polizia di Stato. Un caso di 'scuola' che andrebbe proposto per la formazione investigativa del personale". Lo ha detto il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho, durante la conferenza stampa per illustrare le indagini che hanno portato al fermo di Gianrocco Foti, l'operaio di 38 anni che ha confessato dopo ore di interrogatorio di essere l'autore dell'omicidio di Joan Lacatus e Jonela Hololea. "La Squadra mobile - ha proseguito Cafiero de Raho - ed il gabinetto di polizia scientifica, coordinati dal questore Guido Longo, hanno ricostruito per intero la vicenda, ma ancora restano tanti particolari da chiarire nonostante la confessione del Foti". Il questore di Reggio Calabria ha evidenziato che "lo Stato ha destinato importanti risorse umane e materiali a Reggio Calabria ed oggi cominciano a vedersi i risultati". "Da tempo - ha detto Gennaro Semeraro, dirigente della squadra mobile - stavamo attenzionando il mondo della prostituzione romena in città e da lì è iniziata la risalita investigativa fino alla individuazione di Gianrocco Foti".

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