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    Cosca Perna-Cicero gestiva estorsioni, 4 arresti a Cosenza

     

     

    Cosca Perna-Cicero gestiva estorsioni, 4 arresti a Cosenza

    17 lug 13 La Polizia ha arrestato quattro persone, presunte affiliate alla cosca di 'ndrangheta Perna-Cicero, accusate di avere attuato una serie di estorsioni ai danni di imprenditori e commercianti di Cosenza e della provincia. L'operazione che ha portato agli arresti è stata condotta dalla Squadra mobile di Cosenza e dal Reparto prevenzione crimine della Calabria, che hanno eseguito ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip distrettuale di Cosenza su richiesta della Dda.

    --- Video Guarda il video integrale della conferenza stampa

    --- Video Guarda le intercettazioni ambientali

    In manette sono finiti il presunto reggente della cosca Perna-Cicero, Mario Musacco, di 63 anni, che era già detenuto, Armando Giannone di 68 anni, Santo Coza di 31 anni, Caterina Palermo, 55 anni, moglie del boss Franchino Perna. Un quinto soggetto è ricercato attivamente.

    Musacco riceveva i proventi nella casa di cura. Riceveva i proventi delle estorsioni messe in atto dai suoi complici direttamente nella casa di cura in cui era ricoverato in regime di arresti ospedalieri, a causa di una forma di depressione, Mario Musacco, il reggente della cosca di 'ndrangheta Perna-Cicero arrestato dalla Squadra mobile di Cosenza con l'accusa di associazione per delinquere di tipo mafioso. La polizia ha documentato, con le immagini riprese da una telecamera nascosta, la consegna del denaro provento della estorsioni a Mario Musacco da parte di uno degli affiliati alla cosca.

    L'ordinanza è stata emessa dalla Procura della Repubblica di Catanzaro D.D.A. nell’ambito del procedimento penale nr. 424/11 RGNR mod. 21, nei confronti di Mario Musacco, 63 anni, attualmente detenuto presso la Casa Circondariale di Cosenza pregiudicato quale promotore ed organizzatore dell’associazione; un'altra persona censita penalmente è ricercata quale contabile del gruppo mafioso; Armando Giannone, 68 anni, censito penalmente e Santo Cozza, 31 anni, quali associati addetti alla riscossione del “pizzo” presso le numerose vittime dall’attività estorsiva del clan mafioso; Caterina Palermo , 55 anni, quale diretta percettrice dei proventi di alcune estorsioni in ragione della sua posizione privilegiata derivante dall’essere la moglie del capo indiscusso dell’associazione mafiosa Franchino PERNA , tutti indagati a vario titolo per i reati di cui all’art. 416 bis C.P., 629, in relazione all’art 628 ult. Cpv. art 7 l. 203/91 per aver costituito e partecipato all’associazione a delinquere di tipo mafioso armata ed organizzata denominata PERNA-CICERO, associazione che si avvale della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per commettere delitti, per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attività economiche in Cosenza e nei paesi limitrofi con un capillare controllo del territorio.

    Associazione in cui i partecipanti hanno la disponibilità di armi impiegate per il conseguimento delle finalità dell’associazione ed in specie nella consumazione dei reati estorsivi rientranti nel programma criminoso dell’associazione anche mediante attività di agevolazione e comunque predisposizione dei mezzi. L’indagine in argomento ha permesso - tramite un'attività di ricerca della prova, svolta a mezzo di intercettazioni ambientali e telefoniche- un’accurata ricostruzione del suddetto gruppo criminale, che opera in questo Capoluogo imponendo una capillare pressione estorsiva a commercianti ed imprenditori. Le attività tecniche poste in essere, hanno chiarito quali siano le attuali dinamiche del gruppo criminale nonché le modalità operative attraverso le quali agisce, delineando in maniera evidente sia i diversi affiliati al clan, che le specifiche mansioni affidate all’interno del gruppo criminale. Le evidenze investigative di cui sopra sono state peraltro corroborate dalle dichiarazioni rese presso gli uffici di polizia da un imprenditore il quale ha di fatto confermato la costante sottoposizione a pressione estorsiva ad opera degli indagati. I destinatari dell’ordinanza sono stati rintracciati presso le rispettive abitazioni e dopo le formalità sono stati associati presso la locale Casa Circondariale a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, mentre una quinta persona e tuttora ricercata.

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