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    Oltre un anno per una mammografia. In Calabria il 25% problemi da invalidità

     

     

    Oltre un anno di attesa per una mammografia. In Calabria il 25% problemi da invalidità

    16 lug 13 Liste di attesa che ormai sembrano quasi infinite, visto che per fare una mammografia si è costretti ad aspettare fino a 13 mesi. E non va meglio per una visita urologica o pneumologica (un anno), o per un ecodoppler o una colonscopia, per i quali si attende fino a 9 mesi. E' la fotografia scattata dal Rapporto Pit Salute 2013 del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva, presentato oggi al ministero della Salute, che ha raccolto nel 2012 27.491 segnalazioni da parte dei cittadini. Le difficoltà relative alle lunghe liste d'attesa sono la prima voce tra le difficoltà riscontrate dai cittadini nell'acceso ai servizi sanitari, il 74,3% del totale (37,2% riguarda le attese per gli esami diagnostici, mentre il 29,8% fa riferimento alle visite specialistiche) E i tempi di attesa nella sanità pubblica sono in cima alla lista delle lamentele, anche perché da un anno all'altro, la situazione in molti casi, anziché migliorare peggiora: per una mammografia, infatti, nel 2011 si attendavano, mediamente, 'appena' 11 mesi; per un ecodoppler 6 mesi; per una visita urologica 11 mesi. Un'altra parte rilevante delle segnalazioni (28,1%) si concentra attorno alle richieste di ricovero per intervento chirurgico, mentre quasi il 5% rappresenta gli accessi per terapie oncologiche, quali chemioterapia e radioterapia. Tra le altre segnalazioni: il maggiore ricorso all'intramoenia a causa proprio dei tempi eccessivi nel pubblico (15,4%) e l'insostenibilità dei costi dei ticket (10,3%).

    In Calabria il 25% problemi per invalidità . In Calabria il 25% delle problematiche del settore sanitario, rilevate nel XVI rapporto Pit salute 2013 "Meno sanità per tutti. La riforma strisciante" redatto da Cittadinaanzattiva e che è stato presentato stamani a Roma, nel corso di una conferenza stampa, è rappresentato da invalidità ed handicap, che sul piano nazionale tocca il 14,1%. Al secondo posto, con il 24,3% rispetto al 74,3% nazionale, ci sono le liste d'attesa, mentre il 15,5% sono le problematiche per l'assistenza ospedaliera (che in Italia è al 9,9%); la presunta malpractice e sicurezza delle strutture sanitarie, che in Italia è a quota 17,7%, in Calabria rappresenta il 14% delle segnalazioni che hanno ad oggetto presunti errori diagnostici e terapeutici. Il 12,4% è il dato relativo ai farmaci, rispetto a quello nazionale, che è del 6,5%. Il 4,8% dei calabresi effettua segnalazioni per l'ambito informazione e documentazione (in Italia la percentuale è del 12%); l'assistenza territoriale è rappresentata dal 2,8% delle segnalazioni, a fronte del dato nazionale, che si attesta al 15,3%; 0,8% per l'umanizzazione delle cure (a fronte del 3,8% nazionale con un prevalere di atteggiamenti sgarbati verso i pazienti che rappresentano oltre un terzo delle segnalazioni). Le patologie rare, infine, sono allo 0,3%, a fronte dell'1,2% in Italia.

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