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    Terremoto Pollino, C'è chi ha perso il lavoro ma ha salvato la famiglia

     

     

    Terremoto Pollino, C'è chi ha perso lavoro ma ha salvato famiglia

    27 ott 12 "Per fortuna avevo comprato un camper. Mi è stato molto utile in questo lungo periodo di sciame sismico perché mi ha permesso di salvaguardare lo stato fisico e psichico di mia figlia undicenne che non gode di un ottimo stato di salute, visto che soffre di crisi epilettiche, e degli altri miei due figli di 14 e 5 anni". A raccontare la sua storia è Michele che da un anno vive, insieme alla sua famiglia, a bordo di un camper a Mormanno e da ieri ha visto improvvisamente svanire il suo lavoro. L'uomo ha gestito fino a giovedì sera una piccola attività commerciale i cui locali hanno subito danni e, adesso, sono stati dichiarati inagibili. "Ieri un ingegnere - racconta ancora Michele mentre sistema una porta del suo camper - mi aveva rassicurato che potevo continuare nella mia attività commerciale ma questa mattina i tecnici mi hanno comunicato che la struttura è inagibile". Ora Michele si ritrova senza lavoro, ma almeno nella 'casa' più sicura: il suo camper. Con lui ci sono l'anziana suocera, il genitore, i tre piccoli figli e la moglie infermiera, costretta, dopo l'evacuazione dell'ospedale, a svolgere il suo lavoro nel nosocomio di Lungro, dove sono stati trasferiti alcuni degenti che prima erano ricoverati a Mormanno. Dormire a bordo di automobili, camper e roulotte, nell'area del Pollino colpita dal terremoto, ormai, già da diverso tempo, non è più un fatto eccezionale. Lo sciame sismico che da due anni sta interessando tutta l'area ha, infatti, cambiato l'abitudine di molte persone che, impaurite, hanno deciso di trascorrere la notte fuori dalle proprie abitazioni. Nei mesi scorsi a bordo del camper di Michele c'erano cinque persone ma da ieri "siamo in sette - prosegue Michele - perché abbiamo riunito tutta la famiglia. Adesso ho sistemato il camper, che prima era parcheggiato davanti alla mia abitazione, nello spiazzo adiacente l'abitazione di mia suocera. Da venerdì vivo badando ai miei figli e agli altri familiari visto che mia moglie, con l'evacuazione dell'ospedale di Mormanno, ora deve andare a lavorare a Lungro e per raggiungerlo c'é bisogno di più di un'ora di viaggio". La moglie di Michele non nasconde la preoccupazione per il futuro della sua famiglia. "Sono terribilmente stanca - ha detto - ed avrei bisogno di dormire ma la paura mi impedisce di trovare un attimo di serenità ed il giusto riposo. Il fatto che debba lavorare fuori ha aumentato enormemente le mie preoccupazioni". Intanto Michele e i suoi familiari si preparano per l'ennesima notte a bordo del camper. "Viviamo nell'angoscia - concludono Michele e la moglie - perché abbiamo il pensiero costante che possa accedere qualcosa di brutto alla nostra famiglia, soprattutto a mia figlia undicenne, che non sta bene".

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