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    Mons. Morosini "Nell'anno della fede parlare di Dio"

     

     

    Mons. Morosini "Nell'anno della fede parlare di Dio"

    14 ott 12 "Di Dio oggi non si parla più nella società; le famiglie non raccontano più la fede e non la trasmettono". E' quanto ha detto il Vescovo di Locri-Gerace, mons. Giuseppe Fiorini Morosini, nel corso della sua omelia di apertura dell'anno della fede diocesano. "Alla prudenza e sapienza di Dio - ha aggiunto - si preferisce quella degli uomini. E tutto questo, nel contesto di una religiosità popolare intensa che ci dovrebbe far gioire, se non sperimentassimo altresì il vuoto di fede vera, che si evince dalla condivisione pratica di quelle ispirazioni di vita, che una società scristianizzata e secolarizzata impone quotidianamente attraverso il grande potere di condizionamento della cultura, che ha tra le mani: i media. La desertificazione della fede tra noi si può constatare in tanti modi: l'incapacità a capire il perdono cristiano, che vanifica la finalità della Croce: annunciare la misericordia di Dio. Ed ecco il clima giustizialista nel quale viviamo; il predominio dell'egoismo sulla proposta di servizio, che nullifica il significato stesso della Croce: l'amore fino al dono della vita. Ecco gli scandali sull'uso del pubblico denaro, mentre altri subiscono pressione fiscale; la vita morale staccata dalla fede e dalla fiducia nella parola di Dio: a dispetto della nostra incapacità a rilanciare economicamente, socialmente ed politicamente il nostro territorio, abbiamo prodotto una delle associazioni criminali più potenti del mondo, che gestisce un traffico enorme di stupefacenti; la mafiosità di certi comportamenti, capillarmente estesi nella nostra cultura, per cui si affronta la vita, accettando e praticando fin che possiamo anche noi, la legge del più forte: attentati, estorsioni, usura, bullismo". "E tutto questo - ha proseguito mons. Morosini - avviene, mentre amministriamo sacramenti di ogni genere e celebriamo feste di Madonne e di Santi. Siamo stati invitati tutti quest'anno, secondo il testo della 2 lettura, a metterci di fronte alla Parola di Dio e permettere che essa penetri nel nostro cuore e ci faccia fare opera di discernimento e ci faccia apprezzare, come abbiamo letto nella prima lettura, la prudenza o sapienza che viene da Dio, che è alla base del progresso dell'uomo. La fede ci spinge a vedere in Dio l'origine di tutti i beni, a scorgere nelle sue mani una ricchezza incalcolabile per l'uomo e le sue realizzazioni". "Partiamo anche noi - ha concluso - con la stessa fiducia alla quale ci ha esortato il Papa, invitandoci a fare di questo anno un pellegrinaggio nei deserti del mondo: Nel deserto si riscopre il valore di ciò che è essenziale per vivere; così nel mondo contemporaneo sono innumerevoli i segni, spesso espressi in forma implicita o negativa, della sete di Dio, del senso ultimo della vita. E nel deserto c'è bisogno soprattutto di persone di fede che, con la loro stessa vita, indicano la via verso la Terra promessa e così tengono desta la speranza"

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