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    Operai della Centrale Mercure salgono per protesta sulla ciminiera "Siamo alla fame"

     

     

    Operai della Centrale Mercure salgono per protesta sulla ciminiera "Siamo alla fame"

    04 ott 12 Quattro operai della centrale Enel del Mercure, a Laino Borgo, sono saliti per protesta su una ciminiera dell'impianto. I lavoratori chiedono garanzie sul loro futuro occupazionale in vista della Conferenza dei servizi organizzata dalla Regione Calabria per il 10 ottobre. "Ciò che temiamo - hanno sostenuto i lavoratori - è che venga ulteriormente rinviata, determinando così altri ritardi, ogni decisione sul futuro dei cento dipendenti della centrale".

    Protesta prosegue. Gli operai della centrale del Mercure che sono saliti stamattina su una ciminiera dell'impianto non sono intenzionati a sospendere la loro protesta malgrado l'incontro convocato per martedì prossimo dal prefetto di Cosenza. "Non siamo soddisfatti - hanno detto i lavoratori - perché al tavolo non è stato invitato il Ministero dell'Ambiente". La Cgil, da parte sua, ha reso noto che si è attivata per contattare il Ministero dell'Ambiente al fine di permettere la partecipazione di un dirigente del dicastero all'incontro di martedì.

    Prefetto convoca riunione. Il prefetto di Cosenza, Raffaele Cannizzaro, ha convocato per martedì prossimo, 9 ottobre, un tavolo con la Regione Calabria, l'Ente Parco del Pollino, la Provincia di Cosenza, l'Enel e i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil per discutere della centrale del Mercure in vista della conferenza dei servizi fissata per il 10 ottobre. La convocazione dell'incontro è stata decisa dopo che quattro lavoratori della centrale stamattina sono saliti su una ciminiera dell'impianto, alta 65 metri. Stamattina al prefetto Cannizzaro si era rivolto il segretario generale comprensoriale della Cgil, Angelo Sposato, dicendosi "fortemente preoccupato di quanto potrebbe succedere" e per chiedere la convocazione urgente di un tavolo interistituzionale per l'esame della questione. I quattro lavoratori che sono saliti sulla ciminiera, per il momento, proseguono la loro protesta.

    Siamo alla fame. "Arrampicarsi su una ciminiera alta 65 metri è probabilmente l'ultimo gesto estremo che resta ai nostri cari per chiedere l'attenzione delle Istituzioni. Siamo alla fame e non sappiamo cosa dare da mangiare ai nostri figli". Lo dicono i familiari dei quattro operai della centrale Enel del Mercure che stamattina sono saliti per protesta su una ciminiera chiedendo prospettive per il loro futuro occupazionale. "Le istituzioni - aggiungono - devono darci garanzie. Chiediamo l'intervento immediato di tutte le istituzioni coinvolte perché facciano in modo che i lavoratori possano tornare al loro lavoro e alle loro famiglie. L'Italia è un Paese allo sbando. Non ne possiamo più. Ci sentiamo presi in giro dalla politica delle false promesse e dei rinvii". In una nota il Comitato per la riattivazione della centrale del Mercure sostiene che "l'iter autorizzativo per la ripresa dell'impianto è durato dieci anni e dopo innumerevoli pareri positivi tutto viene rimesso in discussione assieme a 150 posti di lavoro fissi e oltre 1000 derivanti dalla filiera del legno. L'eccesso di burocrazia sta distruggendo il nostro Paese e le nostre speranze di sopravvivenza e di legalità. La cosa più grave è che ad agosto tutti promettevano tempi rapidi per la ripresa e la conclusione della Conferenza dei servizi e ora invece avvertiamo l'amara sensazione che tutto si stia nuovamente incagliando nei meandri della burocrazia. Una mancanza di attenzione intollerabile nei confronti della dignità e del lavoro delle famiglie".

    Solidarietà sindaco Catelluccio. Il sindaco di Castelluccio Inferiore (Potenza), Roberto Giordano, ha espresso "solidarietà" ai lavoratori della Centrale del Mercure, "sia dell'Enel che dell'indotto", che hanno organizzato manifestazioni di protesta per il mancato avvio della struttura, e un presidio permanente sulla cima del camino fumi, a 65 metri di altezza. Secondo il sindaco "dieci anni di attesa" per un'autorizzazione ambientale sono "troppi" e "la centrale del Mercure, per ciò che riguarda il diritto alla salute e la tutela dell'ambiente rispetta tutti i parametri previsti dalle normative vigenti, li garantisce entrambi".

    Laratta "Intervenga Governo". "Il Governo intervenga sul futuro della Centrale del Mercure dove sono a rischio cento posti di lavoro". E' quanto afferma il deputato del Pd, Franco Laratta che sollecita un intervento del presidente del Consiglio Mario Monti e del ministro dell'Ambiente Corrado Clini. "Sono ormai passati dieci anni - sostiene Laratta - e nessuno sa cosa ne sarà della Centrale del Mercure. Nel frattempo gli operai protestano e chiedono certezza per il loro futuro. Servono certezze dopo che il Consiglio di Stato ha bocciato il provvedimento con il quale, nel 2010, la Regione autorizzava Enel a lavorare le biomasse concludendo un iter iniziato nel 2002. Occorre dare ai lavoratori sicurezza. La conferenza dei servizi promossa dalla Regione Calabria per il prossimo 10 ottobre deve svolgersi regolarmente. Ogni ulteriore ritardo sarebbe inaccettabile. Chiediamo al governo di far sentire la sua voce".

    Grazie Scopelliti. "In questa giornata di protesta, alla Regione Calabria e al Presidente Scopelliti va il ringraziamento dei lavoratori e delle loro famiglie per avere dato prova di buona amministrazione con la pronta convocazione della Conferenza dei Servizi e per aver preso una posizione chiara nei confronti dei lavoratori e della centrale". E' quanto afferma, in una nota, il Comitato per la riattivazione della Centrale Enel del Mercure. "Quello che chiediamo ora - aggiunge - è che tutti gli attori coinvolti in questo ennesimo procedimento amministrativo procedano, come ha fatto la Regione Calabria, velocemente e sulla base di dati tecnici e scientifici e non certo sulla base degli interessi personali di pochi falsi ambientalisti che cercano da anni solo strumentalizzazioni e burocrazia".

    Cgil "Da Regione solo silenzio". "Quattro lavoratori sono saliti stamani sulla ciminiera del stabilimento della centrale Enel del Mercure e scenderanno solo se verranno confermati gli impegni e garantita la continuità dell'impianto. Si battono perché vengano mantenuti gli impegni e si creino i posti di lavoro alla Centrale a biomasse del Mercure. L'impianto sta morendo per colpa di una burocrazia ostinata e miope". Lo sostengono, in una nota, le segreterie regionali della Cgil e della Filctem. "Se la riapertura non sarà autorizzata entro il 31 dicembre - aggiungono - la mancata riattivazione farà perdere posti di lavoro e incentivi governativi, con un doppio e irreversibile danno. In una situazione drammatica dalla Regione arriva solo silenzio e un immobilismo che non mira alla risoluzione dei freni burocratici e alla riattivazione della produzione. Sembra incredibile che un'eccellenza produttiva, e un centro economico strategico per il presente e il futuro dell'area del Pollino, venga abbandonato dalle istituzioni in questo modo, mettendo in crisi l'intero comparto regionale dell'energia". "Crediamo che in un momento già critico e di fortissima contrazione occupazionale - concludono Cgil e Filctem - la Regione debba spezzare il suo imbarazzante silenzio e l'inerzia e salvare i tanti lavoratori e le loro famiglie da un futuro pieni di incertezze e disagio. Una volta in funzione, a regime, la Centrale del Mercure assicurerebbe 150 posti di lavoro tra diretti indotto e oltre mille nuovi posti derivanti dalla filiera del legno. Salvarla è un obbligo".

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