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    Processo cosca Lampada, Alemanno ascoltato come teste

     

     

    Processo cosca Lampada, Alemanno ascoltato come teste "Un trauma arresto Morelli"

    02 ott 12 Da Roma a Milano e per testimoniare in un processo a una cosca della 'ndrangheta radicata nel capoluogo lombardo. E' l'inusuale 'viaggio' che ha visto stamani come protagonista il sindaco della Capitale, Gianni Alemanno, citato dalla Dda milanese come teste per ricostruire i suoi rapporti di conoscenza con Francesco Morelli, consigliere regionale calabrese del Pdl arrestato nel novembre 2011 e ritenuto uno dei rappresentanti della cosiddetta 'zona grigia' del clan Lampada-Valle. Proprio uno dei presunti boss, Giulio Lampada, in un'intercettazione agli atti 'esultava' per essere riuscito a incontrare a Roma nel 2008 l'attuale primo cittadino, all'epoca ministro delle Politiche Agricole. I fratelli Lampada, Giulio e Francesco, ha però chiarito il sindaco, rispondendo alle domande del pm Paolo Storari, "non li conosco personalmente e sembrerebbe che me li abbiano presentati in un incontro elettorale a Roma, al Café de Paris, dove c'erano 300 persone e che fu organizzato da Morelli". Il politico calabrese - a processo assieme ad alcuni presunti 'ndranghetisti e, tra gli altri, al giudice calabrese Vincenzo Giuseppe Giglio - era un ''amico", come ha spiegato Alemanno ai cronisti, al termine della deposizione durata meno di un'ora. Quando il consigliere finì in carcere, per il sindaco fu "un trauma, perché pensavo di avere a che fare con un amico e invece era un nemico". Nell'ordinanza di custodia cautelare, firmata dal gip Giuseppe Gennari, veniva citato più volte il nome di Alemanno, il quale come persona informati sui fatti venne anche ascoltato nei mesi scorsi dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini. Lo stesso gip Gennari nel provvedimento aveva chiarito, comunque, che il sindaco non aveva "idea alcuna di chi fossero in realtà i Lampada". Morelli è stata l'unica persona, tra quelle presenti stamani nella gabbia, che l'ex ministro ha riconosciuto, prima di affermare di avere un "ricordo vaghissimo" di quella serata romana dell'aprile 2008 al Café De Paris, "dove mi portò Morelli e dove disse che c'erano dei suoi amici calabresi e mi presentò a queste persone". Morelli, a proposito di quell'evento, gli spiegò - ha aggiunto Alemanno - "che era stata organizzato da dei giovani imprenditori emergenti, ma io in quel periodo avevo 30-40 incontri al giorno". Quando poi il Governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti, nel 2010 "mi disse - ha chiarito ancora - che gli erano giunte voci che Morelli poteva avere problemi per una sua contiguità con ambienti della criminalità organizzata, cercai di assumere informazioni e chiesi in particolare a Alfredo Mantici, persona proveniente dai servizi segreti, se c'erano riscontri a queste voci". Quest'ultimo, però, gli fece sapere "che non aveva riscontri". A un cronista che gli chiedeva se fosse normale che un politico si rivolgesse a un ex '007', il sindaco ha risposto: "Non è normale, ma quando circolano certe voci può essere normale cercare una maggiore garanzia". Alemanno, infatti, all' epoca caldeggiava la nomina di Morelli (ex An) come assessore nella Giunta Scopelliti. Lo stesso Morelli in quel periodo, stando alla testimonianza dell'esponente Pdl, "mi fece vedere una carta da cui risultava che non aveva pendenze penali". Una precisazione questa, da quanto si è saputo, importante per i pm, poiché dimostrerebbe che il politico calabrese era in contatto con il giudice Giglio, il quale avrebbe passato informazioni utili, anche alla cosca.

    Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e' arrivato a palazzo di giustizia di Milano per testimoniare nel processo ad alcuni presunti esponenti del clan Valle-Lampada, che vede come imputati anche il consigliere regionale calabrese del Pdl Francesco Morelli e il giudice Vicenzo Giuseppe Giglio. Il sindaco di Roma è stato citato come teste dalla Dda di Milano ed era già stato sentito nei mesi scorsi in fase di indagini a verbale dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini e dal pm Paolo Storari. Stando all'ordinanza di custodia cautelare del 30 novembre scorso a carico del presunto boss Giulio Lampada e di altre persone, lo stesso Lampada sarebbe stato presente ad un incontro elettorale a Roma e avrebbe conosciuto il sindaco Alemanno, tramite il consigliere Morelli.

    Un trauma arresto Morelli. Per il sindaco di Roma Gianni Alemanno, oggi testimone a Milano al processo sulla cosca Lampada-Valle, l'ex consigliere regionale della Calabria, Francesco Morelli, uno degli imputati, era un "amico" e quando venne arrestato fu "un trauma". Lo ha detto il primo cittadino della Capitale al termine della sua testimonianza rispondendo ad alcune domande dei giornalisti. Alemanno rispondendo ad alcune domande su Morelli, ai tempi capo corrente della 'sua cordata' in Calabria, ha affermato che quando seppe dell'arresto del consigliere fu "un trauma, perché pensavo di avere a che fare con un amico e invece era un nemico". Il sindaco ha poi aggiunto: "Con me si è sempre atteggiato nemico della criminalità organizzata"

    Forse vidi Lampada in incontro elettorale. Giulio e Francesco Lampada, presunti boss della 'ndrangheta, ''non li conosco personalmente e sembrerebbe che me li abbiano presentati in un incontro elettorale a Roma, al Café de Paris, dove c'erano 300 persone e che fu organizzato da Francesco Morelli". Lo ha chiarito il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, sentito come teste nel processo milanese con al centro il clan Valle-Lampada e che vede tra gli imputati anche il consigliere calabrese del Pdl, Morelli. Su richiesta del pm della Dda Paolo Storari, Alemanno ha indicato l'unica persona a lui conosciuta presente nella gabbia degli imputati, ossia il consigliere calabrese del Pdl Francesco Morelli. Nella gabbia stamani erano presenti anche i due presunti boss Giulio e Francesco Lampada e, tra gli altri, anche il giudice calabrese Vincenzo Giuseppe Giglio. Alemanno ha chiarito di avere un "ricordo vaghissimo" di quella serata dell'aprile 2008 al Café De Paris "dove mi portò Morelli e dove disse che c'erano dei suoi amici calabresi e mi presentò a queste persone". Morelli riguardo a quella serata disse ad Alemanno "che era stata organizzata da dei giovani imprenditori emergenti, ma io in quel periodo avevo 30-40 incontri al giorno". Il pm ha chiesto ad Alemanno, inoltre, se sapesse che il consigliere calabrese aveva rapporti con ambienti del Vaticano e il primo cittadino di Roma ha risposto: "Sì, non so di che livello. In passato mi aveva fatto arrivare alcuni inviti"

    Chiesi a ex 007 informazioni su Morelli. Quando il Governatore della Calabria, Scopelliti, ''mi disse che gli erano giunte voci che Morelli poteva avere problemi per una sua contiguità con ambienti della criminalità organizzata, cercai di assumere informazioni e chiesi a ufficiali dell'Arma se c'erano riscontri a queste voci". Lo ha spiegato il sindaco di Roma, Alemanno, sentito come teste nel processo a un clan dellàndrangheta. Alemanno chiese "ad Alfredo Mantici, persona proveniente dai servizi segreti, il quale mi disse che non aveva riscontri". Il sindaco Alemanno, rispondendo alle domande del pm milanese Paolo Storari davanti all'ottava sezione penale, ha raccontato di aver "caldeggiato" nel 2010 la nomina del consigliere calabrese del Pdl Francesco Morelli (arrestato lo scorso 30 novembre nell'inchiesta della Dda di Milano e ora a processo) ad assessore nella Giunta Scopelliti. Quando però Scopelliti gli parlo di quelle "voci" su una contiguità del consigliere con "ambienti malavitosi" - secondo l'accusa, Morelli sarebbe stato uno dei personaggi di riferimento istituzionale del presunto boss Giulio Lampada - Alemanno fece "un passo indietro" e cercò di assumere "informazioni" per trovare riscontri alle voci. Riscontri che non ebbe, stando alla sua testimonianza, "e lo stesso Scopelliti poi mi confermò che non ce n'erano". E a quell'epoca, ha aggiunto il sindaco, "la mia impressione era che si trattava di una scusa per impedire a Morelli di arrivare alla carica di assessore". E' anche vero, ha spiegato ancora Alemanno, che "il presidente di una regione ha la sua autonomia di scelta nelle nomine e nessuno può imporre, se non suggerire". Il primo cittadino di Roma ha chiarito anche quali erano i suoi rapporti di conoscenza con Morelli, uno dei 10 imputati del processo con al centro l'accusa di associazione mafiosa. "L'ho conosciuto negli anni '90 - ha spiegato - e' stato un rapporto di amicizia che si è sviluppato nel tempo. Lui è stato capo di gabinetto del presidente della Regione Chiaravalloti ed era vicino al mio partito, Alleanza Nazionale". Quando correvano le "voci" sulla sua "contiguità" con la criminalità organizzata, lo stesso Morelli "mi mostrò un certificato nel quale si diceva che non aveva pendenze penali". Alemanno ha spiegato, inoltre, che "poi presi le distanze da Morelli dal punto di vista politico, anche per il 'pressing personale' che era un suo modo di intendere l'amicizia". Rispondendo alle domande dell'avvocato Franco Sammarco, legale di Morelli, Alemanno ha affermato, infine, che "dal punto di vista elettorale" Morelli era un rappresentante importante della sua corrente politica, "ma non da quello politico"

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