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    Proceso appalti sanità, assolto ex DG ospedale Catanzaro

     

     

    Proceso appalti sanità, assolto ex DG ospedale Catanzaro

    22 nov 12 Sono stati tutti assolti i cinque imputati nel processo sui presunti illeciti legati a gare d'appalto nel settore della sanità a Catanzaro. La sentenza è stata emessa dai giudici del tribunale del capoluogo calabrese. Nel processo erano imputati l'ex direttore generale dell'azienda ospedaliera 'Pugliese-Ciaccio' di Catanzaro, Riccardo Fatarella; Mario Iacono, dirigente della società Ital Tbs; Giuseppe Giusto, dipendente della stessa società; Francesco De Salvia, rappresentante per le vendite dell' Ital Tbs; Luigi Antonio Macrì, componente la commissione di gara dell' ex Asl 11 di Reggio Calabria. Il pubblico ministero, Gianpaolo Boninsegna, aveva chiesto la condanna di Fatarella alla pena di due anni di reclusione e l'assoluzione degli altri quattro imputati. Al termine della camera di consiglio i giudici del tribunale di Catanzaro hanno assolto tutti e cinque gli imputati perché il fatto non sussiste. Nell'inchiesta della Procura di Catanzaro si ipotizzavano i reati di turbativa d'asta relativamente a gare d'appalto nel settore della sanità regionale calabrese compiute nel 2005. In particolare l'accusa sosteneva che la società Ital Tbs sarebbe stata favorita per la fornitura di apparecchiature elettromedicali.

    Ristabilita verità. "Il Tribunale di Catanzaro in composizione monocratica - giudice dott.ssa Fatale - ha assolto, in data odierna, tutti gli imputati dalla contestazione di turbata libertà degli incanti nell'ambito della vicenda che ha coinvolto l' Italtbs (nota società operante nel campo delle apparecchiature elettromedicali avente sede in Trieste)". Lo afferma in una nota l'avv. Giuseppe Fonte difensore di Francesco De Salvia. "Le gare - aggiunge - oggetto del processo erano quelle relative al Pugliese Ciaccio di Catanzaro e Azienda sanitaria locale n.11 di Reggio Calabria risalenti al 2005. Termina con una decisione giusta una vicenda che dal dicembre del 2005 (data delle perquisizioni domiciliari disposte nei confronti di tutti gli indagati) ha visto la pubblica esposizione di cittadini estranei a qualunque fatto-reato, non soltanto ad un'indagine paradossale ma, altresì, alla gogna mediatica lesiva dell'immagine di cittadini mai coinvolti in passato in alcun procedimento penale. Si tratta di una vicenda figlia di un drammatico periodo storico dei nostri uffici giudiziari". "La sentenza di assoluzione - conclude Fonte - con la formula perché il fatto non sussiste, oltre a rappresentare la migliore risposta difensiva ad un'accusa infondata, ristabilisce una verità che, in questo caso, è storica e giudiziale al tempo stesso"

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