NuovaCosenza.com
Google
su tutto il Web su NuovaCosenza
mail: info@nuovacosenza.com
Home . Cronaca . Politica . Area Urbana . Speciali . Video . Innovazione . Universtitą . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .
 

      Condividi su Facebook

    Resti madre e figlia in villa, marito resta in carcere

     

     

    Resti madre e figlia in villa, marito resta in carcere

    16 nov 12 Ci sono "gravi indizi di colpevolezza" che hanno convinto il gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), Francesco Caramico D'Auria, a tenere in cella Domenico Belmonte. L'uomo, 72 anni, ex direttore sanitario del carcere di Poggioreale, è accusato dell'omicidio della moglie, Elisabetta Grande, originaria di Catanzaro, che oggi avrebbe 74 anni, e della figlia, Maria, oggi 43enne. Il duplice omicidio sarebbe avvenuto tra l'aprile e il luglio del 2004 ma saranno gli esami medico-legali ad accertare la data del decesso. I cadaveri delle due donne sono stati trovati nel 'vespaio' della villetta di Baia Verde, lungo il litorale casertano dove il medico - ritenuto da tutti un valido e scrupoloso professionista - ha continuato a vivere in completa solitudine, nel più completo abbandono. Ha avuto un solo contatto: con Salvatore Di Maiolo, ex marito della moglie, che con Belmonte ha lavorato nel carcere di Poggioreale. Nell'inchiesta è coinvolto anche Di Maiolo, che si dice estraneo alla vicenda. Oggi il "dottore" - così preferisce farsi chiamare Belmonte - difeso dal suo avvocato Rocco Trombetti, ha provato a difendersi anche dinanzi al giudice per le indagini preliminari, dicendo che di quel delitto non sapeva nulla, che non sapeva della presenza dei cadaveri. Ma a giudizio del gip, che ha emesso l'ordinanza di custodia cautelare in carcere, tutto ciò appare inverosimile. L'uomo, nel 2006, ha dato la vernice alla grata di accesso del 'vespaio' e quindi avrebbe dovuto vedere i cadaveri che - sottolineano gli investigatori - sono stati adagiati e composti nell'intercapedine nell'immediatezza della morte. Il gip esclude che il duplice delitto sia stato commesso da persone estranee al nucleo familiare ed esclude anche l'ipotesi - che pure è stata vagliata - dell'omicidio-suicidio delle due donne. Chi avrebbe messo poi i due corpi in quel vespaio dell'orrore? L'uomo ha sempre detto che la moglie e la figlia si sarebbero allontanate volontariamente. Oggi dinanzi al gip ha detto che ha provato a chiamarle al telefono ma il cellulare della donna è stato trovato nella camera da letto dove di solito dormivano mamma e figlia. Lui preferiva non dormire con la moglie ed occupava un'altra stanza della villetta. Poi dopo la scomparsa Belmonte si è chiuso in completo isolamento senza mai rispondere alle lettere del cognato che gli chiedeva conto della sorella. Gli elementi da chiarire, comunque, sono numerosi. Ad esempio: perché non avrebbe mai attivato le pratiche per ricevere l'assegno mensile di pensione preferendo vivere invece in condizioni estremamente precarie? Della sua casa non si prendeva affatto cura. Aveva però un' attenzione quasi maniacale per il giardino, con aiuole poste a pochi passi dalla 'tomba' della moglie e della figlia dove lo hanno sorpreso nella mattinata di martedì gli agenti della questura di Caserta.

    Legale fratello vittima chiede riserbo. "Prendo atto della convalida del fermo nei confronti del Belmonte". Così ha commentato la decisione emessa dal Gip d'Auria l'avvocato Nunzio Raimondi che assiste Lorenzo Grande, congiunto delle due donne scomparse e ritrovate cadaveri nella villetta di Castelvolturno dove abitava Domenico Belmonte, marito di Elisabetta Grande e padre di Maria. "L'indagine - ha proseguito Raimondi - ha mosso i suoi primi passi dopo la denuncia televisiva in una nota trasmissione di RaiTre del fratello e zio delle due donne, Lorenzo Grande. Questo medico, che ha vissuto per anni con questo tormento interiore in assoluta riservatezza, dopo aver denunciato alle competenti autorità la scomparsa dei suoi congiunti, non ha avuto alcun riscontro fino a quando i media non hanno sollevato il caso. Questo modo di procedere non deve stupire in quanto i media, assolvendo essenzialmente ad una funzione pubblica, da sempre, e sopratutto con il giornalismo d'inchiesta, possono certamente collaborare con gli organi investigativi nella funzione, propria di questi ultimi, di ricercare e raccogliere la notizia di reato". L'avvocato chiede ora riserbo. "Purtroppo in questi ultimi giorni il mio assistito è stato costretto non solo a subire l'impatto psicologico di questa macabra scoperta ma a confrontarsi con un inaudito impatto mediatico. Ora, con l'intervento della magistratura che ha portato prima al fermo e poi alla cattura di uno degli indagati, riteniamo che servano rispetto e riserbo". "Attendiamo - ha concluso l'avv. Raimondi - fiduciosi la conclusione delle indagini, ed anche dell'incidente cautelare nelle sue varie fasi, e solo al loro esito ci determineremo in conseguenza".(

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

    Cerca con nell'intero giornale:

    -- >Guarda l'indice delle notizie su: "Cronaca e Attualità "

     

     

 


    Facebook
 Ultime Notizie
 

Multimedia


 

Web TV -  Video

 

 
Home . Cronaca . Politica . Area Urbana . Speciali . Video . Innovazione . Universtitą . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .

Copyright © 2017 Nuova Cosenza. Quotidiano di informazione. Registrazione Tribunale Cosenza n.713 del 28/01/2004 - Direttore Responsabile: Pippo Gatto
Dati e immagini presenti sul giornale sono tutelati dalla legge sul copyright. Il loro uso e' consentito solo previa autorizzazione scritta dell'editore