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    Arrestati 2 Consiglieri della Provincia di Cosenza per aver finanziato coop del boss

     

     

    Arrestati 2 Consiglieri della Provincia di Cosenza per aver finanziato coop del boss

    15 nov 12 Esponenti della 'ndrangheta cosentina ed i loro familiari erano assunti nella società Rende Servizi che è stata utilizzata come bacino di voti per le elezioni provinciali di Cosenza del 2009. E' questo lo scenario che emerge dalle indagini della Dda di Catanzaro che ha portato all'arresto del consigliere provinciale del Pd Umberto Bernaudo e dell'ex assessore ed ex consigliere Pietro Paolo Ruffolo. Un terzo provvedimento restrittivo, inoltre, ha portato in carcere l'esponente della 'ndrangheta cosentina Michele Di Puppo. Bernaudo e Ruffolo sono coinvolti nell'inchiesta come ex sindaco ed ex assessore di Rende e sono stati posti agli arresti domiciliari dalla Dia e dei carabinieri. Ai due esponenti politici i pm della Dda di Catanzaro, Pierpaolo Bruni e Carlo Villani, avevano contestato i reati di concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione e voto di scambio ma il Gip ha ritenuto di emettere la misura cautelare per i reati di corruzione e corruzione, escludendo l'aggravante delle modalità mafiose. L'inchiesta si è concentrata sulla trasformazione della cooperativa Rende 2000 nella società 'Rende Servizi srl', che gestisce i servizi del Comune cosentino. Una operazione costata all'incirca otto milioni di euro e finalizzata quasi esclusivamente, secondo l'accusa, all'assunzione di familiari ed esponenti della cosca Lanzino-Presta-Di Puppo i quali avrebbero garantito a Bernaudo e Ruffolo l'appoggio elettorale in occasione delle elezioni provinciali del 2009. Ed è proprio il giudice che, nell'ordinanza di custodia cautelare, evidenzia l'assenza di "un chiaro criterio di assunzione dei dipendenti e l'anomalo passaggio, per chiamata nominativa, nella neo costituita Rende Servizi". Dalle indagini è emerso l'impiego di dipendenti della Rende Servizi, anche durante il loro orario di lavoro, per l'attività di propaganda elettorale in favore di Bernaudo e Ruffolo. Ed in questo ambito il boss della 'ndrangheta Michele Di Puppo ha avuto un ruolo di collegamento tra i due esponenti politici ed i lavoratori della societa'. E' nell'ambito di questo scenario che, secondo l'accusa, emerge "l'asservimento della funzione pubblica della Rende Servizi piegata ad interessi non pubblici". Nel maggio del 2009, mentre in tutta la provincia di Cosenza imperversava la campagna elettorale, Di Puppo si dava un gran da fare per procacciare i voti ai suoi due sponsor politici. Agli atti dell'inchiesta c'é anche un'intercettazione nella quale il presunto boss della 'ndrangheta minaccia coloro che, per puro sbaglio, avevano coperto i manifesti elettorali di Bernaudo e Ruffolo. Il Ministero dell'Interno sta valutando, intanto, se esistono le condizioni per nominare una Commissione d'accesso antimafia nel Comune di Rende. Il Viminale prenderà la decisione sulla base della valutazione preventiva che sarà fatta dalla Prefettura di Cosenza. Nelle settimane scorse a chiedere la nomina della Commissione d'accesso erano stati i parlamentari del Pdl calabrese. Il commissario del Pd della Calabria, Alfredo D'Attorre, ha auspicato che la magistratura faccia subito chiarezza sulla vicenda ed ha sospeso, sulla base del codice etico, Bernaudo e Ruffolo dal partito. La deputata di Fli e componente della commissione antimafia, Angela Napoli, a sua volta, ha rivolto un appello a tutti i partiti affinché si faccia "pulizia nella formazione delle liste elettorali".

    Gli arresti. I consiglieri provinciali di Cosenza del Pd, Umberto Bernaudo e Pietro Paolo Ruffolo, sono stati arrestati e posti ai domiciliari da Dia e Carabinieri. Sono accusati di ingerenza clientelare nella gestione di una società di servizi del Comune di Rende con un boss della 'ndrangheta.I fatti si riferiscono alle provinciali 2009. Un terzo provvedimento restrittivo e' stato notificato in carcere al presunto boss della 'ndrangheta di Cosenza, Michele Di Puppo. Bernaudo e Ruffolo erano gia' indagati, in qualità di ex sindaco ed ex assessore del Comune di Rende, per concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione e voto di scambio. I provvedimenti restrittivi, emessi dal Gip distrettuale di Catanzaro, nascono da una ulteriore filone d'indagine sviluppato dalla Dia di Catanzaro e dai carabinieri di Cosenza.

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    Ruffolo si era autosospeso. Pietro Ruffolo, arrestato stamane e posto ai domiciliari nell'operazione Terminator, non è più consigliere provinciale di Cosenza. Ruffolo, nelle elezioni provinciali del 2009, era stato eletto consigliere, ma si era dimesso dopo la nomina ad assessore alla pubblica istruzione. Successivamente si era autosospeso dall'incarico di assessore dopo aver ricevuto un avviso di garanzia per il reato di usura aggravata dalle modalità mafiose. Nell'ottobre del 2011 Ruffolo è stato rinviato a giudizio. Nella vicenda dell'usura Ruffolo era coinvolto in qualità di ex consulente piccole imprese dell'agenzia Unicredit di Belvedere Marittimo (Cosenza).

    DDA: Ricorso su decisione Gip. "Le contestazioni della Procura della Repubblica erano quelle di concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione e di un reato elettorale consistente nello scambio di voti. Il Gip ha invece accolto le misure relativamente al reato di corruzione, eliminando l'aggravante della finalità di agevolazione mafiosa". E quanto ha detto il Procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro, Giuseppe Borrelli, nel corso della conferenza stampa per illustrare gli esiti dell'operazione che ha portato agli arresti domiciliari Umberto Bernaudo e Pietro Paolo Ruffolo. "Noi - ha aggiunto - rispettiamo la valutazione del gip e ci riserviamo di proporre impugnazione anche perché riteniamo che la nostra ricostruzione della vicenda sia una ricostruzione che salvaguarda anche l'integrità logica del provvedimento. La realtà è che le indagini hanno evidenziato l'esistenza di una società che svolgeva stabilmente servizi per il comune di Rende e che, secondo quella che è la ricostruzione accusatoria era stata in varie maniera agevolata dalla stessa amministrazione locale, non solo attraverso delle assunzioni di personale ma anche attraverso cospicui finanziamenti". Il Procuratore di Catanzaro e capo della Dda, Vincenzo Antonio Lombardo, ha evidenziato che si tratta di "una inchiesta che nasce da un'altra indagine. E' interesse di tutti il chiarimento e svolgere gli approfondimenti necessari".

    Finanziata coop del boss Di Puppo. Finanziamenti ad una cooperativa riconducibile al presunto boss della 'ndrangheta di Cosenza, Michele Di Puppo, in cambio del sostegno alle elezioni per il rinnovo del Consiglio provinciale di Cosenza svoltesi nel 2009. E' questa l'accusa contestata dalla Dda di Catanzaro a Umberto Bernaudo e Pietro Paolo Ruffolo nella loro qualità, rispettivamente, di ex sindaco ed ex assessore del Comune di Rende. A Bernaudo e Ruffolo viene contestato di avere finanziato con risorse pubbliche la cooperativa 'Rende 2000' che secondo l'accusa era riconducibile a Di Puppo, indicato come soggetto di primo piano della cosca Lanzino-Presta-Di Puppo. Quale corrispettivo, secondo l'accusa sostenuta dai pm Pierpaolo Bruni e Carlo Villani, i due politici avrebbero ricevuto l'impegno della cosca a procacciare voti in loro favore in occasione delle elezioni provinciali.

    Pdl chiede Commissione d'accesso a Rende. Nelle settimane scorse i deputati ed i senatori del Pdl della Calabria hanno chiesto al Ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, che si insedi la commissione d'accesso antimafia nel Comune di Rende. La richiesta era stata avanzata dopo che la Dda di Catanzaro aveva indagato l'ex sindaco e l'ex assessore di Rende, Umberto Bernaudo e Pietro Paolo Ruffolo. I parlamentari del Pdl hanno chiesto a Cancellieri la commissione d'inchiesta del Ministero dell'Interno per accertare "presunte commistioni nel rapporto tra appalti pubblici e criminalità organizzata e di verificare se vi siano in atto infiltrazioni e contiguità, cosi come prescrive la legge".

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