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    Campo volo di Scalea, interviene il sindaco Basile

     

     

    Campo volo di Scalea, interviene il sindaco Basile

    12 nov 12 Il Sindaco di Scalea, Pasquale Basile, interviene sulla vicenda relativa all'ex campo volo, da qualche tempo all'attenzione dei media locali e regionali. "Da qualche giorno, spiega il sindaco Baile, si inizia a discutere a Scalea delle vicende dell'ex campo volo in una chiave che non è più solamente quella giudiziaria o del contenzioso a muso duro con i vari attori coinvolti, Agenzia del Demanio in primis. Ho salutato con piacere la nascita del comitato 'Ex Campo Volo', che pregio di aver favorito, così come ho accolto favorevolmente l'invito ad occuparmi della vicenda in maniera organica e costruttiva. Innanzitutto c'è da evidenziare che la presenza di un comitato significa la ferma volontà di affrontare un annoso, quasi secolare direi, problema che coinvolge più di un centinaio di famiglie scaleote e che ad oggi non lasciava intravedere alcuna soluzione lineare. Il fatto che esista un comitato assicura certamente più forza a tutti i cittadini coinvolti, molto di più che non di tante iniziative isolate che portano inevitabilmente alla dispersione di forze e al sorgere di posizioni spesso inconciliabili. Purtroppo si tratta di una problematica che, come è noto ai più, vede le origini nell'immediato dopoguerra e, da allora, non è mai stata affrontata - a differenza di altri casi in Calabria - con la dovuta attenzione. Decine di famiglie hanno occupato a vario titolo terreni, facenti parte del patrimonio dello Stato, e non sempre negli anni si è mantenuto il corretto diritto all'occupazione, pur avendo origine questo da storie familiari che risalivano a prima della guerra stessa. Con il risultato che oggi lo Stato reclama i terreni, e ciò che incautamente si è costruito sopra, generando un senso di disperazione nei confronti di cittadini che, seppur abusanti senza il giusto diritto, non possono essere paragonati agli abusi che tutti conosciamo: quelli veri, quelli da indice tre e cinquanta, quelli che hanno deturpato il territorio di Scalea indisturbati o quasi. Oggi non è il momento di attribuire le colpe, che forse sono un po' di tutti: degli occupanti che, sicuramente mal consigliati da uno stuolo di sedicenti esperti, hanno trascurato il problema sperando in sanatorie che non potevano piovere dal cielo; al Demanio, che ha lasciato incancrenire una situazione non curando di fatto gli interessi dello Stato e facendo ingenerare interpretazioni del tutto scorrette della normativa; al Comune, che forse avrebbe - negli anni opportuni - governare meglio la situazione prendendo quelle iniziative che potevano - pur con tempi lunghi - avviare a soluzione il problema. Un po' come è stato fatto a Praia a Mare e a Vibo Valentia con la promozione e, infine, con l'approvazione di due leggi speciali, da parte del Parlamento, che hanno portato a soluzione il problema. Troppo spesso, purtroppo, le vicende di questo tipo prendono una piega drammatica perché si vuole dare troppo ascolto alle allodole che cantano senza aver la voce per farlo come coloro che, nel corso degli anni ma anche di recente, hanno assicurato che il Demanio non si sarebbe mai occupato della vicenda e che i terreni erano diventati di proprietà o affermazioni del genere. Oggi il comitato ha il compito sicuramente arduo, ma certamente non impossibile, di rimettere ordine nella vicenda ricostruendola in maniera corretta e fornendo ai singoli cittadini, successivamente, tutti quegli elementi che possono aiutare sia nella vicenda burocratica che giudiziaria. L'Amministrazione che ho l'onore di presiedere ha sposato questa causa non appena sono stato interpellato e sollecitato, assicurando che gli uffici del Comune avrebbero fornito l'assistenza necessaria per i vari casi, in collaborazione con i rappresentanti del comitato. Personalmente ho chiesto la collaborazione volontaria di memorie storiche, oltre che di competenze indiscusse, come Remo De Lorenzo e Renato Biondi, che già mi stanno supportando attivamente nell'inquadrare correttamente tutti gli aspetti del problema. Ciò che è emerso fino ad oggi, fino a quando non si presenteranno novità ed elementi addizionali, è che - in termini generali - l'unica strada seriamente perseguibile è quella della citata legge speciale. In questo senso c'è da dire che nel 1996, ad onor del vero, l'allora deputato Alessandro Bergamo presentò al Parlamento proprio una proposta in tal senso. Proposta che costituirà il punto di partenza della strategia che l'Amministrazione presenterà nel Consiglio Comunale di mercoledì prossimo per avviare nuovamente un iter che tenteremo con tutti i mezzi di rendere il più breve possibile. Sono convinto che in quella sede si possa arrivare a una decisione unanimemente condivisa e che successivamente sia politicamente supportata da tutti i consiglieri. Per quel che mi riguarda c'è da dire che, avendone discusso informalmente con alcuni deputati e senatori, ho già avuto la disponibilità di questi a supportare e seguire l'iter parlamentare della proposta di legge. Ma i tempi, come si sa, non sono brevi e nel frattempo occorre anche muoversi per evitare che i gatti e le volpi di queste vicende possano far avviare iniziative sparse che sono controproducenti per i cittadini coinvolti. Ai quali, sottolineo, va la solidarietà di tutta l'Amministrazione e, ne sono convinto, di tutto il Consiglio Comunale."

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