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    A Lamezia un parco a memoria di Adelchi Argada

     

     

    A Lamezia un parco a memoria di Adelchi Argada

    20 ott 11 Erano difficili anche per Lamezia Terme gli anni Settanta, caratterizzati da "guerriglie" tra diverse fazioni che, spesso, bagnavano le strade di molte città con il sangue di giovani, uccisi in nome di ideali. Lamezia Terme, una città del sud, in quegli anni è accomunata con altre città del nord da situazioni simili: scritte inneggianti al fascismo e al Duce e squadre che si contrappongono e che si insultano. E' in una situazione simile che matura l'omicidio di un giovane militante del Fronte popolare comunista rivoluzionario. Quel pomeriggio di quella tragica giornata del 20 ottobre 1974, Adelchi Argada, insieme al fratello Otello e ad altri due compagni, cammina lungo corso Numistrano. Nelle vicinanze di una chiesa, quella di San Domenico, dove oggi a ricordare quei fatti c'é un monumento, Argada e le altre persone che erano con lui incrociano due giovani, Michele De Fazio e Oscar Porchia, due ragazzi come lui, due suoi coetanei che avevano anche loro sogni nel cassetto da voler realizzare. A dividerli il colore politico e la diversa militanza. Loro, infatti, appartengono all'estrema destra, Argada all'estrema sinistra. Il giorno prima, De Fazio e Porchia avevano fatto la voce grossa con il fratello quattordicenne di Giovanni Morello, uno dei due compagni con cui Adelchi sta passeggiando. Così Morello si avvicina a loro e chiede spiegazioni. Lentamente la situazione degenera al punto che compaiono le pistole. Gli animi sono ormai surriscaldati e, in una situazione incandescente come era quella degli anni Settanta, basta poco per trasformare il tutto in tragedia. Si sente l'esplosione dei colpi. Morello viene ferito ad una gamba. E' allora che Adelchi interviene, quasi a proteggerlo, mentre piovono pallottole (14 in tutto). Quattro colpiscono Adelchi, raggiunto da un colpo che gli trafigge il cuore uccidendolo all'istante. Un omicidio che turbò non solo la città ma l'Italia intera. Lamezia, in occasione dei funerali, divenne il centro della lotta antifascista militante. Tante le attestazioni di solidarietà e di vicinanza alla famiglia di quel giovane che il 21 ottobre, il giorno dopo l'omicidio, sarebbe dovuto partire per il nord Italia in cerca di fortuna. Adelchi, infatti, era uno dei tanti ragazzi che avevano deciso di lasciare la propria terra per trovare lavoro altrove, a Modena, per fare l'operaio. Sogni infranti. Uccisi sul nascere da due giovani della sua stessa età, della sua stessa città in nome di un ideale che tanti morti ha lasciato dietro di se. E il giorno dei funerali trentamila persone invasero Lamezia in un'atmosfera surreale. Come surreale fu il processo che si celebrò contro i due giovani assassini, condannati nel 1977 a quindici anni e quattro mesi (Porchia) e a otto anni e tre mesi (De Fazio) dal Tribunale di Napoli, dove il processo venne spostato per questioni di sicurezza. Questa la storia. E' di oggi, invece, la decisione dell'Amministrazione comunale di Lamezia Terme di dedicare la giornata odierna, nel 37/mo anniversario dell'omicidio, al ricordo di Adelchi intitolandogli un parco, un luogo da rendere ancora più attrattivo e partecipato - affermano dal Palazzo comunale - attraverso iniziative centrate sul confronto, la pratica di azioni solidali e non violente, il rispetto reciproco, la tutela e la promozione dei beni comuni e con lo svolgimento nel pomeriggio di un convegno su "Adelchi, una storia". Il tutto, alla presenza dei familiari di Argada, dei suoi amici e compagni di militanza, della città. E questo per proporre a tutti i cittadini, e soprattutto ai giovani, un percorso di riappropriazione della memoria e di coscienza storica di un avvenimento tragico e doloroso della storia politica di Lamezia.

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