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    Centrale turbogas di Crotone, 6 imprenditori in manette. Affare da 15 mln

     

     

    Centrale turbogas di Crotone, 6 imprenditori in manette. Affare da 15 mln

    01 mar 11 Sei imprenditori, tre calabresi e tre di fuori regione, sono stati arrestati dalla Guardia di Finanza di Crotone con l'accusa di truffa nell'attuazione del contratto di programma e della realizzazione della centrale turbogas di Scandale, nel crotonese. Gli arresti sono stati eseguiti su di una ordinanza di custodia cautelare emesse dal Gip di Crotone, Gloria Gori, su richiesta del PM Pier Paolo Bruni. Altri due provvedimenti restrittivi, riguardanti altri imprenditori, non sono stati acora eseguiti stante l'irreperibilita' degli stessi. Le accuse contestate a vario titolo agli imprenditori vanno dall'associazione per delinquere finalizzata alla truffa, alla bancarotta fraudolenta, ed al riciclaggio di proventi ottenuti tramite l'utlizzo di finanziamenti ottenuti illegalmente dagli indagati. L'inchiesta nell'ambito della quale sono stati eseguiti gli arresti e' l'inchiesta del PM Bruni denominata Energopoli che riguarda l'illecita gestione di finanziamenti pubblici nel settore dell'energia.

    I provvedimenti cautelari sono stati emessi nei confronti di Aldo Bonaldi, 52 anni, imprenditore lombardo residente nel Principato di Monaco; Roberto Baroni, nato a Pavia (PV) 58 anni, residente in Tunisia, amministratore; Giuseppe Carchivi, nato a Isola Capo Rizzuto (KR) 49 anni, residente a Colle Val d'Elsa (SI), commercialista; M.R. di Lamezia Terme, residente a Milano, imprenditore; Annunziato Scordo , nato a Bovalino (RC) 65 anni, residente a Catanzaro, imprenditore; Michelangelo Marinelli , nato e residente a Modena (MO) 40 anni , imprenditore; Corrado Ciccolella , nato e residente a Molfetta (BA) 55 anni, imprenditore; Alessandro Argentini, 51 anni, di Torino, imprenditore. Nei confronti dei primi due destinatari, al momento non presenti nel territorio nazionale, il provvedimento non è stato eseguito.

    Il provvedimento ha riguardato un gruppo di imprenditori e di professionisti coinvolti, a vario titolo, nella mancata realizzazione di un contratto di programma, avente ad oggetto una serie di investimenti nel comune di Scandale (KR), costituenti una "filiera energetica", stipulato dall'allora Ministero delle Attività Produttive (ora Ministero per lo Sviluppo Economico) ed il Consorzio Eurosviluppo S.c.a.r.l.. La mancata realizzazione del progetto, secondo gli inquirenti, ha determinato un danno per il bilancio dello Stato e della Regione Calabria di 4 milioni di euro, somma incassata dagli indagati e finita in conti esteri nella disponibilità degli stessi. Le indagini, coordinate dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Crotone, Pierpaolo Bruni, hanno impegnato per quasi due anni gli investigatori in complessi accertamenti finanziari, sviluppati anche attraverso il coinvolgimento di altre Procure sul territorio nazionale e la collaborazione delle autorità giudiziarie monegasche, svizzere e lussemburghesi. In base alle risultanze investigative, uno degli arrestati, Aldo Bonaldi ritenuto il principale artefice del sistema di frode, avrebbe creato i presupposti necessari per accedere al finanziamento pubblico, ottenendo dal Ministero dello Sviluppo Economico l'autorizzazione alla costruzione di una centrale da 800 MW attraverso la costituzione di una società ad hoc, la "Eurosviluppo Elettrica S.p.A." L'imprenditore, acquisita l'autorizzazione ed i relativi diritti, ha immediatamente ceduto le quote della predetta società a "Endesa Europa" ed alla "ASM Brescia", che hanno poi effettivamente realizzato la centrale a turbogas di Scandale. Tuttavia, per sottrarsi agli obblighi derivanti dalla sottoscrizione dell'accordo, che prevedeva tra l'altro la realizzazione di infrastrutture, di un impianto multi servizi, di un pastificio, di impianti di produzione agro-biologica e di un impianto di conserve alimentari, Bonaldi, unitamente agli altri imprenditori e professionisti colpiti dai provvedimenti cautelari, sempre secondo l'accusa, ha ottenuto la delocalizzazione in altre aree di alcune delle iniziative e causato il dissesto finanziario della "Eurosviluppo Industriale S.p.A." e della "ALI.BIO S.r.l.", entrambe con sede a Crotone, società a lui riconducibili, per le quali la Procura di Crotone ha chiesto il fallimento. Bonaldi, secondo gli inquirenti, avrebbe in realtà utilizzato i fondi pubblici già erogati a favore delle due società, per simulare, a favore della "Pianimpianti S.p.A." con sede a Milano, altra società a lui riconducibile, i pagamenti di macchinari mai forniti. Le somme sarebbero finite in conti esteri intestati a Bonaldi. Per recuperare le somme indebitamente riscosse, il Gip ha autorizzato il sequestro per equivalente di beni nella disponibilità degli indagati. Contestualmente all'esecuzione dei provvedimenti restrittivi sono stati effettuati, i sequestri dei saldi attivi di numerosi conti correnti e di decine di immobili, riconducibili agli indagati, individuati in Calabria ed in diverse altre regioni.

     

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