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    Il fratello di Peppino Impastato ospite a Tabularasa

     

     

    Il fratello di Peppino Impastato ospite a Tabularasa

    27 lug 11 'I mafiosi non sono marziani, sono fatti di carne ed ossa, per questo è un fenomeno assolutamente estirpabile". Ha tuonato dal palco del sedicesimo incontro di 'Tabularasa' Giovanni Impastato, fratello di Peppino ucciso da Cosa Nostra il 9 maggio 1978 perchè ribelle, intellettualmente autonomo dalla mafiosità familiare. "Da quella data abbiamo fatto passi da giganti - ha continuato - la nostra associazione, 'Casa Memoria', proprio pochi giorni fa, è entrata in possesso di casa Badalamenti a Cinisi. Un caso unico finora; possiamo affermare con orgoglio di aver sconfitto quella mafia, nonostante la morte per mano sua di Peppino". Impastato ha poi proseguito il discorso indicando le radici del fenomeno criminale: "E' un problema innanzitutto culturale. Oggi domina la cultura dell'illegalità, ecco perchè bisogna discutere con i giovani nelle scuole. Secondariamente, ci sono fortissimi legami a livello istituzionale che nessuno può non cogliere. In terzo luogo, è necessario lo sviluppo di un'economia sana che crei occupazione e, in questo, il modello delle cooperative territoriali, spesso però boicottato dalle istituzioni, è la via giusta". Chi era Peppino Impastato? "Egli fu innanzitutto - ha continuato il fratello - un militante di sinistra e giornalista antimafia: l'unico caso vero di rottura storica e culturale dato che, non solo attuò una frattura dentro il proprio contesto, ma anche all'interno della propria famiglia. Avviò il suo impegno fondando il giornale 'L'ideà, che metteva in luce i rapporti tra istituzioni e mafia a Cinisi. Naturalmente il foglio venne chiuso per la sua 'scomodità', ma Peppino proseguì l'attività di improvvisato reporter fotografando lo scempio edilizio dei dintorni cittadini e sbattendolo sul viso degli assorti suoi compaesani. Le cause dell'attivismo di Peppino sono molteplici: era un degno figlio del suo tempo, immerso nel fermento sociale, erede del '68, contestatore. Ma a ciò si aggiungeva quell'assassinio del nostro zio don Cesare Manzella, il 26 aprile 1963, che gli fece percepire, per la prima volta, in tenera età, il fenomeno mafioso. In quell'occasione disse: 'se questa è la mafia, mi batterò per sempre contro di lei'. Quindici anni dopo, si sarebbe sacrificato per rispettare quella promessa". L'attualità del suo pensiero è stata rimarcata dal fratello poichè "Peppino ci ha fatto comprendere il vero concetto di legalità, intesa non come mera osservanza delle leggi, ma piuttosto come rispetto della dignità umana". Insieme a lui, sul palco di 'Tabularasa', Claudio La Camera, direttore del Museo della 'ndrangheta di Reggio Calabria, creatore, tramite la collaborazione con il contest di Strill.it, del workshop, ancora in corso, sul giornalismo investigativo: ''E' un'opportunità che si rivolge a giovani giornalisti stranieri che vogliono fermare lo sguardo sulla nostra realtà. Il procuratore Pignatone - ha detto - lo ripete costantemente: bisogna spezzare il cono d'ombra informativo che attanaglia il fenomeno 'ndrangheta, fornendo una chiave di lettura non stereotipata nè banalizzata. Nei nostri territori non esistono scuole di formazione ad hoc, nè tantomeno è possibile fare giornalismo d'inchiesta a tavolino. Si pone il problema di costruire un nuovo linguaggio per comunicare alla gente il fenomeno, così come Peppino andava in giro per Cinisi con i cartelloni fotografici da tenere in mano, non avendo autorizzazioni comunali per l'affissione". 'Tabularasa' ha contestualmente ospitato Claudio Cordova, da anni reporter di cronaca nera e giudiziaria per Strill.it, il quale non ha soltanto precisato il ruolo attuale dell'informazione, soprattutto in una realtà come Reggio Calabria, ma ha anche esortato l'opinione pubblica "a non fermarsi alla semplice lettura degli articoli. Questa dev'essere la base per lo sviluppo di una coscienza critica che porti non a lamentarsi senza far nulla, ma ad attivarsi, reagire come fece Peppino Impastato. Dalla nostra parte, non è una realtà facile: gli organi d'informazione sono spesso pochi e, da questo punto di vista, Strill.it ha colmato un vuoto informativo evidente, dato che non esisteva, prima della sua nascita, un quotidiano con sede a Reggio Calabria". 'Tabularasa - Lo scandalo' prosegue stasera, ancora alla 'Luna Ribelle', per discutere sul tema del Risorgimento insieme allo scrittore Pino Aprile, autore di 'Terroni'.

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