NuovaCosenza.com
Google
su tutto il Web su NuovaCosenza
mail: info@nuovacosenza.com
Home . Cronaca . Politica . Area Urbana . Speciali . Video . Innovazione . Universtitą . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .
 

      Condividi su Facebook

    Lea Garofalo sciolta nell'acido, Comune Milano Parte Civile

     

     

    Lea Garofalo sciolta nell'acido, Comune Milano Parte Civile

    06 lug 11 Per la prima volta il Comune di Milano 'entrà come parte civile in un processo con al centro reati legati alla presenza della 'ndrangheta sul territorio milanese. L'amministrazione comunale, infatti, ha chiesto ed ottenuto di essere parte civile nel processo per il sequestro e l'omicidio di Lea Garofalo, la donna calabrese sciolta nell'acido nel novembre 2009 nel capoluogo lombardo dall'ex compagno, affiliato ad una cosca, e da altre cinque persone, dopo che aveva collaborato con la giustizia. L'avvocato del Comune, Maria Rosa Sala, ha chiesto alla prima Corte d'Assise di Milano, presieduta da Filippo Grisolia, di permettere all'amministrazione di entrare come parte civile nel processo, facendo riferimento alla attività di contrasto "alle infiltrazioni mafiose negli appalti e nel mondo imprenditoriale". I sei imputati sono accusati di sequestro, omicidio e distruzione di cadavere, ma non è contestata l'aggravante della finalità mafiosa. Il legale del Comune, dunque, nella sua memoria di costituzione ha spiegato che l'amministrazione è attiva per contrastare non solo le infiltrazioni mafiose, ma anche la criminalità in generale e in particolare la violenza contro le donne. I giudici con un'ordinanza hanno dato il 'via libera' al Comune. La Corte ha ammesso come parti civili anche la figlia di Lea Garofalo, Denise di 19 anni, che vive in una località segreta sottoposta a un programma di protezione, la madre della donna, Santina, e la sorella, Marisa. Non sono state ammesse, invece, la Provincia di Crotone e la Regione Calabria, perché i fatti al centro del processo sono avvenuti tra Milano e Monza. Le difese stanno illustrando le questioni preliminari, tra cui l'eccezione di incompetenza territoriale (la competenza, a loro dire, sarebbe del Tribunale di Monza) e all'udienza stanno assistendo, oltre ai parenti degli imputati, molti studenti della Facoltà di scienze politiche della Statale, accompagnati da Nando Dalla Chiesa. Ci sono anche rappresentanti dell' associazione 'Libera' contro le mafie. Lea Garofalo, originaria di Petilia Policastro (Crotone), stando alle indagini del procuratore aggiunto Alberto Nobili e dei pm Marcello Tatangelo e Letizia Mannella, arrivò a Milano nel novembre 2009, chiamata dall'ex compagno, Carlo Cosco, con la scusa di dover discutere del futuro della figlia Denise. La donna venne caricata su un furgone in zona Arco della Pace, interrogata per ore su quello che aveva detto agli inquirenti su alcune famiglie mafiose crotonesi, poi uccisa con un colpo di pistola in tesa e sciolta nell'acido. Il corpo venne poi sepolto in un terreno nel comune di San Fruttuoso (Monza), completando il piano organizzato, secondo l'accusa, dall'ex compagno, e padre di Denise.

    E' emergenza. La presenza delle cosche mafiose sul territorio di Milano è per il sindaco Giuliano Pisapia "un'emergenza, non solo criminale ma anche sociale ed economica". Per questo il primo cittadino accoglie con "soddisfazione" la decisione dei giudici di ammettere il Comune come parte civile nel processo per il sequestro e l'omicidio di Lea Garofalo, la donna calabrese sciolta nell'acido dall'ex compagno, affiliato ad una cosca, dopo che aveva collaborato con la giustizia. "E' evidente che anche un'istituzione come l'amministrazione comunale, la più vicina ai cittadini, sia coinvolta nella difesa della città dalle infiltrazioni mafiose e dagli attacchi della criminalità in generale", afferma il primo cittadino del capoluogo lombardo che definisce la decisione "ineccepibile" anche perché "conferma il danno provocato a Milano dalle infiltrazioni mafiose". "Da questo punto di vista - conclude Pisapia - la prossima istituzione della Commissione consiliare Antimafia è un ulteriore segnale concreto dell'impegno dell'amministrazione per contrastare il crimine organizzato"

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

    Cerca con nell'intero giornale:

    -- >Guarda l'indice delle notizie su: "Cronaca e Attualità "

     

     

 


    Facebook
 Ultime Notizie
 

Multimedia


 

Web TV -  Video

 

 
Home . Cronaca . Politica . Area Urbana . Speciali . Video . Innovazione . Universtitą . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .

Copyright © 2017 Nuova Cosenza. Quotidiano di informazione. Registrazione Tribunale Cosenza n.713 del 28/01/2004 - Direttore Responsabile: Pippo Gatto
Dati e immagini presenti sul giornale sono tutelati dalla legge sul copyright. Il loro uso e' consentito solo previa autorizzazione scritta dell'editore