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    Operazione antindrangheta dei ROS in Liguria: 12 arresti

     

     

    Operazione antindrangheta dei ROS in Liguria: 12 arresti

    27 giu 11 I carabinieri del R.O.S. hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Genova, su richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia, nelle province di Genova, Imperia e La Spezia, nei confronti di 12 indagati per associazione di tipo mafioso, ritenuti gli esponenti di vertice di proiezioni delle cosche della 'ndrangheta reggina in Liguria. I provvedimenti scaturiscono da una manovra di contrasto, avviata dal ROS nel 2008, che ha documentato le dinamiche associative a Genova, Lavagna (GE), Ventimiglia (IM) e Sarzana (SP) che operavano sull'intero panorama ligure sotto il coordinamento criminale del capolocale di Genova Domenico Gangemi. Secondo le prime informazioni la struttura 'ndranghetista ligure, che si occupava essenzialmente di usura e estorsione, era non solo la diretta emanazione delle 'ndrine di Reggio Calabria ma aveva assunto la funzioni di 'camera di controllò dalla quale dipendeva la cosiddetta 'locale' del Basso Piemonte. La Camera di controllo, o camera di compensazione, nella mappa dell'organizzazione 'ndranghetista e' l'organismo di controllo che l'organizzazione calabrese istituisce fuori dalla Calabria ed è alle dirette dipendenze della 'ndrina di riferimento. La Liguria, come la Costa Azzurra, sono luoghi dove storicamente la 'ndrangheta reggina ha istituito questi organismi.

    Dietro arrestati clan Piromalli. Ci sono alcune delle più importanti famiglie 'ndranghetiste della Piana di Gioia Tauro, del vibonese e del reggino dietro alle persone arrestate dai Ros di Genova nell'ambito dell'operazione 'Maglio 3' che ha sostanzialmente decapitato la Locale 'ndranghetista in Liguria e Basso Piemonte. Tra le famiglie di riferimento, quella dei Piromalli della Piana di Gioia Tauro, degli Iamonte, i Raso-Careri di Rosarno, gli Accorinti del vibonese, i Roda' di Condofuri, i Longo-Versace di Polistena. In modo particolare, la 'ndrina dei Piromalli e' considerata la cosca più importante nella geografia 'ndranghetista italiana ed europea. Attiva nel traffico internazionale di droga e armi e nel settore agricolo e dei trasporti, sono stati negli anni in grado di infiltrare il tessuto imprenditoriale e politico della zona di attivita'. Anche la famiglia Iamonte di Melito Porto Salvo è nota per la sua capacità di disporre di grandi patrimoni e di infiltrare la politica tanto da riuscire ad affiliare un imprenditore edile e assessore all'urbanistica di un noto comune del milanese.

    Questi i nomi delle persone colpite da ordine di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Nadia Magrini su richiesta della Dda di Genova al termine dell'operazione antimafia dei Ros genovesi. Fortunato e Francesco Barilaro di Anoia (Reggio Calabria), Raffaele Battista di Taurianova (Reggio Calabria), Rocco Bruzzaniti di Antonimina (Reggio Calabria), Michele Ciricosta di Anoia (Reggio Calabria), Arcangelo Condidorio di Reggio Calabria, Onofrio Garcea di Pizzo Calabro (Vibo Valentia), Antonino Multari di Locri (Reggio Calabria), Lorenzo Nucera di Sambatello di Reggio Calabria, Paolo Nucera di Condofuri (Reggio Calabria), Benito Pepé di Galatro (Reggio Calabria), Antonio Romeo di Roghudi (Reggio Calabria). Tutti i 12 residenti in Liguria sono stati arrestati per associazione mafiosa. Il gip ha rigettato la richiesta di custodia cautelare per Domenico Calabrese, Antonino Fiumanò, Cosimo Gorizia, Rocco Lumbaca, Domenico Violi, Giuseppe Marcianò, Vincenzo Marcianò e Vincenzo Moio. Questi ultimi sono indagati.

    Domani interrogatori boss liguri. Inizieranno domani mattina i primi interrogatori di garanzia, dopo i 12 arresti nell'ambito dell'operazione "Maglio 3", eseguiti dai carabinieri del Ros su richiesta della Dda di Genova. Saranno sentiti Michele Ciricosta, Antonino Multari, Rocco Bruzzaniti e Lorenzo Nucera. I quattro saranno interrogati dal gip Nadia Magrini. Nei prossimi giorni, invece, si procederà con gli interrogatori degli altri arrestati. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, Domenico Gangemi era il capo della locale genovese, insieme a Onofrio Garcea, Arcangelo Condidorio e Lorenzo Nucera, tutti arrestati la scorsa notte. Ricoprivano il ruolo di "partecipi" alla locale, invece, Rocco Bruzzaniti, Raffaele Battista, Antonino Multari (anche loro arrestati), Cosimo Gorizia, Domenico Violi, Domenico Calabrese, Antonino Fiumanò, Rocco Lumbaca (indagati a piede libero). Dell'organizzazione di Ventimiglia, invece, il capo era Michele Ciricosta, Benito Pepé, Fortunato e Francesco Barilaro (arrestati), Giuseppe e Vincenzo Marcianò (indagati a piede libero). Nella locale di Lavagna e di Sarzana, infine, erano i capi Paolo Nucera e Antonio Romeo.

    Devono sbarrare PDL. Raccomandazioni per telefono da parte di Aldo Pratico', consigliere comunale del Pdl a Genova, al boss Domenico Gangemi su come votare. La telefonata, intercettata dai carabinieri del Ros di Genova che stamani hanno recapitato un avviso di garanzia a Praticò per voto di scambio, risale al febbraio 2010. E' Gangemi che chiama Praticò. Gangemi: senti Aldo, quando nella cosa che dice così... vota così... Praticò: sì Gangemi: devono sbarrare Popolo della Libertà Praticò: devono Gangemi: o devono sbarrare anche Sandro Biasotti Praticò: si, si, più che altro... tanto a Sandro Biasotti va in automatico l'importante è che scrivono accanto per il Popolo della Libertà Praticò punto. E' in automatico Gangemi: e sbarrare popolo della Libertà basta? Praticò: si, si (omissis) Praticò: in automatico quindi è meglio abbondare a fare una x perché ci sono i presidenti comunisti Gangemi: si". I carabinieri del Ros notano che "non è un caso che 500 voti circa sui 2228 siano stati annullati tutti per la medesima ragione, avendo scritto il cognome Praticò accanto a quello di Biasotti e non accanto alla lista Pdl nella quale risultava candidato Praticò. Di Pratico' parlano anche il capo dei capi liguri, Domenico Gangemi, e uno dei capi della locale genovese, Lorenzo Nucera. "Dalla loro conversazione - scrive il gip Nadia Magrini - si evince come l'elezione del candidato potesse avvenire con il loro appoggio in cambio di favori". Dice Gangemi: "Non hanno forza però se un domani noi gli diamo le forze può essere che si comporta paesano del tipo che è... almeno a lui possiamo andare a prenderlo dalle orecchie per mandarlo aff... come a Lardo (Rosario Monteleone, Udc, presidente del consiglio regionale, ndr)". "Gli accordi per il sostegno al Praticò - continua il gip - vengono presi all' interno della locale genovese a un 'tavolo' (una 'mangiata') di quindici persone, cui partecipava anche il Praticò e poi nel negozio di ortofrutta di Domenico Gangemi". Nel negozio, il Ros intercetta una conversazione tra Gangemi che chiede l'appoggio a Praticò e Rocco Lumbaca che in buona fede, rivela di essere stato avvicinato per la candidatura di Fortunella Moio, figlia dell'ex vicesindaco di Ventimiglia che si è candidata ma non è stata eletta alle ultime regionali con il partito dei pensionati. "Gangemi - si legge - reagisce immediatamente indignato e sorpreso, chiedendo chi abbia mandato 'l'ambasciatà. Ritiene scontato che si tratti di un voto pilotato dalla 'ndrangheta rimettendo all'invio della proposta elettorale attraverso un portavoce per conto terzi (c.d. ambasciata). Non una semplice telefonata come aveva fatto il medesimo con altri, ma una vera e propria 'ambasciata'". "Lumbaca - prosegue il magistrato - è palesemente in difficoltà e cerca immediatamente di fornire tutte le spiegazioni utili per non compromettere la fiducia del capo locale, facendo il nome di Domenico Belcastro". "Io ho dato la nostra amicizia - si infervora Gangemi - ci facciamo fare una figura di niente con Aldo Praticò".

    Consigliere incontrò boss. Il consigliere regionale Alessio Saso incontrò per due volte Giuseppe Marcianò, cugino del boss della 'ndrangheta condannato per l'omicidio di Francesco Fortugno e capo della Locale di Ventimiglia. E' lo stesso Saso che ne parla con Domenico Cangemi, capo della Locale di Genova, al quale aveva chiesto aiuto per le elezioni. E' il 19 febbraio 2010 quando Gangemi chiama Saso al cellulare. Gangemi: "passa a trovare Peppino (Giuseppe Marcianò), mio cugino Saso: "si" Gangemi: Vacci da solo però, hai capito? Saso: si, ci sono già stato, ci rivado un'altra volta Gangemi: no, no... io mi sono visto con lui domenica, ha tentato di telefonarti ma non hai mai risposto. Saso: ah, ma era libero? Gangemi: eh, sempre o chiuso o non raggiungibile Saso: eh si, perché sto sempre... sempre in mezzo alla gente, guarda, sono nella campagna elettorale mortale, proprio mortale". Gangemi: io ne ho parlato, abbiamo fatto una chiacchierata e lui gradisce che vai a trovarlo tu solo, capisci?

    Si indaga per voto di scambio. Nel materiale che compone il grosso fascicolo dell'inchiesta sulle 'Locali' di 'ndrangheta in Liguria e basso Piemonte si trova anche una parte dedicata alla capacita' degli appartenenti alle Locali di ostacolare il libero esercizio del voto. Durante la conferenza stampa organizzata stamani per illustrare l'operazione 'Maglio 3' del Ros di Genova, gli inquirenti hanno sottolineato che questo aspetto, ovvero l'ipotesi di reato di voto di scambio "é ancora oggetto di indagine"

    Perquisito consigliere regionale. I Ros di Genova stanno eseguendo alcune perquisizioni nell'ufficio del consigliere regionale Pdl Alessio Saso, indagato nell'ambito dell'operazione Maglio 3 che all'alba ha portato a 12 arresti. Lorenzo Saso, calabrese, residente da anni a Imperia, consigliere regionale ligure, è sospettato della violazione del Dpr 16560 numero 560 articolo 86, ovvero l'antesignano del 'voto di scambio' che, tecnicamente, può essere contestato solo sotto elezioni. Saso si è appena allontanato dal consiglio regionale dove è tuttora in corso la perquisizione dei carabinieri del Ros nell'ambito della operazione antimafia denominata 'Maglio 3' che ha portato stamani all'alba a 12 arresti. Alessio Saso è nato a Roma il 3 marzo 1963, è sposato e ha tre figli. Come è riportato nel sito della Regione Liguria, ha conseguito la laurea in Sociologia nel 1989 all'Università di Roma "La Sapienza" e seguito un periodo di formazione in lingua inglese a Londra, approfondendo le conoscenze in diritto del lavoro, legislazione sociale e sociologia del lavoro. E' stato dirigente del Centro per l'impiego di Imperia. Saso ha fatto parte del coordinamento regionale di Alleanza Nazionale ed è attualmente membro dei coordinamenti provinciale e regionale del Popolo della Libertà. Dal 1999 al 2006 è stato vice sindaco di Imperia e assessore con delega a Politiche del lavoro, attività produttive, politiche comunitarie e dell'immigrazione, servizi demografici e attività educative. Nella passata legislatura in Consiglio regionale ha ricoperto la carica di presidente della VII Commissione controlli.

    Perquisito consigliere comunale Genova: I carabinieri del Ros di Genova hanno perquisito l'ufficio del consigliere comunale del Pdl Aldo Luciano Praticò nell'ambito dell'operazione Maglio 3 che ha decapitato la locale cosca attestata in Liguria, tra Genova, Ventimiglia e la provincia della Spezia. A Praticò sarebbe stata contestata la stessa ipotesi di reato che al consigliere regionale Alessio Saso.

    Canepa (DDA) "Intercettazioni indispensabili". Le intercettazioni telefoniche e ambientali "sono strumenti tecnici irrinunciabili". Lo ha detto Anna Canepa, magistrato della Direzione Nazionale Antimafia, parlando a margine della conferenza stampa per illustrare l'operazione dei Ros di Genova che ha portato a decapitare le 'locali' di 'Ndrangheta in Liguria e Basso Piemonte.

    Governatore Burlando: Non far finta di niente. "Trova giusta l'affermazione del magistrato della Direzione Nazionale Antimafia Anna Canepa secondo la quale 'se fai finta di niente, ti mangiano'. Non si può sempre pensare che parlare di questi argomenti è causa di una cattiva l'immagine, il problema va affrontato e a viso aperto". E' il commento del presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, all'ultima operazione contro la 'ndrangheta in Liguria, conclusasi con 12 arresti e alcuni indagati. ''Meglio andare fino in fondo, noi siamo disponibili a dare tutte le informazioni, a dare indicazioni. Una di queste è l'ipotesi di costituire una Centrale unica di appalti" ha proseguito Burlando. Che ha aggiunto: "Per noi amministratori sono fenomeni nuovi, non ci siamo mai trovati ad affrontare tutto ciò. Io me ne occupai quando ero ministro dei Trasporti, in occasione del porto di Gioia Tauro. Ma da parte nostra - ha ancora aggiunto - c'é la disponibilità a controllare meglio e ad aiutare". Sul caso del consigliere regionale Alessio Saso coinvolto nell'inchiesta 'Maglio 3': "Si sa talmente poco, in questi casi ho sempre cercato di evitare strumentalizzazioni a fini politici, credo sia lui a dover scegliere...".

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