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    Una via di Reggio Calabria intitolata a Don Italo Calabrò

     

     

    Una via di reggio Calabria intitolata a Don Italo Calabrò

    16 giu 11 "Ci sono persone destinate a lasciare segni importanti ed a essere ricordati dopo la loro scomparsa. Nella città poco propensa ad esaltare i suoi figli siano essi personaggi di spicco, nella politica, nell'arte, nella cultura, fa eccezione un uomo di chiesa, un umile parroco. Stiamo parlando di don Italo Calabrò". Lo ha detto il sindaco di Reggio Calabria, Demetrio Arena, nel corso della cerimonia di intitolazione di una via cittadina a mons. Italo Calabrò, presidente della Caritas diocesana, scomparso 21 anni fa. Don Italo, ha aggiunto Arena, "indimenticabile vicario vescovile che fino all'ultimo, prima di essere stroncato dal male, non volle abbandonare il suo piccolo gregge d'anime nel paesino sulla collina. Il suo nome resta legato ad innumerevoli iniziative caritatevoli, a favore dei giovani e dei più deboli, degli ammalati e dei carcerati. Don Italo pose al centro della sua azione pastorale 'fare il bene' non come dovere, ma interpretando i principi evangelici con schiettezza e semplicità". "Recentemente - ha sostenuto il Sindaco - a don Calabrò è stato dedicato un volume rievocativo della sua esistenza, che ne tratteggia la figura senza eccessive sbavature, ma illustrandone i lati davvero magici che lo accompagnarono nell'esercizio del ministero sacerdotale. Don Italo fu per anni punto di riferimento per generazioni di reggini, guida sagace per i giovani che si raccolsero attorno al movimento Agape da lui fondato, ma fu anche impegnato nel sociale senza risparmio di energie, la sua porta era sempre aperta, non c'era amministratore, di qualsiasi ideologia, che non gli chiedesse consiglio. Quando la città, per anni insanguinata da una feroce guerra di mafia, attraversò uno dei momenti più bui della sua storia, non esitò a mettersi in mezzo tra le famiglie contendenti, convincendo le donne ad assistere ad una indimenticabile funzione in Cattedrale, l'una accanto all'altra, anche se i loro mariti, i loro congiunti avevano sparso sangue e terrore, tanta gente era morta per nulla. Qualcuno ha timore anche di sussurrarlo, ma è chiaro che chi lo ha conosciuto, e non solo quelli che hanno avuto questo privilegio, auspica una decisione delle autorità ecclesiastiche, per accertare se ricorrano le condizioni per l'avvio del processo di beatificazione". "Lungi da noi precorrere i tempi, inducendo a frettolose anticipazioni - ha concluso Arena - forse anche dannose, ma conserviamo nel cuore una speranza che potrebbe tramutarsi in realtà. Don Italo non sarà dimenticato, la sua luce ancora risplende sulla città e sui suoi figli che tanto amò".

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